Post inseriti da Lina Viglione

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Scritto da: Lina Viglione
La vita è amore. Viviamo la vita senza comprenderla, viviamo la vita senza sentirci vivi. Perché certe volte è dolorosa viverla, perché si pensa sempre che ci sia il tempo di rinviare a domani quello che non abbiamo fatto oggi. Ma non è in fondo sempre così. La vita è una scatola orientali, a fatica ci viene da pensare di averne risolto il problema, ma non è quello il senso giusto. La vita è la transitorietà di eventi, dove niente è certo e niente è "per sempre" malgrado i muri della città, ovunque troviamo la scritta-ti amerò per sempre " questo - per sempre - non fa parte della vita. Poiché la nostra vita e tutta racchiusa nell'attimo in cui la stiamo per abbandonarla. La vita sono è quel riso che non abbiamo avuto e quelli, oppure quello che non abbiamo dato. La vita è un-grazie - che non ti è stato affermato, e un - perdono - che non abbiamo mai chiesto. La vita è soltanto amore. Non per forza quello tra una coppia, al contrario, penso quello sia l'unico che possa giungere a termine. L'amore vero è quello al di sopra anche anche nel matrimonio. È amore vero è quello per noi stessi, per i figli che mettiamo al mondo, per chi è solo, per i malati, per un per un fiore che nasce, e per chi non hai mai conosciuto il senso dell'amore. L'amore siamo noi quando la sera appoggiamo la testa sul cuscino e ci sentiamo in pace con noi stessa. La vita siamo noi, quando la mattina apriamo gli occhi e guardandoci allo specchio vediamo nel riflesso dei occhi, tutti gli occhi delle persone che abbiamo amato, e che non sono più con noi. L'amore è un beneficio, un colpo un fato, come salute e il fascino, di cui solo in pochi ne godono.
Composto domenica 1 gennaio 2012
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    Scritto da: Lina Viglione
    Una gran parte dei sogni muoiono di una morte lenta. Sono generati in un momento di passione, con le previsioni di possibilità infinite, ma spesso si esauriscono e non sono perseguiti con la stessa concentrazione di quando hanno visto la luce. Pigramente, impalpabilmente, un sogno diventa sfuggente ed transitorio. Le persone che hanno perso i loro sogni diventano pessimiste e indifferente. Si sentono come se il tempo e le preghiere spese per inseguire i loro sogni si fossero sperperati. Le cicatrici emotive... durano... per sempre.
    Composto domenica 1 gennaio 2017
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      Scritto da: Lina Viglione
      La pace dell'anima. Io credo che strutturalmente nessuno in sostanza è fatto per pervenire la pace dell'anima. Oppure nessuno la desidera totalmente, perché coinvolgerebbe una sorta di felicità continua che lungo andare convergerebbe con la norma, è come se noi traessimo dei sussulti negativi, per poi trovare la gioia, per valicare le avversità.
      Una volta superata ogni traversie, apprezziamo la pace e da ciò che deriva allo scontro per essere sereni. Diversamente ci annoieremo. Tuttavia non esiste alcuna ricetta, ma un aiuto psicologico e già sufficiente riuscire a bastare a se stessi.
      Senza contare su altri previsioni di sorta o assegnare a loro meriti specifici, tutto dipende da noi. Possiamo anche stare da soli. Ma poi nostre gioie, dove andrebbero a finire? Beh, se qualcuno riesce a valutare chi gli è intorno, per condividere parte di vita, probabilmente tutto sarebbe molto più semplice.
      La mente ben educata accoglie quello che la vita gli prospetta e ne trae il più alto beneficio. Questa è la pace: ricavare gioie dalle perizie belle della vita e portare saggezza da quelle brutte.
      L'armonia dei stati d'animo si raggiungono soltanto con la ponderazione e l'innalzamento delle proprie capacità...
      Composto giovedì 1 gennaio 2009
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        Scritto da: Lina Viglione
        Le risorse interiori.
        Chi non si augura che la pace trionfi? È un desiderio leggittimo, ma perché non sia autopia è necessario anche capire che ognuno di noi può e forse deve, trovare la pace dentro di se e nella nostra casa.

