Babilù
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C'era una volta il paese di Maggiociondolo e i suoi abitanti erano felici, era gente semplice, che si accontentava di poco, contadini nell'animo e nelle rozze, grosse mani spesso sporche di terra: semina, raccolto, vendemmia, animali, un buon fuoco d'inverno, la frescura delle querce d'estate, queste le cose essenziali intorno alle quali trascorreva la loro vita.
Ma per Babilù no! Lui era diverso: cantava canzoni, sognava guardando le stelle e sospirava alla luna, la sua pancia era sempre vuota e il suo stomaco brontolava per la fame... però Babilù non riusciva a fare il contadino: gli attrezzi erano troppo pesanti per lui, invece di arare si fermava a guardare i fiori, invece di mietere, carezzava le spighe.
La gente del paese un po' lo compativa, un po' lo sbeffeggiava: - Chi si crede di essere... un signore? - - Mettesse mani alla zappa per guadagnarsi il pane! Quello ha la testa piena di nuvole e di bubbole! Un po' di sano sudore condisce il miglior pane! - - Certo, gli manca qualche rotella! -
Alla fine, l'unico lavoro che aveva trovato era quello di spaventapasseri, tanto la sua sagoma era già quella! Alto, ossuto, i vecchi vestiti rattoppati, il cappello scalcagnato,... [segue »]
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