Poesie di Michele Gentile

Poeta, nato martedì 4 gennaio 1972 a Ostia - Roma (Italia)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Umorismo, in Racconti, in Frasi per ogni occasione e in Diario.

Scritta da: Michele Gentile

Mare

Lascia che asciughi
le tue lacrime
amato mio mare.
Farai ritorno tra gli uomini
dopo avermi mostrato
come si scoprono nuove isole
in questo deserto di nuvole.
Il vento della sera
ha smesso di chiamare
in disparte invecchia
una coltre di sole.
Giudichino pure questi nostri affanni
una semplice circostanza
nessuno si accorgerà di un altro silenzio.
Le terre temono la verità
più di mille tempeste;
confondono la stanchezza dei remi
con l'eco di antiche accuse.
Così termina l'insensato viaggio
in attesa di un porto sincero,
così s'apre il giusto sentiero
verso abissi più cari.
Riposerà la pioggia,
distratto il faro
resteremo insieme
a guardare le stelle.
Michele Gentile
Composta martedì 15 marzo 2016
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Michele Gentile

    Pioveva a Roma

    "Roma è una cosa a parte;
    si spiega con un tramonto
    e si capisce con una carezza".
    Quante volte me l'hai detto.
    Pioveva e me lo trovai scritto in fondo all'anima,
    carne viva di un'incomprensibile mattino.
    Non dovevi partire!
    Le botticelle in fila per un turista
    Il tramonto sulle spalle di un Santo.
    L'inverno sta tornando
    si dispera lungo il Tevere.
    Crolla la sera al respiro della tua assenza,
    sei lontano
    mai straniero
    come nido violato
    un sorriso si è perso nel vento.
    "Roma non ha pretese.
    Non le importa del cielo
    non teme le offese".
    Mi fu detto ma pioveva ancora
    e ancora voglio vivere la vita
    come capriccio di bambini.
    Solo conciamo queste righe sottopelle
    solo sogno di ritrovarti presto
    in piedi su quella strada o in pace
    su quella panchina
    da dove si vedeva casa.
    Michele Gentile
    Composta venerdì 26 febbraio 2016
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Michele Gentile

      Notte

      Dimmi notte
      chi scorre sulla mia pelle.
      Hai espugnato il firmamento
      e sei caduta senza dire
      una parola.
      Dimmi a cosa pensi
      risalendo il fiume.
      Per salvare la pioggia
      ti apro le mie stanze,
      per ingannare la luna
      ti dono i miei occhi.
      Dimmi notte,
      dimmi in cosa speri,
      se riposi tra rami di stella
      o pensi di cacciare ancora.
      Ci sono giorni possibili,
      solchi da riconoscere;
      i tuoi artigli
      non sono un ripiego.
      Dormi notte,
      dammi torto
      e dimmi
      per chi hai scelto di restare,
      a quale inferno dobbiamo rinunciare.
      Michele Gentile
      Composta martedì 16 febbraio 2016
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Michele Gentile

        Resilienza

        Prendi pure la mia voce
        gli ornamenti,
        le isole che ho visitato.
        L'ultima parola andrà alla deriva
        in quest'ora di ombre e
        ghiaia.
        Una scheggia di cielo
        in candidi riflessi obliqui
        recide già il silenzio.
        Si fa strada il vento,
        adagiato sulla corteccia del cuore
        ora spicca il volo.
        Tornerà l'indifesa età
        tornerà a chiamarmi
        urlando tutti i disperati giorni
        ma fra le onde, avrò da amarmi
        al di là del torto
        avrò da vivere.
        Michele Gentile
        Composta sabato 6 febbraio 2016
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Michele Gentile

          Bisanzio

          Fra me e gli orizzonti
          battelli d'ambra, alteri
          declinavano inviti.
          Seducenti isole
          fuggivano la solenne impresa,
          coltello di labbra e zenzero
          piantato nella gola.
          Bisanzio restò un gioco
          una reputazione,
          per salvarla
          bastava un mercante d'oro.
          Di pregiata seta si vestì il tramonto
          venerato suddito ogni mio respiro.
          Fu l'ultima volta che
          mi piegai al volere degli dei;
          andai poi per il mondo
          sino a stancarmi i sogni
          riposando infine
          sulle spighe del perdono.
          Michele Gentile
          Composta venerdì 8 gennaio 2016
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Michele Gentile

            4 gennaio

            Chiesi aiuto
            la quiete intorno
            suggeriva l'impossibile.
            Il solito crinale
            la solita finestra,
            un uomo già piccolo
            sulle spalle del mattino.
            Del cammino che mi ha lasciato tornare
            apprezzo la cinica, lucida
            esposizione dei fatti.
            Una mia parodia in scena
            appetibile tragedia
            si consumava
            alla luce del sole.
            Immune al domani
            divenni impalpabile,
            necessario.
            Erede al trono
            di una fine negata,
            raccolto di sterili regioni
            sono in pace con le mie catene.
            Michele Gentile
            Composta lunedì 4 gennaio 2016
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: Michele Gentile

              La mia vita

              Mi è bastato un nome
              che nessuno voleva,
              mi è bastato inciampare
              in un mattino ubriaco
              o in un lamento del mare.
              È servito nascere sbagliato
              per scoprirmi in vita,
              affezionato al silenzio
              della mia stessa pelle.
              Ho vissuto malgrado il vento
              che mi cercava tra i rovi
              per farmi appassire
              ed è servito perdermi
              per morire più dolcemente.
              Michele Gentile
              Composta giovedì 29 ottobre 2015
              Vota la poesia: Commenta
                Scritta da: Michele Gentile

                Nel frattempo esisto

                Nel frattempo esisto
                e disto anni luce
                dalla verità.
                Giro intorno al problema
                senza risolvermi
                ostaggio di un falso io
                che sequestra anche i vostri intenti.
                Istanti di sopravvivenza
                o canto disarticolato,
                in avanzato stato di costernazione
                eleggo il prossimo messia.
                In regia un villano di nome profitto
                nei cassetti il sogno di un altro conflitto.
                Gravitano intorno al problema
                senza risponderne
                retaggio di un falso dio
                che ci ammaestra da fin troppi lustri.
                Precocemente estinto,
                cerebralmente avvinto
                della teoria di Thomas
                ne esercito l'effetto in ogni mio difetto,
                svilendo forme di vita indipendenti
                delegando novelli Vashna
                a fare chiarezza al posto mio.
                Michele Gentile
                Composta lunedì 19 ottobre 2015
                Vota la poesia: Commenta