Tardi la sera
una luna rossa
riempie la valle
senza sapere
penetra
tiepido sangue
nei campi
i nostri corpi stesi
e sotto l'erba
una terra bruna
se Dio c'è
geme e trema
insonne.
Risale dalle ceneri di un grande dolore
spalanca le ali
e riprende respiro...
Manto dorato a tratti infuocato.
Fuoco di rinascita...
è quello che suscita.
"Sono una fenice" essa mi dice...
"fai come me: risorgi e sii felice".
Appassisce
sulla soglia tremula delle rose
dallo sterminio sfracellate
corolle di fiori
fra le mie mani
respirano l'aria della sera
e nelle agonie
adombrano i sogni
il vilipendio
è l'ultima preghiera
non c'è verso
che ne faccia poesia
infettati si contorcono i vocaboli
nell'idioma che frantuma il mondo.
E sboccerà la vita come i fiori,
nei prati verdi.
E tornerà il sole a splendere sui volti della gente.
Tornerà la luna,
immensamente grande ad illuminare queste notti buie.
Torneranno i tramonti in riva al mare e l'alba di un nuovo giorno
e la realtà sorgerà di nuovo.
Tornerà la libertà
e noi torneremo a respirare.
Il mio pensiero vola e va su in alto
come una foglia libera nel cielo
che quando si stacca dal suo vecchio ramo
danza nell'aria,
plana leggera
per poi atterrare sull'asfalto.
Ancora si alza alla voce del vento
e non si ferma...
Così è il mio pensiero
che dalla mente vuole uscir fuori...
per incontrare gli altri pensieri
che volano in alto
si fanno leggeri per poi fermarsi e ripartire.
Sfiorano il cielo e toccano terra
come in un gioco che si ripete.
Almeno loro possono uscire.
Guardo l'abisso dall'alto
nero senza fondo
specchiarsi sul cobalto
Lambisco il margine
a piede tremante
incerto al salto
nel vuoto ansante
Guardo l'abisso dall'alto
laggiù si cela
il mostro
o forse l'incanto.
Un giorno, forse,
racconterò favole al fuoco delle stelle
narrerò di cigni danzanti al suono di comete
di orsi saltellanti sulla spuma del mare
di cerbiatti sorridenti alle smorfie del giaguaro
di cavalli volanti verso la luna
di un leone che lanciava rose da una mongolfiera.
Avranno il sapore della marmellata
le mie favole
accompagnate da frittelle e zucchero filato
e, forse, alla fine
intorno a me vedrò bimbi sorridenti
con lo sguardo già proiettato nel tempo
verso la favola della loro vita.
La Guerra inizia...
Il nemico avanza,
tremano i nostri cuori
lontani i nostri ricordi...
Si combatte, sempre,
non smettere mai...
Una luce ci illumina
Il passato è buio
Il futuro è alle porte...
Ce l'abbiamo fatta
Insieme.
Verdetto crudele
di morte riveste
pallido volto
di bimba celeste,
del torto subito
giovane madre
nutre la mente,
la collera erompe
l'odio divampa
di brace il dolore
l'anima scotta.
Non più cristalline risate!
Solo silenzio,
silenzio di tomba
che l'anima oscura.
Tua la mano
che il volto
mi sfiora
sul far della sera,
l'odio frantuma
la collera scema
il dolore lenisce.
Seme d'amore fa germogliare!
Nell'aranciato autunno
della vita mia
al sol morente
lo sguardo volgo e,
Dio ringrazio per,
averti avuta.
Un arcobaleno nel cielo sereno, porta via il condiviso veleno.
Più sguardi, più abbracci, più sorrisi coinvolgono migliaia di visi. Nuovi modi di vivere son nati
i segreti di ognuno son svelati.
Tutti ascoltano in profondità
ciò che era solo sordità.
Il calore dei cuori viene fuori
ed emana il profumo dei fiori,
tiene unito l'intero universo
non farà più smarrire il verso.
Vicini ci ritroviamo,
uniti dalla Luce in cui confidiamo.
È migliore di come è stato,
il Signore non ci ha mai abbandonato.