Scritta da: alessandro82
in Poesie (Poesie catartiche)
Amore
e una stagione
non ancora iniziata s'affaccia
si sente
già c'è.
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Amore
e una stagione
non ancora iniziata s'affaccia
si sente
già c'è.
Una mattina
sole pieno
coscienza d'infinito
poesia perfetta
la luce alla finestra.
Un pensiero
come può portarti lontano
ti può tenere inchiodato all'istante
tra l'amore e il precipizio
libertà e solitudine uguali
e poi azzerare la distanza siderale in un secondo
sentire di avere il mondo in mano
e perderlo.
Quanto si può soffrire per un istante?
Credevo di aver trovato il limite
Ma non è così
Ho scoperto che il dolore non ha fondo
Forse perché un fondo non voglio che l'abbia
Forse perché penso di meritare questo dolore
Ma come è possibile che sia così massiccio?
Pesa e grava su di me
Su quello che sono
Su quello che ho dipinto di me
Forse è un bene che io soffra
Così da liberarmi di questi pesi
Così da scoprire chi sono
Così da alleggerimi.
Di vita ormai risolta l’equazione,
il velo tolto e nebbie fatte rade.
Da fango s’è rimossa la carcassa
dell’uomo vecchio, solo e deprivato
di luce, sole e tiepida speranza
ch'a giovine virgulto vien donato.
Da quella coltre grave e soffocante
è nato un cigno candido e lucente
che mondo solcherà cercando vita
e dedicar la propria a umana gente.
Oggi ho visto un fico,
Il fico del mio giardino
Una pianta con cui sono cresciuta
L'ho scoperta
Scalata
Ma oggi dopo 20 anni,
L'ho vista
E ne ho scoperto tutto un altro lato.
Ho tante parole dentro,
come un vocabolario,
un romanzo o un diario,
qualcuno ancora non mi ha letta,
altri mi hanno solo consultata,
altri credono
di avermi studiata e imparata.
Ho lasciato pagine bianche,
per poter imparare,
ho allegato alle parole,
anche delle immagini per poterle
meglio assimilare.
Ma ho anche lasciato spazi vuoti
dove la mia fragile punta acuminata
si è spesso spezzata,
di tante parole,
cerco e ricerco ancora le definizioni,
di molte altre circolano solo tante voci.
Dimmelo tu che sottolinei
i miei aspetti,
che evidenzi i miei difetti,
dimmelo tu cosa vuol dire vivere!
Io che cerco ancora di scrivere,
Tu sei solo una voce dislessica
che diventa anche anoressica,
Quando ti aspetti da me una ricerca,
ti dimostri solo una fonte incerta.
Sotto i miei passi
non solo asfalti,
sui marciapiedi di città
tappeti di foglie morte
che svelano una verità.
Un secco scricchiolio
è una sensazione che condivido
come se mi sentissi io stessa
artefice e vittima della sofferenza
che riecheggia la mia stessa fragilità.
Il sole della notte
Ha la laguna nel cuore.
Spiriti allegri si muovono
Come a festa con le teste rivolte
Alle nuvole.
Le correnti crescono,
L'aria è ricca di iodio
Cosicché il mare possa
Naufragare meglio.
Il sole della laguna
È concettuale, simile
Ad un segreto che
Si spiaggia e riceve cure
Dalle meduse allegre.
Il sole della laguna è un osservatore colto
E prega in silenzio.
Ricevi adesso la mia confessione
oh notte.
Ruffiana meretrice!
Tu assolvi financo i diavoli del profondo inferno.
Ma nel buio non esiston ombre e
sotto il tuo vestito s'inabissa il niente
Giro per le tue strade buie
e vedo quello che nascondi al giorno.
Gettata ai margini d'un marciapiede sporco
da un destino che di lei si è fatto beffa
una donna gracile e malvestita
spreme dolore da una risata acuta.
Ride a tre uomini
che se ne vanno
dopo aver lasciato nel suo sesso
seme marcio e inutile violenza.
La scherniscono con oscenità e risate.
mentre si allontanano su una vecchia Maserati blu.
Lei resta sola e ride, ride forte
ride in faccia al freddo e alla paura,
Ride sguaiata, volgare, quasi a dar ragione a loro
e a quegli insulti che si allontanano veloci e festanti insieme al rombo del motore della
vecchia Maserati blu.
Scende il tuo silenzio, oh notte, sui protagonisti di questa triste storia e su tutte le storie tristi che non hanno voce.
Ho voglia di gridare ma la donna gracile e malvestita, come un fantasma, sorge dall'abisso dell'inesistenza, mi guarda e mi fa segno di tacere. "È inutile" mi dice "Io sono stata scritta su questo marciapiede, non su una Maserati!"
Ride, ride sguaiata e volgare mentre scompare tra le pieghe della sua triste storia.