Filastrocche


Scritta da: Gianluca Cristadoro
in Poesie (Filastrocche)

Espressamente dall'Oriente

Conosco un mongolo fiero di volare alto.
Conosco un tale del Giappone che già pone la questione
se sia meglio il sol levante od il sole sollevare
e diretto dritto a Tokyo ozia con i suoi quesiti
e rimane fermo a Kyoto.
So che c'è in Cina un tipo di Brindisi che si fa mandare lì
solo per esercitarsi nello sport suo preferito.
Conosco un cantante di Singapore che cantava solo amore
ma privato delle forze è sparito nel vapore.
Conosco un vietnamita che a Giakarta faceva l'eremita
e da tanto non scriveva: non aveva la matita.
Conosco un birmano che dava la mano
al suo amico cambogiano ed insieme andavano a Bali
a gustarsi un piatto di orecchiette.
A Bangkok c'è un Tailandese abile sulla tela
come Van Gogh quel noto tale olandese.
Sulle rive del Gange c'è un indiano che piange
ma fa finta di niente, del passato e del presente.
Sul futuro pure non si esprime
anche perché per oggi ho finito le rime.
Composta lunedì 8 settembre 2014
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    Scritta da: Tap72
    in Poesie (Filastrocche)

    L'anatra e la lavagna

    A un'anatra una lavagna le venne regalata
    per l'anniversario del dì che fu nata.
    Il gessetto prese ansiosa di disegnare,
    ma a lungo restò a pensare.
    Non sapeva da dove cominciare.

    La lavagna vedendola in pieno smarrimento,
    le diede un piccolo suggerimento.
    Le disse che il disegno sarebbe stato bello,
    bensì lei non fosse Raffaello
    e che non sarebbe stato male affatto,
    se avesse cominciato con un autoritratto.

    Così sulla lavagna nera,
    pian piano apparì una figura intera.
    Aveva ali becco e coda
    e un ciuffetto sulla testa assai alla moda.
    Composta domenica 31 agosto 2014
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      Scritta da: Tap72
      in Poesie (Filastrocche)

      Il vecchino errante

      C'era una volta un vecchino nano
      non si sapeva da dove veniva
      certo da molto lontano
      questo solo si intuiva.

      indossava un vestito
      logoro e sciatto,
      tutto sdrucito
      come graffiato da un gatto.

      Una lunga barba sul viso
      e due baffi grossi,
      su due due labbri rossi
      fissi in un perenne riso.

      A chi gli domandava
      dove stesse andando,
      nemmeno lo guardava
      e rispondeva ansimando:

      - che importa da dove vengo,
      neppur dove vado è importante,
      ma la strada che prendo,
      anche se porta distante.

      Mai diritta è la via
      qualunque essa sia
      ma in cuor tuo lo sai
      e non ti fermerai.

      Fin quando almeno
      la certezza non avrai,
      che il tuo posto sotto il terreno,
      a breve coprirai.

      solo allora il tuo pensiero
      come un ape al fiore si poserà,
      su cosa hai fatto davvero
      solo per bontà.

      Se sei stato sincero
      in pace riposerai,
      ma se hai agito per puro zelo,
      mai ti perdonerai.

      Poi riprendeva il suo cammino
      per dove non si sapeva,
      qualunque via del destino,
      lui la percorreva.
      Composta giovedì 28 agosto 2014
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        Scritta da: Gianluca Cristadoro
        in Poesie (Filastrocche)

        Una dedica...

