Sera, torno a casa la strada è lunga cammino lentamente, guardo in terra e la mia ombra non mi vuol seguire. È la voglia di perdersi e non tornare a volte solo per cambiare per trovare una ragione per continuare. Manca poco, sono quasi arrivata ma mi fermo a pensare torno sui miei passi cerco una scusa per fermarmi a pensare. Le stelle non mi aiutano stasera cosa mai potrò inventarmi per non salire... Sono stanca, annoiata da morire si, forse di questa vita e che non so mentire... si vedrà dal mio viso, si fa presto a capire poi dalla finestra mi sento chiamare: amore... non sali cosa stai a fare? Hai fatto tardi mi hai fatto preoccupare... Sali, non convinta ma è lì che devi stare.
Da una macchina in corsa un uomo getta una sigaretta, la cicca finisce sull'erba di un bosco provocando un incendio. L'odore assai acre del fumo si sparge, complice il vento, sul monte e sulla collina gli alberi, con tonfi assordanti si abbattono a terra bruciati. Il fuoco ormai tutto ha distrutto e la cenere cadendo copiosa ha coperto di grigio il bel prato. Degli orsi, dal loro rifugio riescono a far capolino tra fumi e detriti... che desolazione! Non rimangono che nudi monconi, del verde più niente rimane. Papà e mamma orsa coi loro due piccoli riescono a uscire dal bosco tra il groviglio di tronchi caduti, per cercare una nuova dimora. Gli orsetti impauriti aggrappati alla mamma lasciano con grande tristezza il luogo dov'erano nati e cresciuti. Percorrendo un sentiero che porta ad un ruscello si odono fiochi lamenti, due volpine nate da poco adagiate li in terra vicino alla mamma morente. Volgendosi agli orsi la volpe, incastrata tra i rovi, piangendo: salvate i miei figli... non sono capaci di stare da soli, io muoio e voglio esser tranquilla. Mamma orsa raccolse le piccole volpi ed il dolce musino bastò a farle accettare come figlie. Cammina e cammina, incontrano una mucca e tre gallinelle, scappate dal vecchio fienile e dalla la stalla distrutti dal fuoco. Si uniscono a loro e riescono a uscire da quel parapiglia diventando una strana famiglia, che lungo il cammino stringe un gran patto: collaborazione e rispetto. Le volpi ormai son cresciute ed i vecchi pollai non cercano più convivendo con le galline mangiando le uova, la frutta ed il latte di mucca. Gli orsi golosi di miele vengon su che è un piacere. Dopo tanto cammino, si trovano su un'alta collina è una grotta assai grande immersa nel verde. Finalmente abbiamo una casa! Esclamano in coro, qui faremo crescere questa nostra strana famiglia aperta a chiunque ne voglia far parte, venite orsù dunque, sono aperte le porte... Evitare con la convivenza tutto quello che può dar fastidio, niente più mangiarsi tra noi, pace fatta tra tutti, sia animali del bosco che della fattoria. Ci vuol così poco per andare d'accordo, basta avere tra tutti... sempre è stato detto... Collaborazione e rispetto.
Non te ne sei mai accorta presa dalla vita che correva, il tuo cuore, la tua mente dove era, eppure ci credeva... mentre tu andavi avanti, tutto il resto con lui si fermava. La passione dei primi anni pian piano come nebbia diradava, tutto quello che c'era da vedere riconsegnava lucidi ricordi, e logico presente occhi lucidi che qualche lacrima bagnava. Ora siamo soli, io sono cresciuta nel mio amore, per i miei figli, per la famiglia e con il cuore, ma ho trovato te addormentato, sei proprio come ti ho lasciato. Cosa posso fare per farti capire... scusa ma qualche volta mi pento per averti così tanto amato.
Con i miei sentimenti giocavi, ed io, stupida ero troppo coinvolta, per scoprire che mentivi ora forse, sei tu che speri, che tutto possa poi finire, così come era nato ieri. Ingenua nella mia folle passione, ti ho donato tutto, coinvolta da una strana sensazione, ho evitato di pensare, tanto era bello con te fare l'amore. Poi sei sparito, a tutti hai raccontato quello che tra noi c'era stato, eppure in quel momento ci ho creduto, non ho voluto sentire, ora son qui che cerco di capire... avrò la forza di dirti che è finita, e col senno di poi ti posso confermare: che non sono stata né stupida ne mi sono pentita, anch'io con te mi sono tanto divertita.
