Scritta da: Vincenzo D'aversa
in Poesie (Poesie d'amore)
Tu
Sopra una stella
son salito
perché l'infinito cercavo
d'amore mi sono vestito
quando ho scoperto che quella stella sei tu
e che l'infinito è il tuo amore.
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Sopra una stella
son salito
perché l'infinito cercavo
d'amore mi sono vestito
quando ho scoperto che quella stella sei tu
e che l'infinito è il tuo amore.
Ed ho sognato l'antico ricordo,
in una notte d'inverno.
Ho trovato i tuoi occhi
del colore dell'amore del mare e del cielo,
amami sguardo impertinente
pieno di speme.
Era un cercarsi e ricercarsi nei nostri sguardi,
persi in un mare maledetto,
lasciarti andare nel gorgo scuro.
Vola a te il mio pensiero
di giorno con il sole,
mentre confuse e sole
le nubi sto a mirar.
Con loro volo in cielo
e uccello solitario
annoto nel mio diario
i giorni da volar,
prima che giunga il tempo
che il volo del destino
mi porti a te vicino
per sempre a riposar.
Di notte con le stelle,
mentre lascia la terra,
lo spirito rinserra
un fiore da odorar.
L'edera rossa d'autunno
si aggrappa al muro
come ad un amante.
La vite gialla e bruna
offre al passante
gli ultimi rari grappoli
di sole.
E così io con te:
le stanze vuote
dei figli già cresciuti
danno spazio
al nostro amore
che non ha bisogno
di frenetici abbracci
ma di sogni
che arrivano al mattino
quando cade
l'angoscia della notte.
Oltre questo mare di silenzio
la notte sovverte
l'ordine delle cose
un desiderio galleggia
inesaudito
tra i relitti dell'anima.
Frammento di possibile
intimo sensuale
familiare amato
ancoro ad un delirio
l'odore del tuo corpo.
Ansima boccheggia
urta scogli
è una notte ostile
per quest'anima antica
incagliata in una realtà
d'amore e d'ombra.
Son colorate di giallo le verdi colline,
coperte da fiocchi di foglie invecchiate,
il rosso rubino del cielo,
velato da nubi,
oscuran le stelle,
nell'aria il profumo del muschio
soffiato dai venti del nord.
È timida la pioggia,
il suo eco trasmette tristezza,
i muri sono desolati,
le rondini ci hanno lasciati,
non per il freddo invernale,
ma per i scrosci di tuoni e burrasche.
La nebbia dà il posto alla pioggia,
di grigio riveste la notte,
la luna anch'essa smarrita, non da più la sue luce aggrazziata,
attendo l'alba nel silenzio autunnale
per tornare a vedere la luce.
Combaciare come le labbra
come le pagine di un libro
io con te
confidare ogni sfumatura
ogni attesa - ogni paura
consentire ogni espressione
ogni gesto - ogni emozione
confluire
invece di combattere.
Nude.
Le mie labbra a vestirsi
della tua bocca.
Amami -
e silente spogli
l'anima mia.
Il tuo viso
è un mare insopportabile
quando la lontananza è ritrovarsi
in una conchiglia, soli
in un nido di certezze.
Così non rapire il derma
della tua pelle di giunchiglia
parrebbe un insulto all'indecenza.
E la bocca senza baci
non è passibile di meraviglia
se un soffermarsi
dentro alla sincerità
delle tue pupille
non mi desse la volontà
di catturare scintille
d'Australia
e barriera corallina
che mi tendono al di là
d'ogni finestra
a perdere ciò che mi ritrae
verso il guscio.