        A te che sei divino
        A te che sai di vino
        A te che sul divano
        t'atteggi ad indovino
        A te che svaghi vago
        ricerchi su Trivago
        A te che il nervo vago
        ti duol leggendo un rigo
        di questa filastrocca
        che lirica non tocca
        che vertici non tange
        di sommi versi e piange.
        A te che un po' impaziente
        non te ne importa niente
        di leggerne la fine.
        A te che sei vacante
        di ferie e non ne hai tante.
        A te che sbocci adesso
        A me che come un fesso
        continuo e vado avanti
        pregando anime e santi!
        Composta mercoledì 30 luglio 2014
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          Scritta da: Gianluca Cristadoro
          in Poesie (Filastrocche)

          Il gattino ritrovato

          Un gattino senza padrone
          sotto un cespuglio pensò alle persone
          con cui viveva fin' al giorno prima
          ed ecco qui che faccio la rima.

          Si ritrovò senza più casa
          senza nessuno a cui fare le fusa.
          Ma poi un gran pianto lo colse a sorpresa
          finché una cosa del tutto inattesa
          avvenne un giorno
          che la tristezza
          tolse di torno
          e gli diede gaiezza.

          Un bel bambino venne a trovarlo.
          Mi pare che il nome di lui fosse Carlo.
          Si intenerì non poco alla vista
          di quel gattino chiedendo all'autista
          di prenderlo a bordo della limousine
          brindando all'evento un allegro cin cin.

          E fu così che quel gattino
          ricominciò dal primo mattino
          a far le fusa al suo nuovo padrone
          dimenticando quelle altre persone.
          Composta sabato 26 luglio 2014
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            Scritta da: Gianluca Cristadoro
            in Poesie (Filastrocche)

            L'era dell'oro

            All'era dell'oro
            la lira era loro.
            All'era dell'euro
            la lira era loro.
            Allora dall'ira
            l'eroe con l'alloro
            la lira con l'oro
            a loro levò.
            Ma loro la lira rivollero
            e allora l'eroe
            con l'alloro né oro né euro
            più a casa trovò.
            Morale fu allora
            che lira e che l'oro
            tornarono a loro.
            Lallira lallero
            Lallira lallà.
            Composta domenica 6 luglio 2014
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              Scritta da: Tap72
              in Poesie (Filastrocche)

              Il boscaiolo avido

              C'era una volta tanto tempo fa
              un uomo di mezza età.
              Per mettere da parte tanti denari,
              faceva un sacco di straordinari.

              Come lavoro il boscaiolo faceva,
              tutti i giorni a colpi di ascia ogni tronco prendeva.
              Di fatica si ammazzava
              ma la paga mai gli bastava.

              Così giorno dopo giorno
              a forza di buttarli giù,
              si accorse che nel mondo,
              alberi non ce n'eran più.

              Tanto era smanioso di guadagnare
              che restò senza di che mangiare.
              Poiché gli alberi li aveva abbattuti tutti,
              non poteva raccoglierne i frutti.

              Causa il suo disboscare
              gli animali non ebbero più che mangiare.
              Una dopo l'altra ogni specie si estinse
              flora e fauna sempre più si restrinse.

              Ora non v'era più nessun animale
              nessun fiore e nessun vegetale
              Solo un avido boscaiolo
              che avrebbe ceduto ogni cosa per un sol cetriolo.
              Composta venerdì 2 maggio 2014
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                Scritta da: Cinzia Coppola
                in Poesie (Filastrocche)

                Festa della fontana

                A Torremaggiore
                che festa gioiosa,
                per i fedeli la più preziosa,
                il pensiero va a Maria
                Vergine amata
                pura e pia,
                che in ciel viene innalzata
                e per le vie incamminata,
                la banda suona a festa,
                la gente a pregar si appresta,
                coi nastri e le coccarde
                si vestono le strade,
                i fuochi pirotecnici
                tra i vicoli e le vie,
                i ragazzi divertiti
                corrono sotto alle batterie,
                le loro maglie saran bucate
                e tra di loro tante risate,
                il palco s'illumina per chiuder la festa
                con un concerto che nel cuor resta,
                nei giorni festosi tanta magia,
                presto accorrere a pregare Maria,
                una mesta preghiera
                e così sia.
                Composta martedì 22 aprile 2014
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