Indagando
Stesi a terra per cercare le tracce di una verità
leggera ed amara sulla punta delle dita
balla etoile in questo cielo di noi stessi
all'eclissi dell'inconsapevolezza.
Composta giovedì 2 maggio 2013
Stesi a terra per cercare le tracce di una verità
leggera ed amara sulla punta delle dita
balla etoile in questo cielo di noi stessi
all'eclissi dell'inconsapevolezza.
Bianca e nera è questa foto
Tempo che fuggi veloce come un lampo
Che segni perfetto come un righello
Ogni segno di ricordi e battaglie
Che pigli le stelle e ne fai medaglia e pece
Ai buoni e cattivi dello stesso tempo ambiguo
Mi spieghi come al vento i tuoi sussurri
Che della regina l'ebbi tu pure
Come mia madre la Londra
di incendi e misfatti misteri e ratti
Che nelle fogne raggirano come i rimorsi dentro di te
O tempo che hai padre
O tempo che hai madre
O tempo che non hai fratelli e sorelle
Datti un poco di zelo e fermati come zucchero a velo
Sulle promesse torte dei più abili pasticcieri.
Ho Amato morendo
per Teresa Iavarone
una mia ex compagna del collage
ho voluto bene fino a morirne di affetto
dai miei vecchi compagni di scuola
ai professori delle medie e college
ai geometri ed attori.
Ho provato a dire che mi sento
un maschietto e che sono bisex
ho provato a mettermi in luce
e sono tornata reduce ferita e graffiata
Le cicatrici rimangono
di quella prova e battaglia.
Conosco benissimo la lezione
più di quanto non si immagini
ma continuerò sempre ad affermarlo
a grande voce anche nei disegni
che disegnerò
poiché nessuno è in grado
di credere alla rinascita
ed alla reincarnazione
nessuno non ti chiamerà "Confuso"
"indeciso"
nessuno non ti prenderà per pazzo
nessun non ti dirà di rubare
l'identità altrui o di avere una doppia identità.
La mia identità è una sola
ed è quella di Jeremy Brett
prigioniero per sempre
nelle parole "Beatrice" e "Pezzullo"
"Sei il centro del mio cuore" e l'uomo scappa
corre da dentro e si allontana
è fiera davanti al fuoco
fiera davanti allo specchio
un diavolo davanti all'amore.
A salve gentil saluta,
il rumore dello sparo sul sacco di iuta
Che mano mia infin sempre aiuta
La farina svenuta
Che bianca di visin era divenuta
Che ironia in rima con accento in giusta caduta
Libera sciolta chiacchierona e muta
Una rima comoda quanto una tuta
Da ginnastica, da meccanico da chi a dar una mano poi ci aiuta
In vena di rimare, ironizzare e filastroccare non sò muta
Poiché della vena scherzosa e colorata ed infin voluta
Mi presento come una satira simpatica, strimpellata ed a dir poco astuta.
Della ragion pura ne sono l'artigiano più operoso
Che formica io e quanto l'impossibile tentar io oso
Della ragion pura sono l'artigiano più estroso
Che mi batto a cuore calmo e rigoroso
Cambio le carte in gioco ad animo fiero e coraggioso
Sò essere misterioso ed impetuoso
Come un mare calmo in un giorno ventoso
Ora sirena bella canta al suo amoroso
Che so essere di un ritmo contagioso
Del mio carattere forte e vigoroso
Non scherzare col fuoco virtuoso
Ove regna sovrano il carbone orgoglioso.
Aveva una espressione seria
anche quando dormiva
sognava la libertà da tutto questo male
ma innanzi vedevo solo un fragile fanciullo
i due cuscini dimostravano che era stanco di soffrire
sembrava forte, ma non lo era dinnanzi alla tenerezza
che brillava adagiato nel letto
biondo angelo baffuto
dal cuore di acqua e pane.
Innanzi agli occhi miei
deduco e t'amo
paura di aver paura
elementare che di tempo ne chiedi
al tempo vuoto di chi hai salutato ovvero
ma mai saluti per esso, se legato sì d'affetto puro.
Deduco e t'amo
o commosso riccio, dagli occhi profondi e veri
di rospi e desideri mandasti giù troppo a lungo
le mie labbra sono un labrinto
ed il minotauro è l'unione di due anime che si cercano.
Ora corri per il labirinto col filo del "ti amo"
un filo conduttore del cuore impavido e depresso
orme sulla sabbia e neve delle radici di un cipresso
che guarda il mare e annuncia baci al vento
che incarnando le labbra come delfini nelle onde
veglian le chiome e gli occhi chiusi, su una solitudine che muore.
Orme sul terriccio rosso
Di stivali viola
Qual fu il tornado che ci portò
a piccoli passi come lapilli in volo
Qual buon vocione ci accolse
agli occhi di un libro che muore
Andò in fondo ed io mi immersi
Gelo gelo gelo mai più che non fu
Gelo gelo gelo che saltai inarcando l'orizzonte
Che del tuffo mio nuotai nel buio buio buio
Di castano e ragione ero il signore
Libro caro che non si fose
Fuori dal gelo il polso mio lo trasse
Che il vocione caro mio adorato male criminale
tolse prendendo il libriccino
Grato ci lodò ruggendo se hai preso la mia biografia
Rassegnato e grato ci lasciò nuotare
Che noi non potemmo fare altrimenti
Che mi destai di salto cessando quel paradiso
Di così bell'uomo destante di una madre assopita
Mai fui attratta dalla sua mente e psicologia
Come il ventre nella più dolce delle attese.
Che del tuo canto oramai non sento le note
che l'animo mio muta il vento ciarlatano
ah tu pena mai scontata
che canti idilli dall'inferno
lancetta corta di un fiato che si allunga
come le ore in una mattinata e la luce sulle tenebre
lancetta lunga delle ore a forzarmi a far la dura
che sul mio nido al di sotto del mondo
mi ci siedo e sono una montagna d terra.
Madre terra. Big ben da dietro i cespugli
molti occhi ti hanno visto e mai osservato
ma mai quanto le mie pupille odono le tue note
solo a te volgo il cuore come il girasole alla sua stella
tu meraviglia dai tre occhi, con l'iride dell'assurdo ed impossibile
il mistero ti nacque dalle labbra e dalle carni
la ragione ti nacque dalle lacrime e dalle mani
oh londra adorata arpa e campane
canta ancora con la voce mia
che figlia della ragion pura dal tuo ventre
venni generata.