In un rifugio antiaereo, apriamo a caso il Vangelo alla pagina del Testamento di Gesù: "Che tutti siano uno, Padre, come io e te". Quelle parole sembrano illuminarsi ad una ad una. Quel "tutti" sarebbe stato il nostro orizzonte. Quel progetto di unità la ragione della nostra vita.
Passeggiando in un giardino di pensieri e parole...
La mia prima volta è incominciata così, un giorno come tutti, non lontano da qui, quando passeggiando, tra le vie polverose, sono stato attratto da un profumo di rose.
Sbalordita la mia mente, da non poter capire, come nel deserto della vita, un fior possa attecchire, e con l'intento di dar sfogo alla mia curiosità, ho voluto passeggiare un po' qua ed un po' la!
Ricordo il mio stupore, attraversata la collina, tutto era speciale, niente come prima, un mondo differente, un giardino sotto il cielo, un brivido dopo l'altro, in un mondo parallelo.
Tanta l'emozione, da restare senza fiato, per l'attimo infinito che di gioia mi ha riempito, e non ho resistito, a piantar subito un fiore, tornando il giorno dopo, per vedere il suo splendore.
Da allora ogni volta che ripercorro quel sentiero, ancora mi emoziono, e lo faccio per davvero, perché questo giardino è sempre più arricchito di Pensieri e di Parole, che ogni ospite ha inserito.
Oggi anche tu nel deserto della vita, ti trovi a respirare il profumo di un poeta, e la carezza di una piuma, sta sfiorando la tua pelle, mentre porterà l'amore, anche nel cuore più ribelle.
Dolce naufragio nei ricordi di ieri Brucia sulla pelle livido il bacio di Giuda Ti assolvo dai tuoi errori che sono i miei... Ma non lasciarmi Sola a coltivare quest'alba con le mie mani ferite di te.
Cos'è che chiami vecchio forse la patina che il tempo, l'esperienza hanno incollato sul tuo viso. Cos'è che vuol dire forse che non puoi più capire ti fai pregare per un sorriso o fai finta, per non rispondere e dormire. Vecchio è chi legge il giornale facendo finta di non vedere, ascoltare senza parlare finalmente essere accudito quando ancora sai bene di poterlo fare.... La tua è solo un ulteriore prova se ancora qualcuno ti sopporta. Vecchio è chi è già morto nel cuore chi non prova ne gioia né dolore vecchio è quello che non vuol sentire che non vuol sapere mentre qualcuno la mano ti tende ringrazialo perché ti vuole bene. Vecchio sei quando dentro te non c'è più amore l'età non è un alibi per avere ragione quel bambino che è in te si sente in prigione ed allora viene fuori con tutta la sua forza e cerca di rivalersi di farsi notare con tutta la voglia che ancora ha bisogna con tutta la pazienza capirlo ti chiede disperatamente... amore.
Ricordo ancora quella mattina che la tua mamma tornò sui suoi passi a scuola non riusciva a stare e giunse prima. Negli occhi aveva una nuova luce già in quei giorni mi era sembrata strana ma come ogni presagio quella notizia mi giunse come prece Io che desideravo ancora essere mamma già diventavo nonna... Il cuore mi premeva dentro Il respiro non veniva fuori la mia preoccupazione era che ancora giovani non erano preparati a fare i genitori. Pensavo dentro me, un po' egoista, che la vita mi aveva fatto un grande regalo e già l'amavo. Quell'esserino che non conoscevo già lo immaginavo... In quel momento ho avuto voglia di gridare ma quello che sentivo a chi potevo confidare troppo forte quel sentimento che mi premeva dentro mi son sentita un poco in colpa potevo dirgli no! Ma guardando te che ormai sei un ometto penso proprio che benissimo ho fatto.
T'amo giurerò ma scioglimi da queste catene strette fino a soffocare non ti lascerò, tu vivimi tutta ed ogni mio silenzio varrà più di mille parole. Fammi respirare prova a tenere il sole tra le mani ti guarda e t'ama ma non lo puoi toccare. Scaldami ed accarezzami come solo tu sai fare ma poi lasciami andare quando avrò bisogno di pensare e quando il tuo desiderio chiamerà Io ci sarò. Non farmi affogare nel tuo mare d'amore, t'amo giurerò e quando la tua mano sfiorerà la mia ogni volta che tu lo vorrai io tua sarò.
Solo col fruscio del vento, immerso nei miei pensieri, chiudo gli occhi per un momento, pensando al mondo, come fosse ieri.
Penso agli aquiloni di quando ero bambino, le foglie dell'autunno, il volo dei gabbiani, e sempre ricorrente, quel sogno cherubino, di spiccare il volo, aprendo le mie mani.
Forse per questo, nasce la mia passione, forse per l'incubo, che proprio non sopporto, che mi fa vivere come in prigione, trattenuto a terra, dal peso del mio corpo.
Ecco perché quando spunta il sole, come un colibrì vibra il mio pensiero, e prima ancora che io mi alzo in volo, vedo le mie nuvole, vedo già il mio cielo.
Fino a che il vento sfiora la mia pelle, mentre mi distacco dalla madre terra, e sento già i brividi sento già le stelle, sfuma il mio tormento, con la sua zavorra.
Questa è la mia gioia, è la mia passione, inseguire l'orizzonte, dove si perde il sole, vibrare nel vento come un aquilone, lasciando la mia terra senza alcun rancore...