        Per i spisicologi la pace vuol dire infatti accettare parte di noi che non vogliamo vedere, comprendere e integrare quei lati bui della nostra personalità che, se non riconosciuti, creano conflitti interiori e rendono più difficili i rapporti con gli altri.

        I psicologi possono aiutarci in questo percorso: facendoci individuare la parte di noi che non accettiamo ma che, se integrata, può accrescere la nostra creatività, le risorse interiori e l'equilibrio. Ogni segno ne ha una.

        Individuiamo la nostra, facciamo pace con noi stessi e, inoltre a vivere meglio, saremo una stella luminosa che brillerà per aiutare la pace generale. La vita è bella perche qualsiasi momento potrebbe essere l'ultimo.

        La vita è bella perche è una cosa che dobbiamo saper cogliere al volo, con tutti i suoi lati negativi o positivi che siano. Nell'ottimismo c'è magia.
        Nel pessimismo non c'è nulla.
        Composto sabato 1 gennaio 2000
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          Scritto da: Lina Viglione
          Siamo tutti intelligenti.
          Tutti dicono che l'intelligenza l'abbiamo tutti, perfino i più tupidi, ma si deve anche saperla usare, poiché, è un bene che si eredita e non si acquisisce. Ci sono taluni che non hanno una cultura scolastica che hanno una intelligenza molto aguzzo, ci verrebbe da domandarsi perché non l'hanno esaurito per la cultura, ma non tutte/i sono disposto per lo studio.

          Beh! Se vero che la cultura non ha lo stesso valore all'intelligenza. Ma se e ci troviamo di fronte noi due persone con la stessa intelligenza, è giusto che quello con più cultura potrebbe anche essere più intelligente solamente perché ha messo a frutto la sua dote e l'ha spronata con lo studio, la ricerca e la voglia di sapere.

          Dire che un qualifica di studio, non fa la cultura è sbagliato. A dire il vero io sono nata dopo la guerra e i miei non hanno avuto la possibilità di mandarmi a scuola (ho solo la 3 elementare ) Ho studiato molto sui libri e nella vita.

          Ma tuttavia mi ritengo molto brava nello scrivere, più di tante altre persone, che hanno un diploma, non le giudico più intelligente di me, perché non hanno un bagaglio di vita superiori al mio.

          Che poi, potrebbero essere dei geni, non mettiamo nessun dubbio a questo, ma a che vale un genio che poi non mette in risalto a sua dote? A che vale un uomo che è una gelialità se poi non mette in azione quello che crede di saper fare? Non coltivare vuol dire lasciare morire ogni ideale.

          Anche un illetterato a altezza manualistico, se non si interessa a niente lascerà perire la sua intelligenza non coltivata. Tuttavia po di "menti semplici" ve ne sono moltissime nel mondo e vanno avanti in una vita dove, si viene al mondo, si viene addestrati per lavorare una vita intera, diventare vecchi e morire.

          Esattamente come una macchina, inventata dopo averla costruita, semmai venduta, e poi demolita. Non è triste tutto questo? Scrisse Foscolo "l'amorevolezza, l'onestà, la libertà sono tutti quei ideali che l'uomo attua per dare un senso alla vita". Non è forse vero forse questo?
          Diamo ai posteri l'ardua sentenza.
          Composto martedì 1 gennaio 2008
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            Scritto da: Lina Viglione
            Domani è un altro giorno. Domani è un altro giorno, e anche se non sono certa che sarà più vantaggioso, ma avrò un'altra possibilità e fare di tutto perché sia davvero un giorno migliore. Questo è il senso, diciamo che è solo una mia considerazione, che non vuole dare per certo che esso sia migliore.
            Voglio solo sottolineare il fatto che il domani non si sa se sarà, peggiore ma sarà di certo diverso dal "giorno prima. È lo stesso ragionamento della speranza nella storia di pandora. Che nella sua narrazione è legato a quello del vaso che lo medesimo Zeus le avrebbe trasmesso, e che Pandora avrebbe aperto, per desiderio di sapere, liberando erroneamente i mali del mondo.
            La speranza può essere vista come una cosa concreta che consente di vivere malgrado i mali o, proprio per questo estremo fattore, diciamo che un'ultima canzonatura, poiché la speranza non ci fa vivere malgrado i mali, ma ci fa rinunciare dal porre fine alla vita, ma ad" impegnarci" a vivere anche in mezzo ai mali.
            Se oggi è stata una giornata difficile domani potrebbe anche non essere migliore, ma sarà in ogni modo una giornata diversa e vale la pena sempre viverla con il senso... della speranza e dell'attesa.
            Composto lunedì 31 dicembre 2007
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              Scritto da: Lina Viglione
              Le delusione della vita.
              Le delusione non vengono mai dimenticate, passa una arrivano altre, è meglio se proviamo a capire che anche dalle delusioni a volte vengono fuori delle buone cose.

