Penso la luce triste fioca sull'orizzonte, ed una mano nera che torturava cuori di notte, quando bambini buoni volano tra le stelle di calde fiabe bianche, senza spiegare ali nel buio.
Vedo la strada stanca grigia di pietre mosse, e l'angelo deluso chino sopra cristalli di vento sparsi dentro le nubi: ghiacci di fantasia; torce di paradiso scagliate verso ombre di sole.
Sogno sorrisi dolci, e occhi profumati di lacrime pensose su guance tempestate di perle: morbida come erba sopra una roccia viva di certezza che nasce, prendimi per la mano, speranza.
Buon viaggio, amici che partite. Io resto infreddolito sul sedile di pietra ad aspettare il treno delle ore venticinque. Non continuate a dirmi che non esiste: ho parlato col capostazione. E poi, una volta l'ho visto passare; e l'ho perduto solo per un soffio.
Io sono il fotografo del terzo mondo. Raccolgo il pianto, la fame e la morte in artistici libri di carta lucida. Costosi e impegnati regali di Natale per voi che, come me, non potete far nulla per questa infamia, se non commuovervi di compassione grave, criticare i governi e denunziare agli altri le ingiustizie del mondo. Ma sono imparziale. Quando il vento del Sud vi travolgerà tutti ci sarò ancora, per fotografare voi.
Luce riflessa. Specchi infiniti che creano luce. Eco perpetua di parole mai pronunciate. Ricordo tormentoso di un fuoco acceso, di un grido. Sensazione di risveglio. Immenso fremito divino. Involucro scalfito in un punto. Soluzioni scontate. Orgoglio. Certezza di fuga. Vertiginosa corsa lenta. Velo, tenda, pietra. Disperazione. Tristezza. Insoddisfazione. Universi vuoti. "Dorme di nuovo".
Tristezza, è finito il tempo dei cieli azzurri. I giorni della speranza si sono disciolti lentamente in una pioggia grigia di malinconia. Ed anche l'ultimo sole tra poco volerà via, come una rondine al primo freddo d'autunno.
Dici di aver trovato. Ritieni di aver capito. Maestro, dimmi: se hai capito, perché non piangi? Se hai trovato, perché non voli? Cerca. C'è un seme di verità nascosto nell'erba alta.
Se sapessi chi sono, mi condurresti per mano a giocare nel bosco. Mi stringeresti sul cuore lieve come farfalla. Mi doneresti la vita senza voltarti indietro. Ti riempiresti di stelle, se sapessi chi sono.
La tua voce che chiama il mio nome. Il tuo volto nel buio. Una lunga corsa verso di te. Le mie mani fra i tuoi capelli. Un bacio. Il tuo cuore sul mio.
Una carezza lieve mi ha sfiorato il viso: e i tuoi occhi socchiusi si son persi nel vuoto, a cercare nel cielo un angelo triste cui donare un sorriso...
Ed io scolpivo nel vento le lacrime del passato, e lanciavo lontano dal mio futuro il tormento dell'oggi, e correvo in riva al mare premendo sulla sabbia fresca l'impronta morbida della speranza...
Poi, una musica nella notte, una falce di luna sull'orizzonte, un fiocco di neve: polvere eterna di vita posata piano sopra i tuoi sogni.
Riposi lunghi, profondità di spazi vuoti di pianto e d'ansia, valli senza frontiere, cieli immensi, luminosi, fecondi di pietà senza lamenti; amor perenne, fraternità d'intenti tesi alla verità, destini eterni, pace... pavento ancor, morte solenne.