Scritta da: Andrea De Candia
in Poesie (Poesie personali)
Tutte le mie vittime
sono prede spogliate
riposte nelle oscure
caverne del cuore,
ma di queste la mia ombra
è la più raggiungibile,
la più incancellabile.
Composta sabato 21 marzo 2015
Tutte le mie vittime
sono prede spogliate
riposte nelle oscure
caverne del cuore,
ma di queste la mia ombra
è la più raggiungibile,
la più incancellabile.
Poesia è il tentativo
ripetuto all'infinito
di un compasso che disegna
cerchi impazziti sul foglio
irrisolto dell'anima.
È così che disegno
volta per volta
cerchi su cerchi,
sperando che la punta
del cuore non si spezzi.
Quando la salsedine
sarà piena sul mio volto,
ti aspetterà una spiaggia
che essiccata dal sole
spoglia sarà di ogni mare.
Quante pietre ha dovuto sopportare
l'anima mia vistasi schiacciata a terra
ogni volta che sognava di arrivare
al cielo delle sue ambizioni,
un bruco nascosto nell'erba,
la mia ombra, una fionda colpita
da sassi più grandi dei suoi.
Quei sassi, farfalle libere
pestate fino a triturarsi
hanno atteso nell'ombra la luce.
Quali pietre ho sopportato
prima di godermi l'etere,
misero spiraglio di bianco!
E tu, che non mi conosci,
pensi e credi che son fatto
per restare sulla terra
a fare ombra alla polvere.
Ma tu che mi vedi
spaziare nell'alto
e pensi che io vi appartenga,
mi doni complimenti,
proprio non sai che mi aumenti
la presa di un nodo
che vuole impedirmi
la pace nel cuore.
Spesso m'è linfa
la sofferenza.
Senza
mi sento sfiorire.
Sento come un arco
che abbassa la parabola
nella morsa del cielo,
una cupa curva d'ombra
pronta a seppellire tutti
i pensieri insani dentro.
Porterò il peso dello schianto,
come una croce dentro,
sentirò lo sfregio lento
soffrire sull'asfalto.
Una spina fuor dal cuore
tornerà a pungermi ancora.
Capolavoro genio
amore amico artista...
su, ditemi quando, su,
ditemi ancora se l'hanno
tutti una vera conquista.
Eterno viaggiare
è il mio tornare
a un sempre più breve
modesto arrivare.
Le idee,
sentori
che custodisco
segreti in casa mia,
figli che non voglio
far uscire,
sarebbe mandarli
a morire
in mezzo alla gente
che non vuol capire.
Dell'alba e del tramonto
non distinguo il colore...
Apatia è il motore!
Con sguardo perduto
barcollo nel buio,
nei passi cerco forza,
ma un bastone non ho.
Stanche son le palpebre,
ma gli occhi non chiudo,
un abbraccio rovente
mi è tanto mancato!
Troppi gradini
le mie ginocchia han calcato
spossate si vogliono schiudere
come uova al primo mattino.
Giovane appaio,
ma vecchio mi struggo.
la luna spegne questa pozza,
dolci sorrisi non dono più.
Ho guardato spesso il mare
con la voglia di possederlo
in un pugno.
Il vento mi ha carezzato...
L'ho voluto abbracciare.
Tutt'intero!
Illuso e tanto sciocco
la natura mi ricorda
che sono solo un uomo...
Piccolissimo!