Non chiede e non spera più, il cuore mio.
Sapessi che questa cosa non mi spaventa più tu non ci crederesti.
- Hai un cuore.
- Quale cuore esattamente?
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Non chiede e non spera più, il cuore mio.
Sapessi che questa cosa non mi spaventa più tu non ci crederesti.
- Hai un cuore.
- Quale cuore esattamente?
L'ho capito col tempo quanto sia inutile spegnere il telefono per cercare di dimenticare. Tanto la vita è sempre prontamente lì a ricordarti che eri vivo più che mai, sperando e lottando per qualcosa o per qualcuno.
Tutto quello che non siamo stati e non saremo l'ho tenuto stretto dentro al cuore. Alla fine, mi son ritrovata stretta e indifesa in qualcosa di incompiuto che faceva solo e soltanto male. Ho cercato di salvarmi. Sai com'è.
Quanto vorrei non essere sempre sognatrice ma razionale nelle cose, almeno alcune volte. Quanto vorrei vedere il buono delle persone come facevo prima, quanto vorrei essere più forte e avere quel coraggio per superare determinate circostanze, quanto vorrei essere capita un po' di più; o forse non mi faccio capire. Quanto vorrei essere più sicura e piacere non alla gente ma in primis a me stessa. Quanto vorrei sapere cosa sia giusto e sbagliato per me; solo per me, vedere la verità e non doverla nascondere sempre. Mi hanno scolpita su un materiale resistente, certo, ma molto probabilmente non abbastanza. Cresco e prendo il mondo con un sorriso nonostante le difficoltà. Quanto vorrei restituirmi quei cocci ad ogni mio spavento, ad ogni mio cambiamento, ad ogni mia delusione. Vorrei tutto. Ma tutto non è concesso.
Continuo a credere che certe notti siano degli scudi per l'indistruttibilità, altre delle spade per fare del male e si arrivi ai confini delle lacrime. L'insonnia saprebbe affrontare l'indifferenza altrui e non tremerebbe di nostalgia neppur un secondo.
Sono la persona più imperfetta di questo mondo. Non finisco mai di ascoltare canzoni. Amo il mare, vivo vicino al mare. Forse è vero che ognuno ama a modo suo. Forse è vero anche che certe piccole cose non sono indispensabili per capire se qualcuno ci ama o meno. Non lo metto in dubbio. Vivo per i "ti amo" improvvisi e per i gesti impercettibili che mi fanno sentire importante, per una mano che mi sposta i capelli dagli occhi, per un braccio che mi ferma perché ad attraversare la strada non sono mai prudente, per due occhi che mi guardano incondizionatamente. Due occhi che mi scelgono continuamente.
Non bastano nemmeno delle sigarette una dopo l'altra per serate piene di nostalgia. Dove sono andate a finire le risate, vorrei tanto saperlo.
"Ci saranno tante cose a cui dovrai abituarti", mi dicono.
Non sopportare più. Poi sopportare, in qualche modo, di nuovo. Sempre così. L'esasperazione, lo sfinimento proprio.
Io odio la gente che dimentica. Sono dalla parte della gente felice ed innamorata, della gente contorta, della gente che riesce ad arrossire, della gente che riesce ad andare avanti mettendosi al primo posto. Son io il miglior nascondino, son io l'avventura con ostacoli da superare, son io la luce che vince contro il buio, son io con la mia insicurezza a farmi forza, son io la mano tesa in ogni momento, son io ciò che mi fa tenere ancora qui. Ma sono insicura. Ed io odio le persone insicure. E vabbè. Ancora qui nonostante tutto, nonostante niente.