Scritta da: Krzystof leb.
in Poesie (Poesie d'amore)
I discorsi con te,
il tempo che vola,
ti prego stai qui,
sorridimi ancora.
Composta martedì 21 agosto 2018
I discorsi con te,
il tempo che vola,
ti prego stai qui,
sorridimi ancora.
Dovevam perderci allora,
quando brezza gonfiava le nostre vele
e bianche e linde le nostre tele,
battevan forte rivolte a prora.
Senza timoni, portati dai venti,
in quale porto saremmo oggi,
se fossimo stati un po' più saggi
o forse solo più incoscienti.
Com'ora mai fosti più bella,
tempo e vita han colorato,
quegli occhi tuoi che ho sempre amato,
il tempo ammanta e mai cancella.
In quelle gemme verdemare,
tante risa e qualche pianto,
l'imbarazzo ed il rimpianto,
di chi non sapeva amare.
Chissà se ancora ti domandi,
se la notte a letto sogni,
se nel cuore a volte agogni,
tornare a prima d'esser grandi.
A quella vespa e quei teneri amanti,
le mani impazienti, i respiri affannati,
i baci infiniti sotto cieli stellati,
agli occhi che brillano come diamanti.
A quella panchina nascosta nel prato,
cercando scuse per fare più tardi,
mai sazi di noi e dei nostri sguardi,
alle notti vissute tutte d'un fiato.
A quelle labbra al sapore di menta,
quando la notte sembrava infinita,
a quando la luna dall'alba rapita
ci salutava dall'alto ormai stenta.
Ci siamo persi, dimenticati,
non il ricordo di te sul mio petto,
parole che forse non t'ho mai detto,
ma in fondo sai che ci siamo amati.
Un giovane amore è spesso dannato,
innocente, immaturo a volte malato,
ma se vita m'insegna e qualcosa ho imparato,
un'amore così non và mai scordato.
Restiamo a terra alla vita ancorati,
coi giorni nostri perduti lontano,
mentre la vita ci fugge di mano,
sognando quei mari dal vento agitati.
Dove brillano al sole le croci sui tetti,
dove aghi di pino ricoprono i letti,
dove terra trabocca di storie passate,
di angeli bianchi con ali spezzate.
Dove il tempo si ferma e non serve più a niente,
dove il nero cancello è custode paziente,
dove odi campane il cui dolce lamento
si perde lontano portato dal vento.
Dove un muro ingiallito sembra un prato fiorito,
dove un fiore appassito sembra amore sbiadito,
dove al bambino è vietato giocare,
solo libri di pietra che non riesce a sfogliare.
Dove il rimpianto ti morde in silenzio,
dove le lacrime sanno di assenzio,
dove lo sguardo di volti avvizziti
si perde in un mare di nomi scolpiti.
Segni sui marmi come cicatrici,
mani che stringono vuote cornici,
preghiere imbrigliate nei rami ormai lordi,
ninnenanne cantate ad angeli sordi.
"Eppure qui tutto mi parla di te";
maree di ricordi che sferzano scogli,
madri che scaldano freddi giacigli
e accarezzano rose portate a quei figli.
"Mi manchi"
come la luce ad un cielo incupito,
come il calore ad un fuoco sopito,
come la vita ad un fiore reciso.
C'è nella mente
una stanza
una stanza di vento
con tende d'aria.
Appeso alle nuvole
un desiderio schiude lo sguardo
e la ragione diviene,
sottile equilibrio
su un filo di pioggia.
- Posami tra le labbra -
Nei suoi occhi conserva
l'incanto della prima volta.
Ama
ride
piange
guarda la pioggia
il cielo
il mare
ogni volta
come la prima volta.
In lei
tante vite nuove
tanti sospiri
tante emozioni
tanta speranze.
Ogni cosa è nuova in lei.
Perché lei non finisce mai di nascere.
Lei non finisce mai di amare.
E squassa
le pareti del cuore
l'Eco struggente
che l'Universo
restituisce
al mio canto.
Se tu ascoltassi questo mare
non farebbe altro
che ripeterti Il tuo nome
tanto quanto i pensieri su di te
a cui ad esso ho riposto.
Bello vivere tra due mondi,
anche sé spesso si soffre.
In una,
ti ubriachi con la pioggia
nell'altra,
con il sorriso della gente che non conosci.
Sai cosa succede?
Che una mattina ti alzi,
dopo aver passato una notte da dimenticare,
insonne,
di quelle che ti obbligano a stare sveglio
e sentire che la ami.
Ora,
non sai quanto si senta stupido
uno così,
subordinato all'ordine del silenzio.
Ricordi,
un luogo lasciato tempo fa.
Come la casa al lago dei nonni.
Venduta.
Un luogo vissuto ma troppo remoto per farvi ritorno.
Così, sentire qualsiasi parte del tuo corpo che ti proietta a lei
ma evitarlo.
Per non creare malesseri.
Anche se è l'unico posto che abbiamo.
Anche se per te, lei,
voleva dire casa.
Ti lascerò decidere il ritmo del mio cuore.
Ti lascerò modo d'infiammarlo.
Te lo donerò nel palmo di una mano.
Abbine cura.