Poesie di Asianne Merisi

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Queste trasparenze
rendono la tua figura
la mia tela di vita.

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In questa spasmodica ricerca d'amore
il cuore si affanna e non trova,
poi, l'amore trova noi.

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Voglio i tuoi occhi,
che si aprono ai miei
voglio l'amore che si rispecchi in un cielo infinito,
voglio i tuoi occhi chiusi sui miei
purché si aprano a questa anima
dammi il tuo sguardo
e poi voltali via dai miei
perché io possa sentire il desiderio
di risentirli su di me
voglio i tuoi occhi per lasciarmi credere che sono la tua pace
dammeli furbi, curiosi, gioiosi,
e ancora inquieti, tristi, rabbiosi,
per sentire che solo nei miei
si placano le tue pene.

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L'amore è silenzioso,
eppure tutti urlano.
Chi lo perde urla,
chi lo merita urla.
Ma esso rimane silenzioso,
e come quella nota muta sul pentagramma
che agita il ritmo
e abbraccia l'anima del mondo.

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In fondo sono emozioni,
che uniscono le nostre labbra
dove insieme possono parlarsi
per desiderarsi.
Io insieme a te smarrisco la ragione
e divento insostituibile follia.

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Siamo passi che fanno rumore
imitano il battito del cuore
quando incontra l'amore.

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L'amore ci ha plagiato il viso
l'odio fa capolino dalla porta
ma sa che non si entra
il cuore si finge sordo e cieco
e l'anima fa l'attrice
sul palcoscenico di tutti i tuoi domani.
La paura cerca letargo tra le tue ossa
la felicità ti viene a trovare e poi va via
la tenerezza si corteggia la tua sensibilità
e la tua vita si riempie
di cose nuove e cose già viste
ma se tu potessi scegliere
non credo cambieresti le cose
dietro il sipario c'è sempre talento.

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Perché ti siedi?
Io non ti ho chiamato!
Non bussi alla mia porta,
non chiedi permesso.
Ti vesti di sguardi ostili e pecchi di presunzione.
Il tuo posto non è qui,
so che ti sbaglieresti
e tra l'ipocrisia, mi chiameresti
con il suo vero nome.
Rifiutami!
Il tuo posto non è con me!
Ma poi vedo che hai freddo, e io non posso ignorarlo
ti guardo e accolgo ogni tuo sguardo
e rimango nuovamente offuscata
dall'eco di questo essere "noi".

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Ascolto il silenzio, e una voce stridula e cupa
ascolto questo venire senza peccato
e lascio che si fermi tra un velo di mistero,
e un libero sguardo.
Chi si posa sul mio cuore
ne sente l'amore,
abbraccia l'onda,
e sigilla tutto in un silenzio soave libero.

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Astratto, vivo, convulso, ritmico
tu mi sorgi dentro
come scossa assestante,
raffica violenta,
luce accecante.
Ti sovrapponi ai miei respiri,
ti insinui nel sangue,
ti proietti nel mio futuro.
Come luce che delinea i contorni,
come fame di essenza,
che cerca l'ora del proibito.
Tu ti ormeggi, ti avvinghi ai fianchi
mentre all'orizzonte sfuma la voce
e nasce una nuova luce.