Scritta da: Daniela Russo
in Poesie (Poesie catartiche)
Rinnovati
Queste tenebre
in dono han portato
un nuovo modo
di pensare;
l'unione tra la gente
sarà l'unico modo
per andare avanti.
Composta domenica 26 aprile 2020
Queste tenebre
in dono han portato
un nuovo modo
di pensare;
l'unione tra la gente
sarà l'unico modo
per andare avanti.
In quel campo di violette
c'era qualcuno che cantava la vita
ingannando il dolore.
Si avvaleva solo del ritmo
del suo cuore e dell'amica solitudine
che aveva trasformato in una dolce lirica.
Il suo bisogno di parlare con Dio era talmente grande
che fissando il cielo era in grado di sentirne anche la voce.
Era un escluso, non per suo volere,
ma per la malattia degli uomini che l'additavano in nome di Dio.
Non si arrese, e non smise mai di credere alla luce del sole
che ogni giorno lo esortava a uscire dal suo grande buio.
Frena la rabbia, giorno di tempesta:
togli la voce al tuono
e lo scudiscio al lampo.
Sarà un prodigio a squarciare il buio.
Saranno le campane a dire "è vivo!"
Quando la luce
svuoterà la tomba
dammi le tue ali, vento,
per passeggiare in cielo;
culla i miei sogni, mare,
con canti di sirene;
cedimi le braccia, arcobaleno,
per legare le distanze.
E tu, sole,
regalami un fascio dei tuoi raggi
da mutare in baci.
Ho bisogno dei tuoi baci
e delle tue mani
e della tua saliva
e del tuo nome.
Ho bisogno di essere
contagiato
da te.
Sono un tutto
sparso ovunque.
Oggi il cielo è pesante, si è incupito,
ogni umore preoccupato è lì salito
sente forte il grido d'impotenza,
di un pianeta stretto forte nell'urgenza.
Non possiamo fare altro che aspettare,
ma nessuno chiuso in casa vuole stare...
Sulla Terra tutto quanto è collegato,
anche un sogno, può pesare nel creato
Ed allora se vogliamo torni il sole,
iniziamo dai pensieri e le parole...
La tempesta grigia e cupa aspetta fuori?
Stiamo a casa, senza perdere i colori.
Un dio minuscolo
ignorante
automatico
si è preso la nostra città,
ci ha chiusi dentro un guscio;
va sperperando la primavera
gli alberi in fiore
Ma io ho visto i piccioni fare nido
sul mio balcone
li ho visti covare due uova bianchissime;
e mia moglie, nel suo utero,
porta la speranza.
Penso che stiamo tutti covando l'uovo che ci contiene:
usciremo con un paio d'ali
e la voglia di cantare al sole.
E sboccerà la vita come i fiori,
nei prati verdi.
E tornerà il sole a splendere sui volti della gente.
Tornerà la luna,
immensamente grande ad illuminare queste notti buie.
Torneranno i tramonti in riva al mare e l'alba di un nuovo giorno
e la realtà sorgerà di nuovo.
Tornerà la libertà
e noi torneremo a respirare.
Ho aperto gli occhi e mi guardavi,
con le tue piccole manine ti strovinavi il tuo dolce e candido visino,
ancora meravigliata e incerta se regalarmi il tuo primo sorriso,
mi osservavi e
sorridendo
io ho sorriso insieme a te.
E sono nata,
sono rinata quel giorno.
E quando il dolore ti vuole
riconquistare, mostrando rovine
di un tempo felice passato
ora in pezzi, che a te spezzino il cuore,
ricordati il giglio del campo
che cresce spontaneo e felice
nutrendosi soltanto d'acqua e luce
e non sa se fiorisce in un bel prato,
su fori romani o sui sacri
antichissimi altari
del tempio di Delfi:
lui semplice splende sorrisi al sole,
sua fonte di vita. Pensa alla musica
e all'arte che sempre fioriscono
su ciò che gli uomini fuggono
e chiamano morte.