Le migliori poesie di Giuseppe Catalfamo

Attendo sempre una nuova passione., nato sabato 6 ottobre 1962 a Genova (Italia)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Indovinelli, in Umorismo, in Racconti, in Frasi per ogni occasione, in Proverbi e in Diario.

Scritta da: Giuseppe Catalfamo

I 33 giorni di Albino

Mai avrei potuto profetizzare l'imminente pericolo,
se il Signore darà un peso concederà piglio per condurlo.

Non sento d'aver preparazione né sapienza,
l'immane segreto che Lucia volle fosse mio darà giusta forza.

Nessuno, mai, nei secoli volle due nomi,
eppur non posso escludere né Paolo né Giovanni.

Fedeli, sostenetemi per esser di Cristo in terra buon Vicario.
Incoronazione, Tiara, no Colleghi, non è merce per il popolo.

Non ostenterò l'esser Re con Sedia Gestatoria né Troni,
celebrerò Messa guardando dritto negli occhi tutti gli uomini.

Morbidezza ai poveri ed alla povertà, non ludibrio.
Redistribuzione dei beni clericali sarebbe Verbo di Dio.

Dio è Padre, anche Madre... e da Madre accarezza.
Maternità di Dio non contempla opulenza.

Clemente amorevole Madre di lucente anima,
sa che sovrapopolazione e contraccezione fan rima.

Ho tempra dell'uomo del nord-est e sorrido umile,
non basta, servo di Dio non so insegnarvi la divina morale civile.

Voi avete la stessa potenza della mia fede, ma servite Satana.

Scelgo le vie del cielo, per voi, vado in pace col Sorriso di Dio.
Giuseppe Catalfamo
Composta sabato 28 novembre 2009
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    Scritta da: Giuseppe Catalfamo

    Canzoni e poesia. Mia Martini.

    Oltre la collina un altro Atlantico,
    mondi blu dove il cielo va a finire.
    L'amore è il mio orizzonte... aiutami.
    Cercando il sole dillo alla luna... salvami.

    Dimmelo tu quante volte ho contato le stelle,
    che vuoi che sia se t'ho aspettato tanto.
    Io appartengo a te, volesse il cielo
    Dio c'è e Gesù è mio fratello.

    Piccolo uomo stai con me,
    padrone, mi basta solo che sia amore,
    tu sei così, la tua malizia.
    Donna sola donna con te, principessa di turno.

    Il guerriero tenero e forte,
    occhi tristi del mio amore...
    gli uomini non cambiano, uomini farfalla.
    Ritratto della mia incoscienza, la vergine e il mare.

    Cosa c'è di strano se mi sfiori,
    danza pagana donna fatta donna,
    a poco a poco piano pianissimo spaccami il cuore,
    ossessione la costruzione d'un amore.

    Ancora lacrime di marzo,
    equilibrista il tuo cuore di neve,
    la porta socchiusa, parlate di me...
    tutti uguali... s. O. s. Verso il blu.

    Senza te son tornata ancora grande,
    Io madre ti regalo un sorriso,
    la musica mi gira intorno, io andrò in Paradiso,
    io donna io persona... e ancora canto.

    Ciao Mimì.
    Giuseppe Catalfamo
    Composta venerdì 19 giugno 2009
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      Scritta da: Giuseppe Catalfamo

      Giovini ardori

      Il rosso delle labbra dal cristallo traspare
      più rubina del vino la forma appare.

      Un ruggito m'assale mentre di nettare t'irrori
      nella mente s'avvolgono turpi ardori.

      Il tuo sguardo deflora il mio pensiero
      assorto, impavido come giovane guerriero.

      Vent'enni i tuoi sensi profanano la senile ingenuità
      vigore virgulta di neonata voluttà.

      Ti concedi, vergine nei sentimenti.

      Amore Santo, col viagra ne farò almeno venti.
      Giuseppe Catalfamo
      Composta mercoledì 23 dicembre 2009
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        Scritta da: Giuseppe Catalfamo

        Parole

        Le parole spesso assumono significati non veri,
        bestia è un cane, ma quali sentimenti più sinceri.

        Negro, può suonare offensivo, non educato,
        eppure nelle proprie case è così che si chiamano fra loro.

        Fascista, ormai è un offesa, ignobile etichetta,
        eppure l'ideologia non è certo da sgradevole setta.

        E tu, che sei il mio amore, il mio poema, mitologia,
        dovrei battezzarti come quella città, tra l'altro sei proprio Troia.
        Giuseppe Catalfamo
        Composta lunedì 9 agosto 2010
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          Scritta da: Giuseppe Catalfamo

          Colpo di reni

          Sentiero a monte
          arrampico, lo sgretolo
          la vetta.
          Allargo le braccia
          disegno una croce
          volo.
          Ammicco ombra di distonica pece...
          mio padre che fu croce lustri fa.
          Ammicco volti sapienti
          urlano silenti
          ridono i sorrisi addomesticati.
          Ammicco femmine
          ceste di frutti lucenti
          ripieni di carne solitaria.
          Ammicco le folte ciglia di mio figlio
          Vigore, prolungo il volo.
          Giuseppe Catalfamo
          Composta giovedì 11 giugno 2009
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