Scritta da: Rossella Porro
in Poesie (Poesie personali)
Oh dittatore...
Ti sei erto
su di un trono vacillante
hai posto un sigillo sulla
mia bocca
ma il tuo sonno
non sarà tranquillo
altri verranno dopo di me
e non avrai pace.
Commenta
Ti sei erto
su di un trono vacillante
hai posto un sigillo sulla
mia bocca
ma il tuo sonno
non sarà tranquillo
altri verranno dopo di me
e non avrai pace.
Ancora una volta
cala il sipario
mia folle Eufelia
su questo eterno dramma.
Ancora una volta
muori sul palco
tra scroscianti applausi
che chiedono ancora
ancora
e ancora morrai.
Ancora una volta
oh rosa porpurea
di sangue intrisa
riecheggia mortale
l'insano gesto
d'amore immortale.
Chiusa se ne sta
madama povertà
vestita solo di dignità
e tra la folla indifferente
cede il posto
irriverente.
Mi consola il frusciare
del vento tra le foglie
eco di pensieri
lontani che stringono
braccia attorno al cuore
e di te mi racconta.
Ed è in quei giorni
in cui tutto sembra addormentato
perfino il dolore
pare placato
che ti vien voglia d'essere felice
anche solo
guardando il mare.
Lascio che il vento
schermigli i capelli
e con essi le certezze
non cerco riparo
presso nessun'ombra
fermarmi qui
dove il cielo limpido
avvolge l'anime
e perdermi
dietro traiettorie di gabbiani
fin dove posso solo
immaginare.
Buia stanotte la notte
la luna risentita
nasconde il suo candore
dietro un nuvoloso livore
Niente stelle a puntellar
codesto cielo imbelle.
Tutto come un dispetto
a ricordarmi
un bacio maledetto.
E ti accorgi che non c'è più tempo
Per farsi domande
A cui tanto non darai risposta
La strada è sempre quella
Ad ogni passo più cara
Compagna in solitario
Di un viaggio non concluso
Nella tasca un sassolino
Cuore di un selciato calpestato
Sotto un cielo tradito
Che non sai se rivedrai
Un rametto di mimosa essiccato
Nascosto tra le pagine di un libro
Per serbare tra le pieghe del cuore
Il sapore amaro di ciò che è stato
Strette tra le mani
Un paio di stelle
Per rischiarare la notte
Non si sa mai
Forse non hai mai amato
E rincorri fanciulle
Di un tempo andato
Cammini a passi svelti
E non sai
Cosa ti perdi.
Grigie lamiere ferrate
un varco nei pensieri taciuti
dove l'anima
tra rancide catene
soffocata
viaggia pur conscia
dell'incerta meta.
Tornare sui propri passi
vano tentativo
di un cuore imbelle.
Scrivo nel buio
di una sera qualunque
in un posto qualunque
su di un foglio qualunque
di ciò che non vedo in chiunque
se non in te.