Scritta da: Nadia Falcioni
in Poesie (Poesie d'amore)
Sei la mia stella
perché mi porti
fuori dal mondo
e dentro
al tuo cielo.
Composta lunedì 27 marzo 2017
Sei la mia stella
perché mi porti
fuori dal mondo
e dentro
al tuo cielo.
Marzo, gracile ulular il tuo amore,
sponde distese e siepi in fiore a turbar l'anima
cesta in speranzosi colori a tubar odorosi giorni,
serenità a distender il corpo e
visioni a dipinger tratti di poesia
prati addobbati a festa e verdi tappeti di
margherite a sparger pudor di vita.
Nel cielo rondini a ritrovar candido tepore
marzo a schiuder petali di peschi e
mandorli a maturar frutti al sole,
pensieri nel cuor ad elevar emozioni.
S'apre la finestra ad aprile mese sbarazzino,
ad incantar di luna e,
moltiplicar le stelle sulla cresta del fiume.
E cosa urlo al cielo plumbeo
e cosa urlo al cielo dei miei perché
e cosa urlo al cielo vuoto di stelle
e cosa urlo quando vivo il silenzio dei ma e dei se
e cosa urlo a me stesso
per me stesso quando non posso urlare ciò che vorrei di te
urlo il petto squarciato della mano
che porta via quel cuore che ancora t'appartiene
urlo il volerti nell'istante in cui lo penso
e sai
non m'interessa per come scrivo
o come lo scrivo
chi legge può leggere ciò che gli piace
io scrivo quell'urlo
e se nessuno lo sa ascoltare
allora ascolti i suoi di silenzi urlati
fanno male quanto il mio urlo di te.
È capricciosa la vita,
che toglie le nuvole dal cielo
per farne zucchero filato.
È scorbutica questa vita
che grida se ferita e non placa il pianto
su volto che riga.
Che pagliaccia questa vita,
guance rosa e naso rosso
su sorrisi di anima infinita.
E poi è tenera questa vita,
accarezza e si lascia accarezzare
come coccole da conquistare.
Come bella questa vita,
in discesa
in scesa e lunga risalita.
Avvolgimi di fiato e parole
e vestimi di te.
Imprimi le tue carezze
sulla mia pelle,
saziami dei tuoi occhi e
della tua bocca.
Per questa fame che io sento,
ascolta tutto ciò che di me c'è d'ascoltare,
impara tutto ciò che di me c'è da imparare,
perché nulla possa essere solo narrato tempo.
Stringi solo e fortemente
il cuore e la mente.
E se io diventassi vento, e tu le onde?
Chi stabilisce che il vento sbaglia
a sospingere le onde
invece di lasciarle calme,
mille volte nel mio respiro
il tuo diventa piacere.
E se tu tramonto e io alba?
Chi stabilisce che il sole sbaglia
a dare luce al mondo,
oppure la notte il buio.
Dovrebbe il sole tenersi per se la luce?
E la notte non lasciar brillare le stelle?
E se io fossi, un amore puro?
E tu, il posto dove lasciarlo giacere?
Chi decide che io non possa
lasciarti andare per ritrovarti
dentro ogni goccia di vita.
Mi profumava ancora la pelle di lui,
appariva all'ombra dei sensi
e sapeva di limone e cannella.
Ambivo ancora le sue labbra,
come le onde su le sponde, è tutto
era oltre gli equilibri
che in noi non trovavano spazio.
Era la follia la voce che narrava
il nostro tutto,
noi eravamo candori indecenti
di momenti di incisa passione.
Ti vorrei,
leggere sulle note
che lasci sul mio corpo,
in questo luogo dove,
il caldo del sole
diviene tiepido al crepuscolo.
Ti vorrei,
tra lo zucchero che mi lasci,
quando le tue labbra
sfiorano le mie,
dove le tue mani plasmano
il mio corpo
quello che io dono a te
per regalarmi amore.
Ti vorrei,
dove il sole nasce,
se queste nostre lenzuola
sono sudario di noi
perché d'amore con te
voglio morire.
Cercarti lì dove mi aspetti,
muovendo il tempo
per donarci quel appuntamento.
E ora sentiamo su l'anima
tutto il peso di cercarsi,
in un punto preciso
dove il mosto lascia il suo aroma.
Baciarsi li dove tutto ci attende
il mio sudore odora di orgoglio,
il tuo di speranza.
Io e te, siamo
e ci rivestiamo,
dei panni smessi solo per l'occasione.
Una goccia sulla pelle innamorata,
parole come nodi sul cuore,
baci che non puoi scordare.
Viaggi in altri spazi
in altri tempi
quando il padrone di tutto era l'amore.
Tutto diventava azione
mordeva,
colorava,
viaggiava.
Conosco ancora i tuoi passi
mi piace riconoscere il tuo respiro
riempire il tuo spazio
senza te,
muoiono i poeti,
cadono i colori,
non ha più rotta il mio destino
non vedo sole nel mattino
ne buio nella notte.
Sara che alla fine di un viaggio,
ci si sente sconosciuti
come un finale sbagliato
senza parole
e allora non viaggiare senza me
portami nelle tue valigie
ritrai il mio animo, sulle tue tele
e fai nodi doppi dal tuo cuore al mio
così stretti da poter anche morire.