Messaggi dal nulla, lamenti nel cielo, abbracci veloci dolenti di vita, alti sopra la terra s'inseguono rapidi fulmini nella notte: cattedrali di luce sospese nel buio.
(voce) Pietre senza vita. Serpenti di sabbia. Tenui soffi di vento accarezzano il nulla.
(coro) Nuvole impossibili. Giganti vestiti di nero si levano alti nel cielo.
(uomo) Crollate, stelle: e seppellite i miei sogni. Parlate, tuoni: e confondete le menti.
(coro) Musica di lucciole, inganno. Freschezza d'amore, melma.
(voce) Gabbiani candidi danzano lenti sul mare.
(uomo) Ho perduto la strada: chi mi verrà in aiuto?
(coro) Destino di sofferenza; lunghissima corsa verso l'ignoto.
(voce) Angeli inflessibili inventano mostri di marmo sul duro cammino. Sui monti, lontano, s'accendono pallidi canti.
(uomo) Fantasmi invisibili mi scrutano attenti. Patetici abbracci mi cercano invano. E cammino. E piango.
(coro) Felicità troppo facile, hai mostrato alla luna il tuo volto di fango.
(uomo) Veloce verso l'ignoto s'affanna l'anima mia. Chi sorriderà alla mente le tanto attese parole? Chi mi darà occhi per vedere, profondità di sonno per comprendere, mani per levare al cielo il mio inno di gioia, animo per patire con forza le mie pene? Chi scioglierà pietoso le pesanti catene?
(coro) Fiore profumato, terra vivente. Profumo di stelle, mistero vivente.
(voce) Su teneri agnelli si leva orgogliosa la mano che lava le colpe del mondo. Morbidi anelli di fumo avvolgono il cervo morente.
(uomo) Luce. Datemi luce, e limpida acqua di fonte.
(coro) Armonia delle cose, maschera della verità. Ordine eterno, equilibrio di forze. Debole divinità, tormentose alleanze.
(uomo) Tremenda pace, hai dissolto con te le mie speranze. Le porte del tempo si sono richiuse dietro i miei passi. Volevo scoprire i segreti del sole, e ho trovato il tormento che brucia feroce nel ruvido cuore dei sassi.
Vivi la solita vita; e quando parliamo, mi sveli i misteri di sempre: denaro, successo, speranze orgogliose... Eppure, l'hai vista anche tu quella freccia quadrata pulsare di vita, volare in un attimo da un secolo all'altro, sfondare la cappa di fango che unisce le nostre esistenze... Gridasti al miracolo, vedendo la pioggia di stelle sgorgata da quella ferita... Stelle di melma brillanti di luce divina? Qualcuna. Ma tante stelle di fango, che tornano al fango.
Suona ancora quella chitarra lontana, e mi tormenta ogni sera, mi scortica vivo quel pianto tenue sospeso nel vento caldo d'estate, che mi accompagna nella nebbia fittissima che cela il tuo volto coperto di veli, tremendo in quel mescersi assurdo di gioia e di dolore, di luci e di ombre fuggenti, o fantasma indistinto che mi tormenti ogni sera e mi scortichi vivo ghignando nel pianto tenue del vento caldo d'estate.
Sudici, irsuti, sopra la Terra strisciano demoni muti. Notte, dentro le nubi affonda orripilante mano l'uragano. Corre. Mantello nero. Immensamente amaro, ha svelato il destino...
Dormi, bambino. Splendido, stanotte l'Angelo verrà. Gemma. Fiocco di neve. Poserà candido sul tuo cuscino.
Fratello, se vuoi seguirmi nel bosco seguimi scalzo e col capo scoperto; perché stanotte, nel vento, ascolterai lo Spirito della Terra cantare triste la sua patria perduta; e piangere, piangere in silenzio la sua struggente malinconia.
Stasera ho voglia di cedere, di sedermi su un prato e stare a guardare ciò che succede, inerte come un filo d'erba troppo vicino alla terra per essere mosso dal vento. Guardare senza capire, senza volermi spiegare il perché delle cose: sedermi su un prato, e stare a guardare.
Sogni, lamenti, grida di gioia, smeraldi luccicanti stanotte ho udito vagare lenti nella radura.
Poi ti ho veduto, e ho pianto. Parlare, no. Gridare, no. Pregare, piangere, morire, no.
Resti qui muto, e guardi fisso dentro la mia anima, dentro i miei antichi nervi di marmo... perciò ti uccido, e canto.
Canto alla Luna, e sogno un mondo nuovo, dove il vuoto sia falso, il vero vero, la vita, vita... e nel cielo sereno le stelle sappiano in silenzio brillare; o vivere, ed amare.