Poesie di Alda Merini

Poetessa e scrittrice italiana, nato sabato 21 marzo 1931 a Milano (Italia), morto domenica 1 novembre 2009 a Milano (Italia)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Frasi per ogni occasione e in Diario.

Scritta da: Andrea De Candia

Colori

S'io riposo, nel lento divenire
degli occhi, mi soffermo
all'eccesso beato dei colori;
qui non temo più fughe o fantasie
ma la "penetrazione" mi abolisce.
Amo i colori, tempi di un anelito
inquieto, irrisolvibile, vitale,
spiegazione umilissima e sovrana
dei cosmici "perché" del mio respiro.
La luce mi sospinge ma il colore
m'attenua, predicando l'impotenza
del corpo, bello, ma ancor troppo terrestre.
Ed è per il colore cui mi dono
s'io mi ricordo a tratti del mio aspetto
e quindi del mio limite.
Alda Merini
Composta venerdì 25 marzo 2016
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    Scritta da: Andrea De Candia

    Io vorrei, superato ogni tremore

    Io vorrei, superato ogni tremore
    giungere alla bellezza che mi incalza,
    dalla rovina del silenzio, fonda,
    togliere la misura della voce
    e cantare all'unisono coi suoni;
    stamparmi nelle palme ogni vigore
    in crescita perenne e modulare
    un attento confine con le cose
    ov'io possa con esse colloquiare
    difesa sempre da incipienti caos.
    Vorrei abitare nel segreto cuore
    centro d'ogni più puro movimento,
    animare di me gli spenti aspetti
    dei fantasmi reali e riplasmare
    le parabole ardenti ove ogni grazia
    è tocca dal suo limite. Variata
    stupendamente da codesti incontri
    numererò la plurima mia essenza
    entro un solo, perenne,
    insistere di toni adolescenti.
    Nell'aperta misura delle ali
    del più libero uccello,
    nel vigore degli alberi,
    nella chiarezza-musica dei venti,
    nel frastuono puerile dei colori,
    nell'aroma del frutto,
    sarò creatura in unico e diverso
    principio, senza origine né segno
    d'ancestrale condanna.
    E so, per questa verità, che il tempo
    non crollerà spargendo le rovine
    dei violati contatti alla mitezza
    del mio nuovo apparire, né la sacra
    identità del canto verrà meno
    ai suoi idoli vivi.
    Alda Merini
    Composta martedì 22 marzo 2016
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      Scritta da: Andrea De Candia

      Sarò sola?

      Quando avrò alzato in me l'intimo fuoco
      che originava già queste bufere
      e sarò salda, libera, vitale,
      allora sarò sola?

      E forse staccherò dalle radici
      la rimossa speranza dell'amore,
      ricorderò che frutto d'ogni
      limite umano è assenza di memoria,
      tutta mi affonderò nel divenire...

      Ma fino a che io tremo del principio
      cui la tua mano mi iniziò da ieri,
      ogni attributo vivo che mi preme
      giace incomposto nelle tue misure.
      Alda Merini
      Composta venerdì 18 marzo 2016
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        Scritta da: Andrea De Candia

        Cristo portacroce

        Quando lottavo duramente il giorno
        per sradicare l'ora dal mio cuore
        sola entità di tenebre, angosciosa
        era questa fatica alle mie mani.

        Ma non so quale leggerezza imbeve
        logicamente adesso la natura
        del mio corpo rinato; so che muovo
        allucinato il passo alle mie pene,
        sento che in me recede il rigoglioso
        volume del mio sangue e che più dolce
        mi è liberare sguardi di paura.
        Alda Merini
        Composta venerdì 18 marzo 2016
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          Scritta da: Andrea De Candia

          Lamento di un morto

          Aspettavo la ricomposizione
          dei miei sensi disgiunti,
          ma un Dio non sospettato
          ha disciolte le rime del mio amore...
          Credevo commutare
          questi pilastri d'ossa con sorgenti
          di finissimo cielo,
          e in cambio n'ebbi basi di pantano.
          Sono finito più che nel dolore...
          Ma non è questo il punto
          saturo di mia fede:
          il mio Dio sta immerso
          di là d'un palmo, e ho le dita monche
          per raggiungerlo in pieno!
          Alda Merini
          Composta martedì 22 marzo 2016
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            Scritta da: Andrea De Candia

            Lasciando adesso che le vene crescano

            Lasciando adesso che le vene crescano
            in intrichi di rami melodiosi
            inneggianti al destino che trascelse
            te fra gli eletti a cingermi di luce.
            In libertà di spazio ogni volume
            di tensione repressa si modella
            nel fervore del moto e mi dissanguo
            di canto "vero" adesso che trascino
            la mia squallida spoglia dentro l'orgia
            dell'abbandono. O, senza tregua più,
            dannata d'universo, o la perfetta
            nudità della vita,
            o implacabili ardori riplasmanti
            la già morta materia: in te mi accolgo
            risospinta dagli echi all'infinito.
            Alda Merini
            Composta giovedì 17 marzo 2016
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              Scritta da: Andrea De Candia

              Se avess'io

              Se avess'io levità di una fanciulla
              invece di codesto, torturato,
              pesantissimo cuore e conoscessi
              la purezza delle acque come fossi
              entro raccolta in miti-sacrifici,
              spoglierei questa insipida memoria
              per immergermi in te, fatto mio uomo.

              Io ti debbo i racconti più fruttuosi
              della mia terra che non dà mai spiga.
              e ti debbo parole come l'ape
              deve miele al suo fiore. Perché t'amo
              caro, da sempre, prima dell'inferno
              prima del paradiso, prima ancora
              che io fossi buttata nell'argilla
              del mio pavido corpo. Amore mio
              quanto pesante è adducerti il mio carro
              che io guido nel giorno dell'arsura
              alle tue mille bocche di ristoro!
              Alda Merini
              Composta giovedì 17 marzo 2016
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                Scritta da: Andrea De Candia

                Ah se almeno potessi

                Ah se almeno potessi,
                suscitare l'amore
                come pendio sicuro al mio destino!
                E adagiare il respiro
                fitto dentro le foglie
                e ritogliere il senso alla natura!
                O se solo potessi
                toccar con dita tremule la luce
                quella gagliarda che ci sboccia in seno,
                corpo astrale del nostro viver solo
                pur rimanendo pietra, inizio, sponda
                tangibile agli dei
                e violare i più chiusi paradisi
                solo con la sostanza dell'affetto.
                Alda Merini
                Composta lunedì 7 marzo 2016
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                  Scritta da: Andrea De Candia

                  Gli inguini

                  Gli inguini sono la forza dell'anima,
                  tacita, oscura,
                  un germoglio di foglie
                  da cui esce il seme del vivere.
                  Gli inguini sono tormento,
                  sono poesia e paranoia,
                  delirio di uomini.
                  Perdersi nella giungla dei sensi,
                  asfaltare l'anima di veleno,
                  ma dagli inguini può germogliare Dio
                  e sant'Agostino e Abelardo,
                  allora il miscuglio delle voci
                  scenderà fino alle nostre carni
                  a strapparci il gemito oscuro
                  delle nascite ultraterrestri.
                  Alda Merini
                  Composta lunedì 7 marzo 2016
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