Molto probabilmente è una condanna di una vita intera che ha un nome ben specifico.
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Molto probabilmente è una condanna di una vita intera che ha un nome ben specifico.
E se non sapessi che fare, pensami. E se non sapessi che fare, guarda le stelle che di sicuro le guarderò anch'io. E se non sapessi che cosa dire, ti prego non mi dire niente che mi faccia poi del male. E se non sapessi come guardarmi, guardami come se fossi il riflesso di un te migliore. E se non sapessi come voler bene, ricordati di quanto me ne hai dato. E se non sapessi più stare in silenzio, chiamami che tanto qui non cambia nulla, ma cambiamo noi giorno dopo giorno. Tanto qui tutto mi fa capire che devo scartare, non giustificare più. E se non sapessi più stare in silenzio, urla finché puoi e fatti sentire. Magari non ti sentiranno gli altri, ma io sì. E se non sapessi più dove guardare, guarda altrove che tanto ci sono lo stesso. E se non sapessi che fare, mettiti in macchina e con la sigaretta in mano ricordati di quando le fumavamo insieme. E se non sapessi più dove tenermi, non ti preoccupare perché so che il tuo cuore non è più il mio. E se non sapessi che fare, vienimi a trovare nei pensieri che tanto non ti stanchi mai tra il via-vai di gente che ho anche nella mente. E se non sapessi che fare, bussa alla porta del mio cuore che tanto la scritta "non disturbare, grazie", tu, non la troverai e non la leggerai mai. E se non sapessi più come ridere, pensa ai nostri pizzicotti. Perché erano una forma d'amore per noi, anche loro. E se non sapessi più guardare le cose in questa vita che ci ha divisi, guardale come guardavi me appena alzavo lo sguardo. E se non lo sapessi davvero la sottoscritta va a parlare di te agli sconosciuti ed il cuore sobbalza sempre. E se non lo sapessi davvero, dovrei ricordartelo ancora: Da questo cuore sei stato amato e non soltanto da lui. Ricordatelo finché puoi.
"Ci vediamo oggi?"
C'era un Sole bellissimo quel pomeriggio che da lì a poco sarebbe sceso piano piano, tutto per loro.
"Ti sorriderò."
"Non vedo l'ora."
Lui che l'aspetta già sotto al portone.
Scoppiano a ridere. Imbarazzo.
Ridere insieme: lei l'ha sempre pensata come una forma d'amore che prevale su tutto.
Ridere insieme: anestetizzando tutto ciò che li distruggeva.
"Vecchiaccio, ma non mi dire... stai prendendo l'ascensore? Ora ti faccio vedere come fa le scale una giovane donna anche correndo."
Si sono trovati al quarto piano.
"È bello venire qui, su questo terrazzo. Si vede la meraviglia del mare. Di tutto ciò che ci circonda e tanto ci basta per dissolvere i problemi."
Lo guarda. E aggiunge: "Perché lo scorso anno non sei stato capace di starmi accanto? Perché? Perché mi hai allontanata?"
"Merito tutti i pugni che vuoi. Adesso me li puoi dare. Non volevo metterti in mezzo ai miei guai."
La guarda fisso negli occhi.
Lei prova a dargli un piccolo pugno sul braccio destro.
"Mh, riprova. Non mi hai fatto poi così male."
Lei riprova. Secondo pugno, stavolta un po' più forte.
E non si sa com'è, ma in un attimo si son trovati abbracciati. Lui la stritolava. Sì, come se volesse dirle ancora una voltà scusaʼ. Il Sole piano piano scendeva anche sui loro volti. Il riflesso di quei due per terra, l'ombra di quei due che si cercavano con gli occhi. Poi con le labbra. I sorrisi in mezzo ai baci, gli sguardi fatti di attenzioni e comprensioni, l'indietreggiare e sorridersi di nuovo, ancora una volta. Volevano che quel momento non finisse mai.
"Allora mi vorrai vivere giorno dopo giorno?", chiese lei.
"Sì, da recuperare anche i nostri non - momenti dell'anno scorso e tutti questi che arriveranno."
Si abbracciarono forte ancora una volta, circondati dal cielo, dal mare e dal tramonto che di conseguenza abbracciava loro.
Lei con gli occhi lucidi gli faceva capire quanto avesse bisogno di sentirsi così tra le braccia di un uomo... Che poi, non un uomo qualunque ma il suo.
Lei con gli occhi lucidi gli faceva vedere le mancanze e la non curanza di moltissimi gesti e moltissime attenzioni che non aveva più da tempo.
Lui continuava a guardarla e a baciarla. Anche sulla fronte, sul naso. La teneva stretta e di loro, in quel preciso momento, si poteva dipingere un quadro.
Lei era ritornata ad essere se stessa, con la sensibilità e la fragilità di una Donna che cresce e che ama inesorabilmente.
Lui era ritornato a guardare una donna con quegli occhi verdi immensi, con la responsabilità di proteggerla.
