Scritta da: Bruno Centomo
in Poesie (Poesie d'amore)
Lei è poesia
Hai indicato il cielo.
Come punto impreciso.
Dentro la corsa
nella nebbia incerta,
oltre l'addio che l'amore tiene in sorte.
Lei poesia, lei l'amore.
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Hai indicato il cielo.
Come punto impreciso.
Dentro la corsa
nella nebbia incerta,
oltre l'addio che l'amore tiene in sorte.
Lei poesia, lei l'amore.
Che incanto,
io e te in questa stanza
soli e il sole che filtra debole
già oltre le tende e i vetri e il mondo.
Che dolce,
io e te in questo buio
soli,
e il tramonto che urla rosso
sangue rosso
ad un palmo dalla mano
ed io lo prendo, lo assorbo
il calore ed il tuo amore
che forte questo tuo amore
sparso e sperduto
che avvolge tutto
come onde calde
che nutrono e sfamano violente
i miei nuovi desideri.
Come il mare all'orizzonte
si tuffa nel cielo infinito
in una chiara mattina d'inverno
i tuoi occhi si dischiudono
sui miei al risveglio.
Senza battito né respiro
resto in ascolto
sulla mia guancia ancora i segni
di un carezza sfiorata
prima di addormentarmi.
E quello sguardo
che nulla chiede e tutto significa
accenna un sorriso
somma redenzione
per un tormentato oblio.
Novembre.
Siamo al porto,
tutto morto.
Siamo vivi solo noi,
che ci camminiamo dentro,
poi scrutiamo giù più a fondo.
E ho inciampato sul tuo petto,
non ho visto che piangevi
che ridevi e mi tenevi.
E ho schivato il tuo battito,
mi
sembrava sordo,
ma
era solo novembre.
È novembre ancora
e ancora.
C'è silenzio tra le barche.
Eppure noi gridiamo.
Mesto e plumbeo
sembra l'odierno giorno,
a non aver guardato il tuo volto,
a non aver toccato le tue mani,
a non aver udito la tua voce.
Sai, mia cara,
acquamarina son gli occhi tuoi
che brillano nel mare
dell'eterna immensità;
sulla deserta riva
giacciono oramai
con la brezza nel bel viso
la tua grazia e il tuo sorriso.
Ed io cammino,
solitario è il passo mio,
desiderando te.
Sempre ti penso
anche se adesso
io non ho più senso.
Riposati
e aldilà della roccia
il tuo sguardo
segui all'orizzonte.
E mi vedrai tornare.
Quando mi adagio
sulle onde del corpo,
per farti entrare nel mio amore,
il tuo bacio mi scioglie la lingua,
la tua carezza mi fa da esca,
il tuo abbraccio è forte
e non ho nessun pudore.
Tu in me
Io in te.
I nostri corpo avvinghiati
le nostre mani incastrate,
denti, labbra, seni e braccia,
gambe, spalle,
sono le tue, le mie.
Tremiti, fremiti,
e il tutt'uno
di un amore
mai abbastanza compiuto.
Una dolce melodia,
un mare in tempesta,
un sole che nasce,
una luce che brilla,
un paesaggio d'estate,
una dolce melodia,
un cerbiatto,
un mare infinito di bellezza,
una dolce melodia,
un sogno che irrompe,
una dolce melodia,
questo sei per me,
le parole non bastano,
i battiti del cuore non bastano,
infinito e grande, questo sei per me,
dolce melodia.
Caro Giulio,
dobbiamo proteggere l'amore:
dormiamo con un occhio solo,
con l'altro contempliamo l'eterno.
Non potevo dormire.
Non potevo star sveglio.
Non potevo accendere una sola candela.
Non potevo non accendere una sola candela.
Nella notte lunga e silente
nel silenzio spettrale del dolore
s'accese da solo il mio cuore
s'accese e mille mila candele
riscaldarono quel buio prima dell'alba.
Non potevo più accendere una sola candela
ora ne avevo accese mille mila
non potevo più assecondare la ferocia umana
non poteva più bastare una bandierina tricolore.
Il mio cuore ha seguito la sua strada e ha trovato la tua,
la mia luce ha scelto il tuo sguardo per brillare,
il mio sorriso ha scoperto il tuo viso,
i miei passi percorrono con te i tuoi passi,
mano nella mano,
sguardo nello sguardo,
cuore nel cuore,
insieme.