Alla ricerca dei tuoi occhi
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Anche se ero piccola, me lo ricordo come fosse ieri. Ti aspettavo ogni giorno alla fermata dell'autobus, quando tornavi stanco dal lavoro. Sembrava mastodontica, quella corriera, ed aveva tutta l'aria di volermi investire mentre, con un rumore assordante, frenava di colpo accanto a me che, impaurita, mi allontanavo dalla fermata. Era il capolinea, quello, ed il conducente scendeva assieme a te, ridendo alle mie spalle. Allora io ti venivo incontro e saltavo al tuo collo, ancora frastornata. Era una scena che si ripeteva ogni giorno. È incredibile come, quando si è piccoli, tutte le cose ti appaiano più grandi del reale; anche tu mi sembravi enorme rispetto a me, ma non ti temevo, tutt'altro. Mi sentivo protetta quando ero con te, in qualsiasi situazione mi trovassi. Anche quel pomeriggio, come di consueto, mi prendesti per la mano e mi conducesti lì, poco distante, in quella zona degradata e malfamata della periferia: come al solito mi raccomandasti di non raccontare nulla a mamma, doveva restare un segreto fra noi. Quel giorno di dicembre, alle sei pomeridiane, il sole era già sceso da un bel po' e faceva freddo. Era quasi buio ed inoltrarci in mezzo a quelle baracche mi faceva un ... [segue »]
dal libro "Schegge di vita" di Antonia Casagrande
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