- Elena: Dammi faccio io. - Damon: No. Fallo fare a me... Elena! - Elena: Damon... forza! - Damon: ... Sei quasi stata arrostita! Il meno che possa fare è prestarti soccorso. Ecco. - Elena: Hai recitato molto bene la tua parte stasera. - Damon: Oh, davvero...? - Elena: Tu e... Rebekah che sbavavate l'uno sull'altra e sui vostri marshmallow. - Damon: Si, prima che lei mi infilzasse. Pensavo fossi troppo ubriaca per accorgertene. - Elena: Fingevo per la maggior parte del tempo. - Damon: Anch'io.
Questa gara è un combattimento tra leoni, capisci!? Quindi solleva il mento, tira indietro le spalle, cammina con orgoglio, pavoneggiati, non leccarti le ferite, festeggiale. Le cicatrici che porti sono il segno di combatte. Hai partecipato ad un combattimento tra leoni, e se non hai vinto non significa che tu non sappia ruggire.
Spike: D'accordo... dobbiamo stabilire delle regole. Primo: non mi dai più pugni in faccia. Secondo: quando io ti do un pugno in faccia, tu mi dici cosa hai sentito, così posso annotarlo nei miei appunti. Terzo: non toccare i miei appunti! Quarto... Illyria: Mi eccita farti del male Spike: Bè dovremmo sistemare questa cosa, perché io... [Illyria lo colpisce con un calcio in faccia]
[...]
Connor: qui tutti sono dei supereroi? È un posto pazzesco. Angel: Sono per lo più degli impiegati. È piuttosto noioso come posto. [spike viene scaraventato fuori dalla stanza da illyria] Spike: sporca baldracca! Ti torcerò il collo con le mie mani. [rientra nella stanza].
Alcuni dicono che il tempo sana tutte le ferite. Io non sono d'accordo. Le ferite rimangono. Col tempo, la mente, per proteggere se stessa, le cicatrizza, e il dolore diminuisce, ma non se ne vanno mai. Rose Kennedy.
- Cox: Pivello, se le prossime parole che dici non sono "ci si vede" allora saranno "Oh mio Dio le palle, mi ha dato un pugno sulle palle". Allora? - J.D.: Ci si vede.
Ricordo quando sono arrivata in questa città: avevo 14 anni, mia madre si era appena uccisa e il mio patrigno era tornato in prigione. Sono arrivata qui e non conoscevo nessuno e sono finita a viere con una ragazzo albino che puliva i finestrini delle auto fuori dalla dogana. Poi lui si è ucciso. E poi ho scoperto l'aromaterapia.
- Gaio: Hai giocato ad essere Dio, merlino. Hai intrapreso un sentiero scelto da te. Lo hai portato al trionfo ma chissà cosa gli riserva il futuro. - Merlino: Già. Non so cosa ci sia scritto sul vostro invito, ma il mio dice "festeggiamento.
- Gaius: Merlino, in piedi. Artù sarà anche via ma io ci sono. Perché la vasca delle sanguisughe è ancora sporca? Come ti è venuta l'idea di startene tutto il giorno a poltrire? - Merlino: Credete che io stia qui a poltrire? Non ho avuto un attimo per poltrire da quando sono arrivato a Camelot! Devo sempre correre dietro ad Artù... fai questo Merlino, fai quello Merlino! E se non sono con Artù sono con voi, e se non sono con voi realizzo il mio destino! Lo sapete quante volte ho salvato la vita ad Artù? Ho perso il conto... qualcuno si è degnato di dirmi grazie? No! Ho combattuto grifoni, streghe e banditi, mi hanno avvelenato, picchiato, tirato la frutta e tutto questo nascondendo chi sono, perché se si venisse a sapere Re Uter mi farebbe giustiziare. Mi sembra che mi tirino da talmente tante direzioni che non so da che parte girarmi! [Sbuffa ed esce, lasciando Gaius imbambolato]