              E come dice un vecchio detto: Quando si chiude una porta si apre un portone. Le delusioni toccano un po tutti, ma il cuore ne risente sempre. Cominciamo coll'amare più noi stessi che altri, e con questa dipartita avremo di sicuro un beneficio sulla corsa al traguardo della felicità.

              Ogni giorno che passa arreca una piccola modifica dentro noi e intorno a noi. E'irrilevante ma, dopo una quantità di giorni o mesi, ci accorgiamo che qualche cosa è cambiato dentro di noi per sempre. La crescita mentale, del cuore, è costante, e asciuga tutte le lacrime!

              Le delusioni vanno abbracciate, fanno parte di noi e della nostra vita, si ripongono da parte - nella casetta della memoria - e ogni tanto si vanno a dare una sbirciatina per essere più attenti nell'oggi e nel domani: quel domani che, sia pur a rilento, lavorerà per la nostra serenità. Forse sarà migliore, oppure peggiore, forse stupendo o da schifo, non si sa...
              ma sarà sempre un domani diverso.
              Composto martedì 1 gennaio 2008
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                Scritto da: Lina Viglione
                Lottare per vivere. Io penso che combattere contro i mulini a vento siano una perdita di energie, e fonte di successive delusioni. Oppure dipende da che guerra vogliamo vincere, alcune battaglie durano una una vita altre durano il tempo utile per arrendersi alle illazione o al fatto di accettare che doveva andare così. Tutti abbiamo dei limiti, ma si devono superare, la vita è una guerra senza limiti per restare in vita. Che poi si può ridurre ad una lotta per amor proprio, o solo per principio. Viviamo in un mondo che punisce chi si arrende. Certo ci saranno anche le rese, che fanno anche comode, segno di assenza di spina dorsale. Ma non è detto che tutti si adagiano a questa forza, ci vuole una buona spina dorsale. Ma non tendiamo a fare di tutta l'erba un fascio nel esaltare un modo di agire che anche se dannoso porta fama e notorietà. Nolte persone solo per sentirsi dire, bravo, nel non desistere è solo un modo per rimuovere la paura per aver sfiorato il proprio confine. Se combattiamo vuol dire che possiamo ancora pensare di farcela. E questo viene esaltato anche dal fatto che se tanti non avessero continuato ad oltranza, il mondo potrebbe anche essere meno buono di quello che è. Questi atteggiamenti hanno i suoi pro e i suoi contro. Ma che solo il singolo si dovrebbe valutare, ma sappiamo che il prezzo per quanto noi ci dichiariamo il contrario, della società pesa su di noi. Io a volte mi arrendo, ma non ho tanta scelta. Perché a volte non c'è la terza facoltà di scelta tra lottare e soccombere. C'è un limbo in cui lo strazio e il male la fanno da padrone. Per cui trovandomi dentro, lo posso capire, come sia una spinta. E posso anche capire come non si riesca a guardare e a capire perché sia così forte il desiderio e la... volontà di perseverare.
                Composto domenica 1 gennaio 2012
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                  Scritto da: Lina Viglione
                  L'invidia e l'invidioso.
                  Forse nasce perché se non esistesse l'invidia non esisterebbe la competizione. Essa si individualizza come desiderio univocità. Di avere ciò che gli altri godono, oppure che gli altri restano privi di quello che fruiscono.

