Mafia, prepotenza adoperata dal potere, un potere che nasce occulto per invadere la vita sociale. Mafia è anche imporre al proprio figlio di non uscire di casa, mafia è anche calpestare i diritti di un cittadino, mafia è anche giudicare prima di conoscere la verità, mafia è anche l'istinto dell'uomo di prevalere sul suo simile, mafia è anche l'ignoranza che insegna la giustizia dell'ingiustizia, mafia siamo anche noi quando vogliamo imporre il nostro volere. Ho visto uomini innocenti alla gogna, ho visto uomini prepotenti senza vergogna, ho visto donne dagli occhi di fuoco, ho visto bimbi piangere per un gioco. C'è chi insegue un sogno interrotto dall'ingiustizia, c'è chi invece è inseguito dalla giustizia, c'è chi ha le braghe al posto del marito, c'è chi ancora piange per il papà sparito.
Sono appeso con i polsi legati penzolante dal cielo. Alzo gli occhi, ti vedo nuvola fugace.
Il dolore mi stringe, mi spreme come spugna fino a perdere l'ultima goccia di speranza.
Denudato dai vestiti. Sempre lì appeso, un'anima senza peso, triste e angosciato, inerme e spossato.
Avere voglia di rispondere al tuo appello, ma il mio volere è ostacolato da un legaccio. Intanto passo la mia vita al setaccio.
Ricordo i ricordi da ricordare, la pioggia ed il mare, il raggio di sole, il tuo splendore, le risate spensierate, tante parole desiderate. Starei ore a pensare la veemenza del tuo amore.
Mentre io impossibilitato in quanto ai polsi legato e col cuore imbavagliato. Tu delle mie poesie ne hai colto il senso, dandomene consenso. Numero e indirizzo hai cancellato.
L'istante non hai aspettato fino a quando mi sarei liberato anche un solo ciglio.
Avrei avuto l'appiglio, lasciar andare quella lacrima che giungesse fino a te, come unico mio messaggio del mio amore al legaccio. Io ti avrei tartassato. Dopo avere aspettato, sarei corso senza fiato. Il mondo avrei rovesciato. Sarei salito sulla luna per guardare più di una città dove trovare ciò che mi ha fatto sperare.
Questo sono io E per te mi inventerei come un Dio.
Vedo il luccichio dell'acciaio riflettere la luminosità Sento lo scricchiolio delle molle nel muovermi di qua e di la Ascolto il cigolio di una ruota che in giro se ne va Annuso l'aria che sa di dado in brodo senza voglia di mangiar Tocco il tessuto grezzo di un lenzuolo da poco steso qua.
Voglia di un bicchier d'acqua La testa pesante e le mani stanche Un leone in gabbia Narcotizzato per la rabbia Che ci faccio in questo zoo Non vedo il sole da un po'.
Fantasmi bianchi che pungono ai fianchi credono di sapere le sorti del mio dolore osservano e studiano.
Vorrei andar via di corsa Sono stretto in una morsa Penso a chi mi pensa Per la mia lunga assenza voglio tornare a casa mia voglio la vita mia.
Una mamma sente nel cuor suo. La vita nasce nel grembo suo.
Una mamma ama prima di essere amata, lei sa andare avanti e non può essere fermata.
Una mamma ha il dono per creare, lei sa meglio di tutti amare.
Non permettere alle leggi dell'uomo di ferirti, lotta a denti stretti contro chi vuol ghermirti.
Nel cuore di una mamma c'è la forza della vita nostra. Nessun perfido maschio può inveire quando si prostra.
E tu uomo che non sei degno, come credi di far pagare pegno a chi come la terra ti da vita e morte, a chi adora i figli tuoi anche se tu non hai sorte.
Ravvedi il tuo pensare, perché ciò non è amare. Quello che stai facendo è solo del male alle tue figlie ed al loro immenso sole.
Loro come principesse in silenzio, voleranno via dalla tua gabbia di bronzo. E tu come un vagabondo vagherai senza amore per il mondo.
Potrei nascondermi dietro un nick fittizio, potrei camuffarmi fra i flutti del mare, potrei ecclissarmi con la luna, potrei raccontarti mille bugie, ma non potrei nascondere l'amore che ho per te; immenso, vero, puro, scatenato, impavido.
Le pause che siano di riflessione Le attese che siano per ripartire Le delusioni che siano per crescere Le vittorie che siano per condividerle La vita che sia per tutti.
Prenderò un tridente e pungerò il tuo ventre. Afferrerò un arpione e colpirò il tuo cuore. Con la spada ti infilzerò e ti espugnerò. Guarderò la tua forza brutale svanire ed affiorare il fondale. Come Mosè in mezzo a te camminerò fino alle porte del tuo nascondiglio per riprendermi l'orgoglio. Ti sprofonderò negli abissi, che neanche le eclissi porteranno più maree. Non ti darò il mio amore. Perfino il titanic la luce rivedrà per diventare una grande città. Sarai solo il ricordo di pirati, bagnini e bagnanti. Le tue onde non travolgeranno più le navi che ti incroceranno. Di te fotografie, canzoni e poesie diverranno eresie.
Se tutto questo servirà, a risuscitare chi sta nell'aldilà, delle mie parole ne farei realtà.
So che la mia collera non porterà la primavera. E non potremmo vivere senza te... Mare.
Un giorno ti accorgi che sei nessuno innanzi a ciò che devi affrontare. E se fino a ieri pensavi di essere qualcuno, oggi il silenzio ti fa affondare. Se la vita è stata donata, perché deve essere sacrificata. A chi e per cosa devo credere, quando ogni cosa diventa cenere. Ho già detto una volta: "Donale ciò che le appartiene" perché nulla le venga tolta. Allora sei cocciuto o conosci solo me, ed io che mi fidavo di te. Allora ti dico e ti invito io, a prendere me se ti credi Dio.