Libero corri
abbai e sventolano
i tuoi orecchi.
Una leccata
salto in alto e zampa
sollevata.
Pieno di calor
nel tuo vigor salti
in lungo il fosso.
Cagnolino Quin-
Quino col tartufino
nel suo musino.
Affannosamente
schiocca la tua lingua
nell'acqua fresca.
Falce e fieno-
Giunone nel solstizio
libera l'estate.
Ogni lume ha la sua ombra.
Forse è uno spasmo,
che nell'andar pensoso,
a passo svelto, smuovo.
Entro e sono circondata,
dalle tue braccia;
rami di melo.
Odor di tabacco,
fumo filiforme,
lacci che galoppano,
sulle mie orme.
Circuiti di nervi,
solcano la terra
e acqua viva,
sussulta di saltrato.
Brucio un capriccio,
sul dito un ricciolo
m'induce a te.
I coriandoli
li sputi dalla lingua
la carne levi.
Sangue d'arteria -
papavero sgualcito
ebbro di sonno.
Il mio cuore -
calamita col tuo
in parallelo.
Si bora vieni,
sei vento di diamante;
resisteremo.
La notte bianca-
i toret lingua d'acqua
corre gioventù:
suda, si scontra, calcia
va zigzagando - centro!
Mantova sei tu
che rinasci-mentale
l'Ocno ammira.