                  L'efficacia, quindi, sul raffronto della propria condizione con quella delle persone invidiate, e non sul valore tipico dell'oggetto posseduto da questo singolo. Si può valutare l'invidia come una colpa, ovvero l'opposto alla superiorità, mentre la superiorità consiste in un'eccessiva analisi di sé.
                  L'invidia si qualifica da una bassa autostima e da una opinione esagerata delle difficoltà.

                  E dire che il soggetto invidioso è in possesso delle buone qualità che possono anche essere individuate, ma non le considera abbastanza sufficienti e alla fine si ritiene un incapace.
                  L'invidia può avere radici molto intime nella personalità di una persona.

                  Può avere origine causata da una mancanza di affetto in passato, da troppo grinta o da dei desideri che sono stati delusi dalla vita. Essendo le cause così evidenti, sarà davvero difficile per un soggetto arrivare a risolvere il proprio problema.
                  Alla base di questa invidia c'è, in generale, la disistima e la mancanza di capacità di vedere le cose degli altri a prescindere da sé stessi.

                  In questo senso, si può dire che l'invidioso è generalmente una persona frustrato, ossessivamente, ovvero un falsificatore, senza scrupoli e talvolta anche un bugiardo. E assume molte volte comportamenti ben riconoscibili, non solo verso ciò che possiede, ma anche verso presunte doti culturali, oppure uno evidente fascino, perché ai suoi occhi questo è colpevole perché mette in evidenza ciò che l'invidioso non possiede, e si sente sminuito da questo.

                  Come a dire: se sto male le colpa è sua, e si sentirà sempre più debole e ridicolo, frustrato, al contrario di chi è contento di se stesso, è per questo non prova di questi sentimenti, ma è felice dei successi altrui.
                  Per concludere: l'invidia è un sentimento negativo, e non ci sono cure, dipende dal carattere della persona, ma in più dal suo vissuto, sono tuttavia esseri umani.

                  Ma come giustificazione si può dire che chi non ha mai avuto niente nella vita sicuramente un po' di invidia per qualcuno che sta...
                  meglio c'e'l'ha per sempre.
                  Composto giovedì 1 gennaio 2015
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                    Scritto da: Lina Viglione
                    Per come la vedo io.
                    Volendo e dolendo la vita la viviamo tutti da soli, possiamo intrecciare durante il nostro tragitto altre persone che si accosteranno a noi per un lasso di tempo più o meno lungo, ma anche in questa circostanza restiamo sempre noi, davanti alle nostre paure oppure alle nostre vittorie.

                    Nel mondo siamo miliardi di esseri umani, ma alla fine dei conti siamo tutti assurdamente soli con la nostra vita. Se ad esempio prendiamo la parola "vita", è chiaro che siamo soli a viverla perché nessuno è mai morto al posto nostro.

                    Ecco il "soli" davanti all'illimitato soli davanti a Dio, soli dinanzi ad una stella che ci tiene in vita, soli a rispondere di questo immenso dono che è la vita, e visto che tocca solo a noi viverla, cerchiamo almeno di viverla in maniera meritevole.

                    Che vita sarebbe la nostra se piangiamo per la morte che deve avvenire e moriamo mente piangiamo per la vita che se ne va? Una vita senza una vera speranza, non è degna di viverla, perché di noi, come tutti sappiamo, non resta che il nulla.

                    Ecco il nostro sconforto dei nostri giorni di vite buttate al vento nell'attesa del nulla. Al bando quindi resta sola la solitudine, un essere umano solo, non può essere solo; semmai sarà un associale in mezzo a tanti associali.

                    Volendo ragionarci su la visione della vita cambia, la vita ne è una ed è sola nostra non ha nessun ripiego, soli o accompagnati e come tale, la vita è unica e irripetibile...
                    cerchiamo di non sprecarla.
                    Composto giovedì 1 gennaio 2015
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