Scritta da: Giuseppe Catalfamo
in Poesie (Poesie catartiche)
Le mani, uguali alle mie.
Il viso, gli stessi tratti, il mio stesso sorriso.
Le movenze identiche al mio incedere.
Le gambe uguali alle mie.
Lo compro sto cazzo di specchio.
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Le mani, uguali alle mie.
Il viso, gli stessi tratti, il mio stesso sorriso.
Le movenze identiche al mio incedere.
Le gambe uguali alle mie.
Lo compro sto cazzo di specchio.
Lamento d'una mente satura che dai profumi trae sensazioni
dal quale percepisce la realtà dove cerca disperatamente
illusioni portandolo a sognare nel buio.
Cercando vita aliena trovo me stesso, indigeno.
Lamento rassegnato, ancora stupito,
per non vivere più le stagioni odorandone le fragranze,
ma subendone le loro essenze.
Il tuo Cantare è eterea melodia.
Il tuo Danzare è sinuosamente ammiccante.
Il tuo Suonare l'arpa rapisce i sensi.
Le tue Sculture sembrano vivere.
I tuoi Dipinti dan gioia e colore.
Le tue Poesie carpiscono anime.
Ma il meglio della tua essenza lo dai quando lo succhi nei Film porno.
Nuovo mattino, macchina uomo accende i fanali.
Ottani di caffè, incontro a soliti voli.
Stondate finestre per tanti son chiuse, climatizzato è l'uomo fiero.
Imponenti altri, gomito al vento, intonano tronfi - Un italiano vero-
Chi poggia posteriori ruote in claustrofobici uffici.
Chi, ghignando, stantuffa pistoni arrugginiti.
Tramonto, è finita, ascensore, garage, che bella è la vita.
Altri milioni sfumano benza-Non esce un buco, Madonna che sfiga-
Ecco ch'è sera, via l'abito d'auto, l'uomo "normale" vuol fare l'amore.
I più integrati, ancorché consumati, aggiungono olio, si fan tamponare.
Ho visto
e sentito respirare le colonne granitiche e marmoree
di piazza De Ferrari.
Ho visto
una mano con tre dita affusolate
che girava il mio cervello con un mulinello.
Ho visto
strade sterrate e buie di periferia
illuminarsi ai lati con fasci di colorate luci.
Ho visto
cose più vere nelle falsità ipnotiche
che incrociando occhi di tutti i giorni.
Oh, Capitano, mio Capitano
la nave fila sul mare tosco,
ma tu non sei lontano
dal tremendo scoglio fosco.
Vicina la Costa si staglia.
Nella notturna baldoria
la festa è fuoco di paglia,
come fugace è la gloria.
Improvviso lo schianto fatale
-calma signori, è un'avaria
nessuna paura, l'ansia fa male! -
Ma rapido il sogno và via.
Il rumore dell'onda sovrasta
nell'irreale terribile fuga
il marino profumo di pasta
il sapore prezioso d'acciuga.
Oh Capitano mio Capitano
dove sono le luci del porto?
Sulle scialuppe si va piano piano...
chi non sale è già quasi morto.
Oh Capitano mio Capitano...
Capitano...
Capitano?
Capitano?
Capitano?
CapitanOOOOHOO!
Nel buio della via illuminata.
Pupille rosse mi scrutano,
al centro di occhi verdi.
Sabbie mobili mi fagogitano.
Le gambe tremano
freddo è il pudore
piango col sudore.
Due lune nel mio cielo
nessuna è mai piena.
Paura primaria nel ventre.
Mi adagio sconfitto.
Lo battezzo.
Mai avrei potuto profetizzare l'imminente pericolo,
se il Signore darà un peso concederà piglio per condurlo.
Non sento d'aver preparazione né sapienza,
l'immane segreto che Lucia volle fosse mio darà giusta forza.
Nessuno, mai, nei secoli volle due nomi,
eppur non posso escludere né Paolo né Giovanni.
Fedeli, sostenetemi per esser di Cristo in terra buon Vicario.
Incoronazione, Tiara, no Colleghi, non è merce per il popolo.
Non ostenterò l'esser Re con Sedia Gestatoria né Troni,
celebrerò Messa guardando dritto negli occhi tutti gli uomini.
Morbidezza ai poveri ed alla povertà, non ludibrio.
Redistribuzione dei beni clericali sarebbe Verbo di Dio.
Dio è Padre, anche Madre... e da Madre accarezza.
Maternità di Dio non contempla opulenza.
Clemente amorevole Madre di lucente anima,
sa che sovrapopolazione e contraccezione fan rima.
Ho tempra dell'uomo del nord-est e sorrido umile,
non basta, servo di Dio non so insegnarvi la divina morale civile.
Voi avete la stessa potenza della mia fede, ma servite Satana.
Scelgo le vie del cielo, per voi, vado in pace col Sorriso di Dio.
La vita come un treno su rotaie
impossibile sterzare.
Qualche scambio sferragliato
da capistazione determinato.
Giorni tutti uguali, solo un po' di morte in più.
La frase contiene espressioni adatte ad un solo pubblico adulto.
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