Scritta da: Mario Bianco
in Frasi di Film » Biografico
Non è perché c'è un pezzo di carta che io ti amerei di più.
dal film "La mia Africa" di Sydney Pollack
Non è perché c'è un pezzo di carta che io ti amerei di più.
Riconoscere la vita in ogni germoglio, in ogni tazza di tè, in ogni respiro.
Ho voglia di vivere, da morire!
Se ti chiedessi sull'arte probabilmente mi citeresti tutti i libri di arte mai scritti... Michelangelo; sai tante cose su di lui, le sue opere, le aspirazioni politiche, lui e il papa, le sue tendenze sessuali... tutto quanto vero?!? Ma scommetto che non sai dirmi che odore c'è nella cappella Sistina; non sei mai stato li con la testa rivolta verso quel bellissimo soffitto... mai visto... Se ti chiedessi sulle donne; probabilmente mi faresti un compendio sulle tue preferenze; potrai perfino avere scopato qualche volta... Ma non sai dirmi cosa si prova a risvegliarsi accanto a una donna e sentirsi veramente felici... sei uno tosto... Se ti chiedessi sulla guerra probabilmente mi getteresti Shakespeare in faccia eh?!? "Ancora una volta sulla breccia cari amici"... Ma non ne hai mai sfiorata una... non hai mai tenuto in grembo la testa del tuo migliore amico vedendolo esalare l'ultimo respiro mentre con lo sguardo chiede aiuto... Se ti chiedessi sull'amore probabilmente mi diresti un sonetto... Ma guardando una donna non sei mai stato del tutto vulnerabile, non ne conosci una che ti risollevi con gli occhi... sentendo che Dio ha mandato un angelo solo per te, per salvarti dagli abissi dell'inferno... non sai cosa si prova ad essere il suo angelo avere tanto amore per lei, vicino a lei per sempre, in ogni circostanza, incluso il cancro... Non sai cosa si prova a dormire su una sedia d'ospedale per due mesi tenendole la mano, perché i dottori vedano nei tuo occhi che il termine "orario delle visite" non si applica a te... Non sai cos'è la vera perdita perché questa si verifica solo quando ami una cosa più di quanto ami te stesso; dubito che tu abbia mai osato amare qualcuno a tal punto.
La libertà è il diritto dell'anima di respirare.
Carpe Diem. Cogliete l'attimo, ragazzi. Rendete straordinarie le vostre vite.
Vuoi sapere qual è la verità sul tuo conto? Sei una fifona, non hai un briciolo di coraggio, neanche quello semplice e istintivo di riconoscere che a questo mondo ci si innamora, che si deve appartenere a qualcuno, perché questa è la sola maniera di poter essere felici. Tu ti consideri uno spirito libero, un essere selvaggio e temi che qualcuno voglia rinchiuderti in una gabbia. E sai che ti dico? Che la gabbia te la sei già costruita con le tue mani ed è una gabbia dalla quale non uscirai, in qualunque parte del mondo tu cerchi di fuggire, perché non importa dove tu corra, finirai sempre per imbatterti in te stessa.
Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene.
Non accetto da bere dai gentiluomini che mi disapprovano... e specialmente da quelli che sono mantenuti da altre gentildonne. Perciò ecco qua, ormai sarai abituato a prendere soldi dalle signore, no?
Ti amo, Lulamae.
Lo so, e vorrei che tu non mi amassi. L'hai sempre fatto questo sbaglio di amare degli esseri ribelli. Portavi a casa degli animali selvatici, e una volta era un falco con un'ala spezzata, e un'altra un gatto della prateria con una zampa rotta. Te ne rammenti?
Lulamae, ascoltami.
Non si può dare il proprio cuore a una creatura selvatica. Più le si vuole bene e più diventa ribelle, finché un giorno se ne riscappa nella prateria e vola in cima a un albero, e poi su un albero più alto, e poi in cielo.