Sono la tua bambola puoi mettermi dove vuoi dove più ti piace darmi il tormento non ti darà mai pace. Mi trafiggerai con mille spilli non mi farai morire piuttosto ti divertirai ad infierire sul corpo mio dolente. Morbido, poi dolcissimo un bacio prima di finire nel tuo abbraccio avvolgente comincerò a godere di quello che c'è stato. Mi leccherai dappertutto le ferite dolce sarà far finta di soffrire così ti vedrò felice penserai alla tua preda conquistata ma non saprai mai per arrivare a te che strega sono stata.
Oltre quegli occhi, che ti guardano spauriti, l'imbarazzo di sostenere lo sguardo, c'è tanta paura di non arrivare a farti sentire. Dentro ed oltre me dovrai esplorare, l'anima ed il sentimento, tutto ciò che sento e che non ho mai detto, per paura di farmi male. Sento la tua pena quando mi guardi, ma sono come te, posso pensare, amare... anche correre, basta sognare, forse tu non lo sai fare. Seduto sulla sedia ho tempo, penso a chi è come me, a chi è come te e non sa capire, a chi guarda con indifferenza senza aiutare, a chi concede qualche sorriso, senza esserne convinto, a quel finto che vuole salutare, darmi un bacio e non sa da che parte cominciare. Sono come te ma sono oltre, le barriere della mente e fisiologiche, sono oltre le logiche di tutta quella gente che rimane a guardare.
Muto il mio grido nell'anima, vuole perdersi, ma non si sa contenere, scende una lacrima, e la vita continua per tutti, nonostante quei lutti. Abbiamo partecipato con dolore ma quella rabbia di non poter far niente, contro le disgrazie le malattie, di tutta quella gente, le lacrime di tutti sono le vostre, le mie. Conterò le bare, per ognuna una croce che non finirà in pace, saranno ancora rabbia e dolore, pezzi di cuore ormai andati, distrutti e seppelliti insieme ai ricordi, di un'intera vita.
L'attesa di quella carezza, che il tempo ci nega, la lontananza, soli, ma uniti dal nostro desiderio, che si rinnova ogni giorno, soltanto uno sguardo, anche da lontano, basta che mi sfiori la mano, dentro ti sento forte, e senza stringerti, senza baciarti sai che son tua, basta guardarti. Questo sentimento così profondo, è per crearsi un mondo, dove possiamo amarci, anche sognando, Ormai il tempo è passato, ma questo amore ha avuto solo complici noi due, le nostre solitudini, le nostre confidenze, i baci rubati, le carezze sul viso, col desiderio sempre rimasto di andare oltre, ma sai che mi basta un sorriso, sei nel mio cuore, per amore si può anche rinunciare.
Scorrimi sulla pelle, come acqua di mare, baciami tutta, caldo e poi freddo, voglio sentire, brividi nel cuore, fatti respirare. Vita sei, aria di cui ho bisogno, unico mio sogno, desiderio infinito, stringimi e non vedrò la notte, avrò te vicino, luce mia sarai. Vita sei, delle mie giornate, delle ore presenti, di quelle ormai passate, mai ti negherò me stessa quando lo vorrai. Vita sei, vienimi vicino scalda il mio cuscino amore... Fatti respirare.
Saprai da ritagli, come di giornali, pagine rotte da incollare, tanto per non dimenticare, quello che volevo dirti amore, poi potrai bruciarli, al fuoco senza doverti pentire, li lascerai incenerire, e non troverai più me. Vedrai morire tutto il costruito, e perderai i ricordi, in fumo andranno, e li vedrai sparire. Hai sempre viaggiato in fretta, senza fermarti a guardare, questo è il tuo male, che non vuoi sentire, il superficiale non si può guarire. Quando guarderai il cielo distrattamente... Ricorda che dopo di te, per me c'è il sole.