in Poesie (Poesie d'Autore)
Dix Power
Un fiore sul collo
Una rosa di Maggio
Ma quanto coraggio
Nel ridere alla vita
Seduti sull'erba bagnata
A salutare ridendo
Il cornuto orgoglio.
Composta domenica 28 ottobre 2012
Un fiore sul collo
Una rosa di Maggio
Ma quanto coraggio
Nel ridere alla vita
Seduti sull'erba bagnata
A salutare ridendo
Il cornuto orgoglio.
Tanto ghiaccio mi fu a freddo cuore
tra i baci infuocati del tuo spirito
E mai immaginavo o Napoleone
Che di nuovo nella morte fossi finito
Non ci furono scontri né sconti
Non ci furono sentieri e ponti
Io venni da te per amore
Mio forte capriccio
Io venni con il pacco della mia gelosia
Tu meditazione lo tieni in vita al corpo morto
ma egli stesso cade dormendo immobile faraone
Ed io dalla sabbia ardente al freddo ghiaccio
Mi ritrovo tante parole scolpite eppoi sciolte
Dai fatti niente nessuna prova viva
Che dei baci erano solo i riflessi
Di un altro giorno
Che sulle montagne svizzere muore.
Filippo ora ci sei nei sogni miei
Filippo è il nome del mio puro desiderio
Di nuovo una carezza lieve mi faceva svenire
Per pregare il cielo di trovarmi fra le tue braccia
Accarezzami lievemente come le tue labbra per sempre sulle mie
Dolcemente sii un fiore per questa farfalla
Ch'io sia il tuo prato verde di dolce rugiada
Fredda, sulla schiena di chi spoglio d'odio
Non ebbe mai capito quanto tra il vagare delle nuvole
Ad abbracciarlo una terra che lo aspetta
Nelle dolci parole ti amo.
Con te il buio è mistero
Con te la luna è brivido
Con te perso nel labirinto del mio corpo
Con te mordi le mie labbra e le mie carni
Con te d'agosto che bruci di passione
Con te che s'impone fragile nei miei capricci
Con te Amo re è le nostre mani sul corpo
T'amo nel piangere forte e ruggire
Come m'amo nello amarti anche oltre il morire.
Or dunque dimmi o infinito monte
di tanti passi cadute e massi che
delle mie lacrime solo un pensiero
mi ha dato forza
quello del mio poeta
del mio uomo
del mio desiderio più imo e puro
di colui che vorrei più presente con me
assente nello assentarsi
da questa vita eterna
sono protetto dalla Madre Celeste
ma ho chiesto che sotto il manto
ci fosse anche il mio poeta
a proteggerci dalla pioggia
acida dei peccati
O gemmeo me stesso che tornai
a casa con più materiali
con l'anima resettata
con la mente con infiniti pensieri
o voglia di parlare spagnolo
o voglia di baciare il mio Filippo.
O desiderio di piangere
durante il bacio o battiti
che avete parlato al cielo
avete detto dunque del mio amore!?
Io ebbi forza e complimenti commozione
e lamenti io che ancora poeto
di sincerità e dolcezza accarezzo
l'amarezza e le dico:
"Tu fai parte del dolce"
un'amarezza dolce quanto
una dolce amarezza
di avere un abbraccio da Filippo
è quello che desidero io ho pianto
ma non per capriccio per desiderio
io stavo cadendo dalla fame una fame
di ciò che rimarrà immutabile di lui può
cambiare tutto e certe volte sentirsi
impotenti non è l'essere in difetto ma
è il mostrarsi umili di fronte alla forza
della vita Ti amo come amo
amarti oltre i confini di me stesso
ti parlo con le poesie come profeti
ed oracoli siamo
in un impero di corruzione che
il mondo ha integrato ai limiti del possibile
Piccolo uomo
Della tristezza di parole
Dellla tristezza dei fatti
Della tristezza dei pensieri
Piccolo uomo che degli occhi
Hai ispirato il mio canto più puro
Hai ispirato le lacrime più sincere
Hai ispirato la Celeste Madre
O Lei regina della pace
Chiesi a battiti di farti stare bene
Chiesi di rasserenarti l'anima
Chiesi di trasformarmi in un arcobaleno
che di mille colori la luce della nostra passione
possa colorare un sorriso rovesciato
un sorriso capovolto sulla dritta via
Quella della mia morbidezza
Quella del pensiero di avere una tua carezza
Sulla mia guancia tonda
Quella di tuffarmi sul tuo petto
Di stare caldi davanti al camino
E dirci: "È tutto finito il nostro morire, qui da adesso in poi comincia il nostro vivere!"
Ho pregato tutti affinché
Mi scrivessi, mi parlassi.
Ho pregato di non farti sentire solo
Ho pregato anche in spagnolo a rispetto di tutti
Ho pregato per il mondo... un mio mondo che mi poeta...
Un mio mondo che mi ama
Un mio mondo che è Uomo
un mio mondo chiamato Filippo.
E stavo senza
niente a chiamare
il dolce uomo
che galleggia sul Fiume.
O D'Annunzio se mi senti
io dall'ovile
belando piansi
lacrime infelici
del torrido giardino
le zanzare
mi morsero e
mi fecero male
camminai e nuotai
allargando il petto
apparecchiai la tavola
della mia solitudine
scrivendoti delle poesie
lanciando aeroplanini di carta
verso i tuoi pensieri
ti ebbi vicino nell'amore
profano di questa santa
er nome mio
mi fa onore e conquista
ma del cielo più bello
il bacio non l'ho mai avuto
Oh me infelice
non ti feci gli auguri
di questo tuo compleanno
non ti parlai
non ebbi niente
per raggiungerti
solo la poesia del mio canto
volle che amore
ricongiunga i due cuori
ma se ora sei ferito riprenditi
con il tempo che ci vuole e torna
a volare da me che alzando
la testa ho solo visto
la mia anima vuota.
Fosse rugiada che ieri scese dagli occhi miei?
Ripercorrendo la mattina i sogni della notte
Quale arpa pizzica il cuore mio
Sulle guance del più tenero dei miei amori.
Sposo sei tu di rara umanità
che delle pendici del mio essere
hai camminato per i miei sentieri
che delle sorgenti fresche
l'immagine riflessa sia di un esploratore
Sposo sei tu dell'inevitabile bene che ti voglio
dell'inevitabile grande amore
che mi faccia battere il cuore
che non sia schiavo delle abitudini
Ma che sia padrone di se stesso
Che sia quella mente che non mente
Nel dirti quanto per esso sei importante
Sposo sei tu della terra che trema
Di un'Italia che muore
Di un cuore che aspetta
Questo piccolo grande amore.
Era un sogno profano
Se baciarlo fosse umano?
L'anima mia parlò o chiuse gli occhi
nel sentire la sua barbetta liscia...
Erano calde le labbra come il sole
Ne era il figlio più diretto anche al leone
Era una sola bocca quella che si formò
Respirando arcobaleni e lanciarli via con l'arco e frecce
Muovevamo come nubi il nostro cielo
Le lenzuola come zucchero su torte
E gli orizzonti le schiene sotto le dita
La notte di fuoco fu
ci respirammo come draghi verso le stelle
Ci amammo più di quanto Dio avesse chiesto agli uomini.