Poesie di Marco Nuzzo

Nato (Italia)
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I ponti verticali

Sorpassarti tra le nuvole
senza chiederti le ali
e su ponti in verticale,
collegati
a paradisi
pitturati di bianco
che mai muoiono
nei tuoi occhi,
poi i sorrisi,
maturati
sopra mandorli fioriti
che spedisco
dentro spirali
cadute
in buchi neri
quando mancano,
tuoi sapori speziati
di labbra
e dita
sopra i tasti lavorati
di pianoforti nella testa,
muti
nell'assenza
d'alchimia
nei battiti del cuore.
Marco Nuzzo
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    Respirandoti

    Nell'aria,
    straniera,
    familiare,
    respirarti
    gli eterei umori
    in polvere di stelle
    su infiniti
    cieli distanti
    abbracciati
    tra i monti
    miranti alle galassie...
    e mi depuri,
    riempiendomi di te
    spodestando
    i miei pensieri
    nelle storie
    raccontate
    sopra fuochi sfavillanti
    accesi d'inverno,
    sotto i mari
    che spengono il sogno,
    tra le sabbie ed il sale
    purificatore
    d'antiche piaghe,
    affondate
    dentro oceani
    di sguardi
    che stregano
    disincantati cuori.
    Marco Nuzzo
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      Espressioni matematiche malinconiche

      Siamo io e te,
      fattori
      di sommatorie
      sottratte
      a paradisi incostanti,
      perduti
      su isole del cuore
      da dove
      costruisco ponti
      mentre tu
      scavi gallerie
      per incontrarmi
      all'infinito
      di idee adiacenti,
      semmai forse
      condivise
      tra graffe
      e sorrisi
      a forma di parabole
      e/o parentesi tonde
      orizzontali,
      nelle espressioni
      inespresse,
      taciute,
      per astratto benessere
      di noi,
      giudici giudicati,
      divisibili per muri
      con pareti di carta
      che spengono luci
      ormai difficili
      d'elevarsi a potenza.
      Marco Nuzzo
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        E tu mi chiami vincente

        Scintille su pelle
        -sprofondano-
        incidono
        laceranti disegni
        penetrando
        porte vergini
        -e tu mi chiami vincente-
        se il mio
        sorriderti tra le spine
        t'appare leggero;

        il guscio è superficie
        più profonda è la bufera
        quando il mare
        si preannuncia blu
        e il vuoto
        (tacito)
        non si colma
        gemendo
        dentro vasi lacrimali
        asciugàti poi al sole;

        sogno,
        capita,
        di uno squarcio
        dentro il cielo,
        e godere
        un istante
        d'una luce
        nella pioggia,
        scoprirti vicina
        che sorridi,
        mi scaldi...
        e tu mi chiami vincente.
        Marco Nuzzo
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          Drenandoti le lacrime

          Scivolano,
          su boccioli di rosa
          e foglie,
          gocce...
          rugiada trasparente;
          è
          come tenerti a mente
          quel sorridere
          disperso,
          a volte
          stillante
          il lacrimare,
          celato
          dentro sguardi
          di vetro,
          drenarti i flussi
          in tensione
          su fili
          d'ingiusta ansia
          e scalfirti
          con la seta
          sulla pelle,
          poi stremarti
          con un bacio...
          e morirmi
          in un abbraccio.
          Marco Nuzzo
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            Treni di emozioni

            Sguardi collimati
            al centro,
            dove posa
            l'indisturbato
            tacerti
            i pensieri,
            condivisi
            dentro vagoni
            sfioriti
            in treni passati
            con soli
            biglietti d'andata;
            e sei storia
            inespressa,
            a lungo
            lapidata
            tra il ristagno
            dei ricordi,
            se sorriderti
            era palese carezza
            e ricambiare
            era silenzioso
            assenso.
            Marco Nuzzo
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              Marinaio

              Eppure sognavo
              d'esser marinaio
              di cieli e di lune,
              tra mari di sabbia
              solcati sui venti
              a pescarti le stelle...
              e stavo a sentirle,
              le barche e i tramonti
              montati sul palco
              di scene di pezza.
              Ma per te il piacere
              è causarmi ferite,
              incidile al cuore,
              ma immergile dentro,
              nel miele profondo,
              fa che la spina
              mi faccia più male
              nel lampo che punge
              e il ricordo di te
              non depenni il rancore
              al termine di una lacrima,
              stesa
              e asciugata nel sole.
              Marco Nuzzo
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                Magica

                Bagnarti le coste
                dove s'incrociano
                i tuoi seni,
                soffiarti
                la schiuma incantata
                che pura inali...
                e bolle e sapone tra noi,
                oratori senza parole;
                raccòntati negli occhi
                come libri di storia,
                rinchiusi
                dentro polverosi scaffali
                che poco t'identificano,
                guardarti,
                esplorarti,
                conoscerti adesso
                come non mai
                scoprirti ingenua,
                seducente,
                magica.
                Marco Nuzzo
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                  Onirica

                  Sognare,
                  leggendo in faccia
                  lune ridenti
                  dagli sguardi argentati
                  riversi nel mare
                  e cullati dalle onde,
                  scendono,
                  risalgono,
                  stremati s'abbandonano
                  nella risacca
                  generosa
                  di luci alla scogliera,
                  assorbite
                  nell'incantato procurarti
                  dolci ferite al cuore,
                  piovute
                  come lacrime
                  su sterile deserto.
                  Marco Nuzzo
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                    Aquile senza cielo

                    Fosse facile
                    attraversare i venti
                    per un'aquila senza cielo
                    e ghermire quel sogno
                    ancorato sul mondo,

                    - salperei -

                    dalle invidie di sguardi
                    lanciati dai cori ululanti,
                    impennandomi alle stelle
                    saltando le stazioni
                    e scavalcando l'infinito,

                    - e sarei solo -

                    tra gli aliti di calma
                    carezzati dal crepuscolo
                    che m'illumina la strada
                    dissolvendo quelle voci
                    nel fragore della notte.
                    Marco Nuzzo
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