Scritta da: Laura Ragni
in Poesie (Poesie personali)
Solo le spalle
devono accarezzare la nostalgia.
Gli occhi, la curiosità.
Le braccia, il cambiamento.
Chi si adatta, rinasce.
Composta mercoledì 8 aprile 2020
Solo le spalle
devono accarezzare la nostalgia.
Gli occhi, la curiosità.
Le braccia, il cambiamento.
Chi si adatta, rinasce.
Assenza, silenzio e noia
parole, sapore di niente attraverso l'eterno
tu, dici, pensi e parli cose inesistenti dal tuo cuore
e attraverso l'odio
tu zitto e fermo te ne stai con la mano sul cuore
il pensiero ti tormenta:
incubi, urli, strilli, cadi,
quando quella luce è la strada per rialzarti
ora tocca a te rialzare il mondo.
Se sono libero non desidero il pensiero
se penso non desidero la libertà
ma se desidero mi libero del pensiero
e desiderando penso alla libertà della vita.
Vedo qualcosa di nuovo,
bello e concreto che sappia di vero.
Lungo la strada del cammino
mi chiedo a chi sono vicino...
un gesto, un sorriso, un nuovo compagno
fanno da sfondo a tutto il mio viaggio.
Mi trovo sola, poi in compagnia,
l'importante è non smarrire la via.
In ricerca di ciò che mi aspetta,
senza perder di vista la vetta,
ricordo amici e parenti,
corro e stringo forte i denti.
Solo la quiete vorrei avere,
rimanere me stessa e non temere.
Tutto a posto ora sarà:
Pace e Amore nell'Aldilà.
Il respiro della terra
nell'aria il suo profumo
la musica di un passo
la melodia di un incanto
il frinire di un grillo
il canto di un gallo
il profumo delle pagine di un libro
l'aroma del pane appena sfornato
l'effetto seppia la foto della nonna
burro fuso e gnocchi fatti in casa
lo schiudersi dei petali a corolla
la luce delle stelle nelle stalle
il gorgoglio lieto di un gradito caffè
uno sguardo lieve che si incrocia.
Ieri sono uscita.
Ho corso nei verdi prati.
Ho calpestato l'erbetta
a terra mi sono seduta.
Ho raccolto un fiore
e sfogliato una margherita.
Ho abbracciato un albero.
Ieri sono uscita
ed il vento con tocco leggero
m'ha accarezzato la pelle.
Ieri sono uscita
non ho visto arcobaleno
appeso alle finestre
ma un raggio del suo sole
che filtrava fra gli alberi.
Poi mi sono svegliata...
Lo so questo era un sogno
oggi ancora porterò
mascherina e guanti
ma è ciò che avverrà domani
il sogno di tutti quanti.
Fuori splende il sole
e il silenzio incombe
la strada si riposa.
Fuori qualcuno passa
come un ladro
con mascherina e guanti.
Fuori che tutto tace
anzi no,
non tace il cane che abbaia
ed il merlo che intona
il suo canto d'amore
in questa strana primavera
che silente avvanza.
Nulla è perduto
finché l'ape ronza
e la farfalla di fiore in fiore vola.
Nulla è perduto finché
la fuori sottovoce
il filo d'erba cresce.
Da questo prisma sofferente
si trafigga nuova luce
che da Pasqua nuova voce
e nuovi colori sparga attorno.
Rinascere, e crescere
nonostante ombre di fatica,
non ci si arrende neanche oggi
a dare vita a questo mondo.
Albe nuove dissiperanno
questi terrori vecchi o costanti.
Un filo rosso di speranza
ci unisce e ci unirà
noi d'umana stirpe sostanza.
Furono erti muri e barriere,
l'uno trovò nell'altro l'essenziale a cui appartenere;
furono erti muri e barriere,
spuntò il tricolore dell'Italia unita sulle bandiere.
Saranno abbattuti barriere e muri,
verranno nuove prove e uomini più maturi;
saranno abbattuti barriere e muri,
sulle rovine costruiremo pensieri più sicuri.
Anche la primavera giunse con ordine
insieme a poche nuvole e neanche una rondine,
arrivò più pulita e ubbidiente
a rallegrarci il cuore, riconoscente.
mi dimenticherò di me
mi dimenticherò di me, della presunta
faccia metaforica, dei presunti
spicchi di grano sui miei capelli, del
presunto mare impresso nei miei occhi
man mano mi dimenticherò, forse,
anche di tutti i dolori inflitti
infedelmente, E dei sogni non sognati
a diventare effimeri destini. Verso
l'oblio s'incammina l'oggi ch'è già ieri
ed io sono già domani prima
che il domani arriva. Nel far dell'alba
mi siedo, arciere delle foglie
mi dimenticherò di me, abiterò
in te.