Scritta da: Christabella del Mar
Fantasma mia
Fantasma mia
sul corpo tuo freddo
bacia candele.
Composta lunedì 7 ottobre 2019
Fantasma mia
sul corpo tuo freddo
bacia candele.
La croce tace.
Nasconde la voce mia
in musica tua.
Il Passato va
dentro il monastero
dipinto neon.
Tu, Delirio
capelli di notte rock
note di fuoco.
Inverno mio
Stelle di diamanti
nel cuore caldo.
Sentivo un bel profumo di verde selvatico
e di cemento freddo di una città
immersa nel silenzio, il fumo lontano
di lavoro che, da poco alzato voleva riposo.
Volevo quel posto dentro di me,
dentro la casa, forse sotto la finestra,
per guardarlo dal letto.
Così, alla fine trovai il posto
dove tutto il tempo è Sera!
Non saprei dire se me lo ricordo
ovvero l'ho inventato proprio io...
Un posto dove si capisce
se si arriva o si parte...
Dove i desideri diventano tramonti
e le presenze se ritirano taciturne indietro.
Ricordandomelo, rivedo la lentezza dei gesti
talmente lenti che il tempo diventava visibile.
Solamente un ombra... ombra di capelli lunghi
lisci, che ballavano nel vento,
il viso intero coprendo...
Restai così un bel tempo
sforzando tutti i nervi nella ricerca di un minimo particolare. Niente...
I movimenti dei capelli hanno perso un po' il ritmo e riuscii a intravedere gli Occhi
Ma che meraviglia! Erano l'essenza della sera,
intensamente contornati, pieni di vita e di energia.
Parevano gli occhi di un angelo oscuro
caduto per caso nella parte destra della finestra.
Peccato: i capelli sventolati di là, di qua
mi oscurarono subito la scoperta
Ma in cambio il buio mi regalò
l'ectoplasma di una camicia bianca, un po' sbottonata... Oddio! Mi sembrava proprio un Dio, un angelo della Notte, che vagava sulle note di pianoforte
Pareva Lui, che "seats à droite"
Sai, esistono quelle ore quando rinunci a un'identità, anche la tua
anzi, la vedi pure come si dissolve senza un spasmo, senza un rifiato.
Ma ti rimane quel orgasmo nel cuore
di aver vissuto tutto il Tempo dalle sue origini,
concentrato nella luce di uno sguardo perduto nel vento dei capelli e della memoria
ma rimani felice di aver trovato la Sera e il Silenzio, da qualche parte, "à droite".
Come un fulmine che mira l'asse sagittale del corpo
ci penetrò di colpo
il chicco della cognizione della morte,
lontano, là, sotto il sole di fuoco
davanti al campo di grano come un deserto
celato da un gioco equivoco di raggi e vapore
de calore.
Inerti e vili siamo rimasti così lontano
guardando perduti il campo di grano
immerso nei cerchi di silenzio strano.
Nell'immensa morte, un girasole
si volta lentamente
come fissarci negli occhi con la forza della mente
poi, con un inchino quasi meschino:
quel fiore confidente del giallo re bollente
ci invitò all'ultima orgia e sceneggiatura
del mese d'oro della mietitura.
Ma io rimassi ancora guardare da lontano
le spighe svelte, splendente
con quella doratura...
Non capivo più quale delle due è più dura:
la vita o la morte.
Adesso, per me parla solamente la Negazione
con tutte le sue voci, ritmate e stonate,
parla con parole storte e canta in sonate
come un corvo trionfante che ingloba nei suoi occhi tutto il buio della notte.
L'Immaginazione non si stacca più dalla strana realtà...
sembrando un spirito malefico che prova reincarnarsi, qui e là...
Così, la Fantasia partorì due gemelle:
una creatura fantasmatica e una realtà già mortificata.
La prima neonata assorbì, come una vampira affamata, tutto il sangue della sua gemella
abbandonandola nel regno freddo della desolazione e della decomposizione.
Un buio assoluto si affonda nel vortice
del non significato
e devo pagare per questo peccato con un lutto
moltiplicato in se stesso.
Così, la riflessione e la lucidità si vestono di Negazioni.
Un crollo continuo mi tira la mano
portandomi indietro, da dove venni: da nessuna parte, da nessuna era...
Mi portò là, dove cominciò e finì Tutto:
nell'assurdo immaginario della Negazione.
Divento più scura, divento più Notte
sto diventando onda, sto diventando Morte...
Ma tu mi senti, mi vedi, ancora mi ami
e anche dal cielo toccarmi le mani.
Spogliati di preghiere, di ali e di tutti tuoi anni
appendi la spada, spegni la luce e butta via
tutti tuoi algoritmi inutili e la filosofia.
Dopo, poi scendere... ma vola piano, ti aspetto.
Sono passate due notti e già mi pare un'anno...
Ti manca ballare con la Morte in piena notte?
Lo so, vuoi rimanere un santo nell'Inferno,
gustarmi dalle labbra la miele e il veleno,
bevendo dall'Eternità e ritornare in cielo...
L'Universo stanco ti nega l'ironia sapendo che ci legga il gioco e la pazzia.
Vieni, succhiami la vita, ricolorati gli occhi, riscaldati di baci e TACI!
Fammi sentire il rumore della scomposizione, il tremolio che vibra ancora nei capillari secchi,
il tuo respiro strangolato al mio sguardo agghiacciato che appena vuole abbassare le ciglia e aprire la porta dell'anima.
Lasciami ascoltare il pensiero, quello di ieri
quando amavi il sole nella pioggia calda dell'amore!
Quando sognavi in colori e sentivi da lontano il mio profumo di fumo, di rose e di ambra...
Fammi sentire femmina, mentimi che sono l'unica, poi attaccami al muro di stelle nere!
Riempimi di catene e urla forte il mio nome,
ripeti il mio nome come mi chiedevi sempre!
Strillalo, cantalo fino che sputerai desiderio e sangue!
E prima di tornare, fammi capire dove si uniscono i Mondi, chi è l'Angelo e qual è la Morte!
Quando è Giorno e quando è Notte?
E deciditi se mi ami no.
NIENTE...
A parte un sacchettone pieno di fantasme acromatici
che invadono l'Autunno di ottone
che si è fermato
un po' spaesato
davanti al portone.
L'Autunno mi stava fissando
o forse io che fissavo lui
Poi, mi pareva accattanare risposte
e mi fermai...
Niente...
meglio niente... oramai...
Pensavo di aver scoperto tutto
e di poter capire abbastanza
dal tutto al niente.
Poi, l'aria delle foglie che svenivano,
conquistando la mia stanza
adesso mi bastava per capire
che non avevo mai saputo abbastanza.
NIENTE...
quarantaquatressimo autunno
per accettare tutto questo fumo...
Io, che conoscevo bene solo la vita esterna
delle risposte profonde,
io, che trovavo delle soluzioni per le cose,
che in solenne stanze
non esigevano inevitabilmente una soluzione.
Mà sto NIENTE
mi accarezza dolcemente l'encefalo,
slargato come un deserto...
E se devo qualche spiegazione a "NIENTE"
non mi viene veramente... un incidente!
la mente tace in santa pace
nell'Autunno con la nebbia vorace.
Niente!
Solo un sentimento fissurato della vita...
Io e L'Autunno ci avviciniamo come due abissi
uniti di niente.