Poesie che hanno partecipato al concorso AMORI di_VERSI

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Scritta da: Ubago16
Non so cosa dire,
ma so di volerlo dire a te.

Risorgo e ricordo
il sapore del tuo sguardo
tra le nostre recenti labbra d'Oriente.

Ho capito di esserci essenziali
e vivrò per accarezzarti dormendo,
quasi per crederci, guardare un destino condiviso
fin dalla prima notte, a parole, a indecisioni, a bassa voce.

Sapevo, in quella fine d'inverno,
che in qualche modo noi esistevamo.

Non potevamo non essere, non poteva
non nascere chi sapevamo di conoscere
sull'altra sponda dell'oceano, ma senza nome.

Dovevamo essere, e adesso che siamo
e scrittura mai sola si insinua tra volere e avere,
sono chi volevo essere quando ancora non lo sapevo.

Sono il noi nato il giorno della stessa alba di una impossibile morte.
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    Scritta da: Ubago16
    Ispira la tua voce
    quando perde il significato del verbo,
    ed io sono nato in lei,
    senza nessuna paralisi da cercare,
    in angeli di cristalli che piovevano,
    tra perle di distanze che strillavano
    per la paura di avvicinarsi e poi smarrirsi
    tra frantumi di magie infinite
    nello specchio di attimi dispersi.

    Quella voce non aveva nome,
    o quella voce non esisteva
    senza quello stesso nome,
    e le cose cambiano o le cose muoiono,
    e il nome le chiama o le vivifica,
    quindi adesso devo farlo,
    posso farlo, e quando voglio
    non voglio perché l'attesa è tutto
    e la sua fine un delitto.

    Ispira la tua voce
    se pronuncia il mio nome,
    quando il margine di un'anca
    affonda nell'addio di un bacio
    e il suo oblio definisce la parola,
    sulla schiena un neo
    e accanto al labbro un altro,
    il sorriso di chi si accende
    nella solitudine di una compagnia.
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      Scritta da: Ubago16
      Vorrei prendere le tue mani
      e descrivere con loro la vita.
      Non sei qui, la storia si ripete.
      Chiamiamo affanno l'idea dell'assenza
      e perderla, il non-dove, significa flagello.
      Distratto divago per l'antica pelle accarezzata,
      rievoco il suo odore, profumo d'argento
      assonnato nel vivere il riposo.
      Assaggia l'amore, dipingi il suo fuoco
      e annienta la speme d'oltreoceano fasullo.
      Non ho alimento, né cielo, né luce,
      sguardi distanti perduti in demenze.
      Torno alle tue mani, odo il loro plauso
      e mi accingo a rapirlo, renderlo mio
      per poi piangerlo: felicità per armonia illusa.
      Voglio sposarti, non ci sei e mi confesso.
      Nel desiderio di un futuro, a te prometto
      di non abbandonarmi, di morir d'aria
      in un lento, bollente, generoso riso tuo.
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        Scritta da: secondacittà

        Incertezze

        Le tue certezze si sono infrante
        nel vento forte
        che soffia da settentrione
        e spazza la nuvolaglia grossa rozza
        del tuo cuore
        chiuso dalle tele fitte dei ricordi
        da millenarie tradizioni
        il tuo idioma gentile si mescola adesso
        a cento a mille lingue e dialetti
        e solo una parola è comprensibile
        amore.
        Composta domenica 22 novembre 2015
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