Fumarono insieme le sigarette e ad ogni tiro si guardavano e si sfioravano con le mani.
"Quando sarà, vorrò una famiglia immensa: bambini e cagnolini."
"Anche io", rispose subito lui.
C'era il tramonto, ma c'era anche un lieve vento che scompigliava i capelli di lei che si sentiva comunque perfetta davanti a quei due occhi che erano anche suoi.
Il terrazzo era diventato casa... braccia grandi che li racchiudevano.
Sembrava un appartamento completamente arredato di cose importanti, pieno d'amore.
Erano felici di esserci l'uno per l'altra, di appartenersi.
Anche le nuvole stavano dando un senso a loro due.
Ore 19.50
"Andiamo bella mia?"
Lei si è sentita bella davvero. Ma davvero.
"Andiamo."
Fuori, il buio, era niente in confronto a loro.
Le dà un bacio davanti al portone. Non l'ultimo.
"Mi raccomando, piccola grande Donna!"
Le mani sul viso di lei.
Lei uscì dal portone, tornò indietro e lo baciò ancora.
"A domani, a dopo domani... a sempre. Per viverci. Ciao Nanetto."
"Nanetto a chi?"
"A te."
Così com'era iniziato: Fuori da quel portone, ridevano da viversi.
Pochi passi, lei si volta. Lui era ancora lì a guardarla finché non sparì dopo l'angolo.
Erano belli, su quel terrazzo.
Erano baci, non pugni.
Erano semplicemente loro.
Ci sono cose che restano e resteranno dentro, che valgono troppo.
Ed è come aver visto il cuore mio in mano e mi sono meravigliata di quanto amore ci sia stato ma non è bastato. L'ho scelto comunque, intendo il cuore. Così ti conserva e ti custodisce come meglio crede lui perché non sono poi tanto capace di farti stare bene. Non più. Quindi almeno lui. T'ha amato prima di me, sin da subito. Un bravo insegnante, che vince contro la testa e non le lascia via di scampo per un attimo. Sto bene adesso che mi guida nel giusto percorso di scelte e decisioni.
Non mi mente mai, sai?
Lo ascolto e reagisce con me.
Mi dice: "Tu puoi andare avanti da sola, o meglio con me. Punto."
Credo proprio abbia ragione.
Credo che gli darò un altro sorriso o una pacca con la mano appoggiata per dire quanto sia vero.
Sinceramente amando
tu mi hai ferita, lui no.
Sinceramente m'abbraccia
al posto tuo adesso, tu no.
Sinceramente mi ama con tutto se stesso, tu non più.
E nonostante ciò, sei e rimani lì dentro.
M'hanno detto che bisogna portare le cose, le persone anche addosso.
Ma io non voglio più starci a questo gioco.
Ecco perché fa tutto lui. Prende tutto, ti prende e ti tiene con sé. Per quanto possa esser il cuore mio, non m'appartieni più.
No.
Perché l'ha deciso lui. Con me sei stato per troppo tempo: a sorridere, ad amare, ad abbracciare, a stritolare, a piangere.
Hai un altro tempo adesso.
Quello con me
è finito.
Non ti vengo neanche a cercare di notte...
che il cuore sobbalza.
Preferisco lui che mi ama adesso non perché ci sei tu ad abitarci.
Preferisco lui perché non ero sola mai.
Combattente, lottatore
proprio come
Me.
Quando vorresti essere la persona più importante di qualcuno ma ti rendi conto subito dopo di non essere la tua, in primis.
Sto facendo a meno di te. Perché ci riesco. Perché ce la faccio. E tu pensami quando sarai online anche se non dovessi pigiare la tastiera sulla mia chat. Quelli che mi fregheranno saranno sempre (e dico sempre) i nostri ricordi. Avanti ci so andare, dietro guardo solo per vedere te che guardandomi realizzerai di aver amato una donna piccola ma grande allo stesso tempo, donna che di tempeste ne ha superate abbastanza. Questo lo devo a me. Con tutto il mio amore che mi ha insegnato ad avere te. Con tutto il mio amore che mi ha insegnato a fare a meno anche di te. Con tutto il mio amore, sì. Ci posso pure scommettere. Ci posso giurarci sopra. Sopra quell'amore.
In giorni come questo vorrei vivere di più e sognare di meno. Ah, che compito è stato dato a noi sognatori. Pensando anche con il cuore.
Ti stringerei.
Ti abbraccerei.
Ti parlerei.
Ti guarderei.
Ti ascolterei.
Ti sorriderei
Ti amerei.
Condizionali.
In condizioni da non essere neanche più certa perché da quando non si coniugano i verbi al plurale, tutto è diventato drasticamente pesante.
Non ti stupire dei miei sbalzi d'umore. Ho quasi sempre lune storte ma mai false.
Fermati ai semafori rossi della città e pensami, che allo scattare del verde arriverà l'amor mio a farti passare.