Katsumoto: Questo tempio è stato costruito dalla mia famiglia mille anni fa. Il mio nome è Katsumoto... tu come ti chiami? Le mie parole non sono corrette? Mi eserciterò nella tua lingua con te, se tu vorrai onorarmi. Nathan Algren: Mi hai tenuto in vita solo per esercitarti? Allora che vuoi?! Katsumoto: Conoscere il mio nemico. Nathan Algren: Ho visto quello che fai tu ai nemici. Katsumoto: Nel tuo Paese... i guerrieri non uccidono? Nathan Algren: Non tagliamo la testa a uomini sconfitti e inermi. Katsumoto: Il generale Hasegawa mi ha chiesto di aiutarlo a togliersi la vita. Un Samurai non sopporta la vergogna della sconfitta, è stato un onore tagliargli la testa. Molte nostre usanze a voi sembrano strane, lo stesso vale per noi con le vostre. Per esempio, non presentarsi è considerato estremamente scortese, anche tra nemici. Nathan Algren: Nathan Algren. Katsumoto: Sono molto onorato. Mi è piaciuta molto questa conversazione. Nathan Algren: Ho delle domande. Katsumoto: Io ho fatto la mia presentazione e tu hai fatto la tua presentazione. È stata una splendida conversazione. Nathan Algren: Ho delle domande. Katsumoto: Le domande dopo. Nathan Algren: Chi era il guerriero con l'armatura rossa? Katsumoto: Era mio cognato Hirotaro. Nathan Algren: E la donna che si occupa di me? Katsumoto: Mia sorella, moglie di Hirotaro. Si chiama Taka. Nathan Algren: Ho ucciso suo marito? Katsumoto: È stata una buona morte.
Ci sono tante cose qui che non capirò mai. Non sono mai stato un "frequentatore di chiese" e quello che ho visto sui campi di battaglia mi ha spinto a interrogarmi sui disegni di Dio. Ma c'è indubbiamente qualcosa di... spirituale in questo luogo e sebbene possa rimanere eternamente oscuro per me, non posso che essere consapevole del suo potere. So che qui ho conosciuto il mio primo sonno tranquillo dopo tanti anni.
Senti so che è difficile credere alle persone che ti dicono "So cosa provi", ma io so davvero che cosa provi... Sto cercando di dire che capisco com'è sentirsi piccoli e insignificanti, quanto è umanamente possibile e come può far male in punti che nemmeno sapevi di avere dentro di te. E non importa quante volte cambi taglio di capelli o in quante palestre ti iscrivi o quanti bicchieri di chardonnay bevi con le amiche, vai lo stesso a dormire ogni sera riesaminando ogni dettaglio e chiedendoti dove hai sbagliato, come hai fatto a non capire. E come diavolo hai potuto pensare di essere tanto felice in quel momento. Ti capita anche di convincerti che lui capirà che cosa ha perso e busserà alla tua porta. E dopo tutto questo per quanto a lungo la storia possa durare vai in un posto lontano e conosci persone che ti fanno sentire di nuovo viva e finalmente i pezzettini della tua anima si rimettono insieme e tutta quella confusione, tutti gli anni della tua vita che hai sprecato alla fine come per incanto svaniscono.
Credo di pensare all'amore più di quanto in realtà si dovrebbe. Resto sempre sbalordita dal potere assoluto che ha di alterare e definire la nostra vita...
L'amore è, esiste, e niente di quello che dite può farlo sparire, perché è il motivo per cui noi siamo qui, è la vetta più alta, e una volta che l'hai scalata e guardi gli altri da lassù ci rimani per sempre, perché se ti muovi allora... cadi, cadi.
Mio padre dice che l'infanzia è il momento più felice della vita, ma secondo me si sbaglia. Secondo me ha ragione la mamma, lei dice che l'infanzia è "quella cosa che ognuno di noi cerca di superare per tutta la vita, lo diceva sempre la mamma, diceva che gli inizi fanno paura, le fini fanno tristezza, ma è quello che sta in mezzo che conta di più. Devi ricordartelo quando sei all'inizio di qualcosa: aiuta la speranza a crescere, e ti terrà a galla".
Un gruppo di amici in vacanza è come un manipolo di soldati spedito in guerra: possono diventare eroi o carne da macello. Una cosa è certa, se torneranno a casa saranno pieni di medaglie o cicatrici.