Scritta da: Danio Ernesto

La mia isola

Viaggiavo come un relitto nel mare in tempesta.
nessun'isola all'orizzonte
nessuna nave che incrociasse la mia rotta.

La salsedine mi dilaniava la carne
gli occhi ridotti a due fessure e le labbra screpolate
e sanguinanti.

Dio, non immaginavo fosse così difficile morire.
Non potevo sapere che il mio corpo,
con inaudito accanimento, potesse
lottare così strenuamente per vivere.

Ma non sarebbe durata a lungo l'agonia.
Già, in lontananza, mi parve di scorgere dei volti.
O erano semplicemente nubi
venute a ghermirmi.

Fradicio era il cuscino quando
mi svegliai d'improvviso.
Tumultuoso il mio cuore quando
mi girai sul fianco.

E tu eri lì.
Tu, la mia isola deserta
Tu, la mia nave venuta in soccorso
Tu, che mi hai ridato la vita.
Anonimo
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    Scritta da: Pierre

    Il ricordo

    Il ricordo dei tempi
    senza vuoti che or solo tu riempi
    mi ricorda di giorni di sole
    quando eri tutto ciò che un uomo vuole
    quando il tuo sorriso mi portava grandezza
    e nel tuo viso contemplavo la bellezza.

    Quando la tua sola presenza
    mi infondeva enorme potenza
    trasformandomi in un nuovo io
    più felice e forte e vicino al nostro Dio
    e solo tuo era il saluto
    che Cuor curava dal suo vissuto.

    Ma ora il dolore della tua mancanza
    mi spinge qui in questa vuota stanza
    a scriver che la tua compagnia
    è ormai il bisogno dell'anima mia
    e che di semplici gesti ha bisogno il cuore
    donati anche non richiesti per generare stupore.

    Ma ora quando siamo insieme mi ignori
    e il mio dolor anzi che alleviare peggiori.
    Ed è tacendo che dopo i gesti più belli
    al posto d'esser mio riparo mi accoltelli
    ed è soffrendo e piangendo che ti perdono
    perché ricordo di darti l'amore come dono.
    Anonimo
    Composta venerdì 2 gennaio 2015
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      Scritta da: Nick Alan

      In bilico

      Siamo figli di tristezza umana immonda,
      di quell'aurea reale,
      quando vedrete il cuor che gronda
      sarà sacro o bestiale?

      Vi son spiagge per ciò che è stato,
      oceano può esser davanti a noi,
      dimenticare forte quello che si è amato
      per amare adesso quello che non puoi.

      V'è ingenuità che gioca nelle menti,
      due opposti elementi e quell'immensità.

      Guardate bene e male, li porta l'onda
      Ma in bilico sulla sponda, degna d'immorale
      Non piange o ride chi si ferma qua.
      Anonimo
      Composta lunedì 27 aprile 2015
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        Scritta da: logos probus
        È la vita questa
        percorre vestita
        di corazze,
        gesti sentiti
        e ripete un antico messaggio.
        Ritorna come le stagioni
        e le foglie che portano
        la grazia al vento
        si posano e dissolvono
        il soffio vitale
        nella terra
        che ha creato tutte le forme

        Vita può dire di forme, di situazioni
        e scorci, di umori paesaggi un po' allibiti, un po' tetri

        Ritorna a volte e ripete
        il suo corso
        dal mattino buio
        vampe di nebbia
        buia come temporale
        che schiarisce le ombre
        È l'alba e salgono fitti vapori.
        Anonimo
        Composta nel 1980
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          Scritta da: logos probus

          Viali

          Andare per i viali
          estesi di malinconia

          I passi perduti
          aleggiano su facciate
          di pietre scurite
          incrostate di vita.

          Prendere per le viuzze
          strette, tra incombenti
          costruzioni diseguali

          Allo sguardo,
          finestre,
          cadono come occhi spenti.

          Si scioglie l'eco di brusii di motori
          sui tetti scolorati

          E lo sguardo di un passante
          sale e si perde all'orizzonte
          al di la del cielo grumoso
          portando il bagliore dei fiori.
          Anonimo
          Composta nel 1980
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            Scritta da: logos probus

            1979-80

            Intorno si allaga di luce
            di fiori,
            molli di tenerezza con i colori
            incantati per sempre nel balenio
            di sfumature di una foglia.
            Come un ragno costruisce
            la sua ragnatela incerta,
            Io getto i miei ponti
            di speranza intricata
            nelle parole,
            tra luminose arbores cenze
            nei capelli di corallo
            delle ninfe,
            tra il verde soffuso
            dei cespugli.
            Anonimo
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              Scritta da: logos probus

              Contorni

              Prolificano geometrie di palazzi
              solidi come argilla indurita al sole
              serrano la voce del pensiero.

              All'improvviso
              un fiato,
              sottile suono insinuante,
              corrompe le polverose facciate
              percorre umidi cortili
              soffia i suoi effluvi
              attraverso le tende aperte

              Il suono della città
              si fa più mite
              dai marciapiedi
              sale un alito di vita
              la luce cristallina disegna il filo dei tetti,
              afferra la città

              a liquefare i contorni
              esalando sofferti odori
              è la natura.

              E la mente si amplia
              scoprendo lo spazio
              sogno vitale di libertà.
              Anonimo
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                Scritta da: logos probus

                1981-82

                I capelli imbrigliati
                nel sonno, fluivano
                nelle dolci sabbie
                africane.
                Dorati brillavano
                alla luce
                gli occhi forgiati di rocciose piramidi
                aguzzi, nelle fessure lunghe.
                Un profilo tagliente
                nero nel blu stellare
                svuotava secchi
                ricolmi di momenti.
                Io nuotavo tra
                le ombre, verdi
                piante acquatiche e ligustri spine
                avevano i miei sguardi.

                Vorrei volo troppo acuto
                da offuscare
                giorni e ore
                vere a sorbire
                liquidi tiepidi
                nei centrini ricamati
                Sui terrazzi di geranei
                caldi palpiti
                di emozioni distese.
                Le ore troppo ricche
                di velluto troppo nero.

                I nudi fantasmi delle mie sere.
                Passati tra briciole e crepe
                di finestre.
                Avevo nell'aria offuscata
                dei sogni, palpiti di vita.
                Anonimo
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