Scritta da: Christabella del Mar
Ametista del mare
Sboccia il fiore
Ametista del Mare
neon al sole.
Ti sento nell'anima
prendendo vita, amor'.
Composta venerdì 11 ottobre 2019
Sboccia il fiore
Ametista del Mare
neon al sole.
Ti sento nell'anima
prendendo vita, amor'.
Annoiato e arrossato di rabbia
che da qualche ora si sbatteva nella finestra oscurata,
cominciò a lanciare delle frecce bollente
sulle palpebre ancora chiuse fortemente.
Oh, che carino, poveretto Sole...
per la prima volta lo trascurai
dimenticai anche di salutare il mondo...
Avevo capito: il mattino stava per andare
così, di fretta alzai la serranda, aprii la finestra
e con un sorriso un po' storto e gli occhi quasi aperti, lo salutai con il pensiero
perché il globo d'oro rosso tondo tondo
mi picchiò dalla retina al cervello,
che non vedevo più ne terra e ne cielo...
poi, come scusa mi regalò un papavero grande, grosso
Ho cominciato a vedere tutto in rosso:
un campo enorme di fiori con quattro petali scarlatti
e a forma di stella dei stimi raggiati
delicati, selvaggi ma saggi che volevano raccontare la loro storia: come il rosso sangue li difende dal vento, ma se li porti dentro,
perdono subito tutto il loro abbigliamento:
i petali leggeri e soavi muoiono.
Dicevano di essere i figli di una Dea e sorridendo domandarono se ne avevo sonno ancora...
Peccato che erano così lontano, proprio nel racconto del Sole
Non li potevo baciare, nemmeno toccare...
Sul tardi mi buttai sul letto come i bambini
con un lecca-lecca guardando il rossetto
che rimaneva sopra come un'impronta di petalo di papavero rosso.
Di notte, si affacciò Dio del sonno, con un mazzo di papaveri tra le braccia.
Mi sussurro di chiudere le finestre, abbassare le serrande e di pensare solo a te.
Obbedii: vestita solo del loro nero profumo
ti accarezzai il viso, dolcemente, come un angelo dal paradiso
ma non senza farti un invito all'amore
con passione e ardore
Perché sai, Il papavero non è soltanto il fiore della consolazione, è troppo rosso, rosso sangue...
E poi, perché credi che questo estate è rimasto con noi così tanto sennò per contare, anche una volta sola, le macchie rosse dei campi e per amarci almeno una volta sola,
anche così, da lontano, perdutamente, come i papaveri nel vento...
o nel campo di grano.
Entra in casa!
In giardino piove
con foglie morte.
Vedono giù angeli,
caduti, come loro.
Fontana vecchia
ti offre uno specchio.
Rughe scolpite
annegano il tempo
toccando il profondo.
I rami secchi
con gli arti nodosi,
dimensione
pur immaginifica.
Il vento si ferma là.
Lillà in fiore
zucchero filato
sorrisi dolci.
L'adolescenza torna
nel cuore sigillato.
Occhi di marmo
viso di cera, bianco
labbra di sangue
essenza di profumo
che ha vissuto tutto.
Buio di lutto
Urla un vento muto
I gufi incontrano
corvi e lupi.
Della notte vorace
mi salva la tua voce.
Città marrone
con le strade bagnate
da mille gocce.
Piove in autunno
con rimpianti e color.
Petali bianchi
piovono dalla luna
ballano lento
la Danza della Morte
sul canto del cemento.