Mare in tempesta dentro al cuore.
Composto martedì 18 dicembre 2018
Mare in tempesta dentro al cuore.
Ci succede spesso di fissare punti vuoti per pensare. Ci soffermiamo e la mente va altrove, già percepisce il male in atto. Ci dicono che meritiamo troppo quando abbiamo già dato quello che avevamo; anche noi stessi. Ci fanno capire che il dolore esiste per ricordarci quanto siamo maledettamente vivi, che fa bene anche piangere. Ci succede di sentirci soli e non avere nessuno accanto. Ci succede spesso di farcela. Incredibilmente, la forza rinasce con noi.
Mi rifugiavo negli angoli più nascosti dell'appartamento. Mi sentivo al sicuro. Avevo capito che alcune cose mi avrebbero fatto sentire un male tremendo. Con una matita tra le dita facevo finta di fumare e di sentirmi grande, con gli occhi rivolti verso l'alto cercavo parole adatte per un domani e le nuvole le catalogavo come gomme da cancellare fatte di zucchero filato. Mi ritrovo anche senza parole a volte, perché ho imparato quanto possano far del male. Perché non ho mai potuto fare a meno di rispondere alla gente: "Ma io sono già grande", con un peluche in mano. Ne è piena la stanza, di orsacchiotti. Mi coprivo le mani con le maniche di un maglione troppo grande e lungo perché nascondevo evidentemente un dono. Nascondevo la mia sensibilità, non di un'altra bambina. La mia. Facevo impazzire le maestre per il mio ordine nei quaderni, anche quando scrivevo sulla lavagna. Mostravano, alzando il quaderno, la mia capacità di mettere tutto in ordine ed al proprio posto. Sì, quanto ero davvero brava a comprendere. Io che adesso non mi comprendo nemmeno più per come dovrei, piuttosto cerco di capire cosa vogliono gli altri da me. È come se quella bambina in me ci sia sempre a ricordarmi che se volessi, in qualunque momento, potrei riprendere la capacità di essere più determinata. Adesso, quella bambina, i colpi e tutto il male me li sta facendo notare. Un dolore passato sotto i suoi occhi che tanto male non fa.
Mamma si mise davanti e me lo disse. Mi mise in guardia delle trasformazioni mie e quelle intorno a me. Io volevo soltanto sentirmi ancora a casa; a casa mia. Perché da bambina credevo nella magia di piccole cose che mi avrebbero portata, poi, a rendermi più forte. Io dovevo soltanto accettarlo. Guardai mia mamma, piansi ma non come piango adesso. Responsabilmente so che torno nella mia dimora anche solo con un pensiero ed un desiderio nel cuore. Il trasloco ai miei otto anni mi avrà fatto capire quanto siano costosi i cambiamenti dentro l'anima. Adesso che sono cresciuta e cresco ancora, ne sento pure l'odore.
Il coraggio non ci è mai mancato, nemmeno nel sentire la verità, anche quando ci dicevano che non ci amavano più. Questi sono colpi che riusciamo a prendere ed attutire ormai. E ci rendono forti.
Diciamo che se dovessi pensare ad una scelta alla fine farei sempre quella sbagliata.
Spolvero il cuore, ogni tanto, così da evitare la polvere tra i ricordi e le mancanze.
Sigarette, birretta in mano, vicoli di una città in piena notte ed urlare a squarciagola la felicità. Ridere poi così tanto da aver male allo stomaco.
Il pensarsi: qualcosa che è meglio dirlo piuttosto che seppellirlo.
Pronta per essere più forte? Ancora di più rispetto l'ultima volta, che ultima non era mai.