Scritto da: Ilaria Sanṣ
in Diario (Quotidianità)
Non ci sentiamo per niente una debolezza. Per nessuno.
Composto marted́ 18 dicembre 2018
Non ci sentiamo per niente una debolezza. Per nessuno.
Dovevo prendere mia sorella all'Università. In macchina mi sentivo placata. Ho viaggiato nel passato: quando una me-piccola, durante i viaggi, diceva a suo padre: "Sorpassalo Pà dai, vinciamo noi". O quando contavo i nidi sugli alberelli durante l'autostrada ma subito dopo perdevo il conto, quando passato un camion; si sentiva l'aria ed il rumore, ed io volevo solo ondeggiare la mano fuori dal finestrino e sentirmi soltanto vera. Una bambina diventata donna troppo in fretta, una bambina che aveva la magia di conquistare il mondo intorno.
Io che me la cavo con la mia vita.
Perché me l'hanno detto.
A volte stravolgo, distruggo, prendendo tutto.
Scombussolamento delle vite altrui.
E mi hanno detto ancora che è un bene:
so portare caos per chi non apprezza la normalità.
Vorrei rincorrerti, sorridere ed abbracciarti tanto da finire per rotolarci a terra. E scoppiare a piangere, che le tue lacrime sono fottutamente mie.
Ma per davvero, invece era solo un sogno.
A volte non ce la faccio.
Credendo a qualcuno e delusi abbiamo impostato ora la fiducia in modalità off.
E quei due parlarono fin la mattina finché non si sono addormentati. Avevano sonno ma ancora l'amore addosso. Dissero alla ragazza che lui era sereno, aveva una faccia da ebete ed esclaṃ a sua mamma: "mà, sono innamorato!". E la sua faccia cambiava.
Col tempo ho imparato che bisogna essere un po' cattivi con chi non sa stare al proprio posto. Se non ci riesci tu, ti ci faccio stare io. Nessun problema.
Come si fa ad essere più sicuri di noi stessi?
Scompiglio la vita coś come faccio con i miei capelli. Come con le facce buffe - smorfie davanti lo specchio, è coś che frego un po' la vita.
Sospirare in attesa di qualcosa di inaspettato.