Poesie d'Autore


Scritta da: Giorgio De Luca
in Poesie (Poesie d'Autore)

Prigioniero del tempo

Stanco è il pensiero
nel rincorrere il passato.

Vorrebbe volare come un gabbiano
sospinto dal vento
e perdersi nel tempo.

Nascosto dietro i silenzi,
è prigioniero di se stesso.

Vive:
ha paura di esistere.

Corre come il tempo:
non può fermarsi.

Quanti anni ha?
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    Scritta da: Giorgio De Luca
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    La vecchia panchina colorata

    Quella vecchia panchina dove,
    solitario, cullavo sogni,
    risveglia primaverili incontri.

    Leggera, la sento arrivare,
    come sospinta dal vento.

    Tenera fanciulla dai lunghi
    capelli ramati, colei che tanto
    avevo amato, è ancora seduta
    al mio fianco su quella vecchia
    panchina colorata.

    Il tempo l'ha mutata,
    ha perso il suo splendore
    come le grigie stagioni
    della mia fragile vita.
    Composta giovedì 9 dicembre 2010
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      Scritta da: Giorgio De Luca
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Auschwitz

      Un campo di sterminio,
      l'orologio fermo alla mezzanotte,
      l'angoscia.

      Un forno,
      una catasta di legna umana,
      il fumo nero di un vecchio camino,
      l'acre odore di morte.

      Gli occhi scrutano il cielo,
      il tempo non cancella
      gli orrori del passato.

      Della Mamma
      un solo ricordo:

      "numero 27750".
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        Scritta da: Giorgio De Luca
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Andrea

        Una rete invisibile divide i confini della vita,
        della morte.

        Dentro i limiti l'espressione del pensiero
        stimola creatività, aiuta a costruire un futuro
        ricco di certezze.

        Oltre la barriera una misteriosa ombra
        ne accresce il dubbio.

        Nevica nella mente.

        Ha vissuto le barbarie di un mondo accecato
        dall'odio, dalla guerra dei popoli, lasciando
        un messaggio di speranza che nessun uomo
        potrà mai dimenticare: l'amore.
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          Scritta da: Giorgio De Luca
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Chi tu fosti in verità?

          Oh tu, divin poeta
          che tessevi le lodi delle genti d'Abruzzi
          da fanciullo l'amasti.

          Allorché t'allontanasti
          per migrar nell'altrui colline
          ripudiasti la natia terra
          per volere dell'amato-odiato padre tuo.

          Ti gloriasti delle tue volgarità.
          I perversi giochi fecero di te
          l'uomo sprezzante
          colui che tutto prese e nulla gli restò.

          Misera vita fu la tua!
          D'un sol fendente due volte sconfitto fosti:
          dall'amore dei figli
          e di colei che fanciulla ti regalò la rosa.

          Come gli incappucciati del Venerdì Santo
          i creditori sfilarono in processione
          spogliando la lugubre dimora
          ormai nuda d'ogni cosa.

          Nella tua confusa mente
          le bramose amanti
          si trasformarono in famelici felini
          desiderosi di sbranare ogni piccola parte
          del macerato e ripugnante corpo.

          Gli esiliati, spenti tramonti
          mai furono come il sole che, lentamente,
          scendeva dietro le misteriose gobbe
          delle rosse montagne italiche.

          Ricco d'intelletto,
          agitasi oltr'alpe il Tricolore
          per far ritorno in quel Paese
          dal quale, irriverente, fuggisti.

          Capace fosti d'incendiar il cor sublime
          dei giovin soldati
          pronti a marciar pel fronte maledetto.

          Fier sul petto splendean argenti, croci...

          Dell'onore dei compagni
          caduti in volo per la Patria
          ti appropriasti
          mentre ti trastullavi
          tra le sconce cosce
          delle putride amanti.

          Il tuo Patriottismo
          celava l'ingordigia
          e la sete di successo
          che carpivi con orripilanti
          artati inni.

          Offristi il silenzio politico
          offendendo la memoria di chi,
          un dì lontano,
          sacrificò la propria vita
          per l'amor Patrio.

          Comandande Gabriele Rapagnetta
          che d'Annunzio non fu mai,
          Vate d'Italia,
          chi tu fosti in verità?
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            Scritta da: Giorgio De Luca
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Chieti

            Posta sul colle
            impettita e dominante,
            calzi superba
            la scolpita valle.

            Le spalle proteggi
            con lo scialle di neve,
            dono soave e frizzante
            della cara Majella.

            Orgogliosa,
            ti offri agghindata
            di fiori profumati
            immersa nella splendida villa
            dal dolce odor di tigli.

            Splendida creatura,
            aspetti sull'erba bagnata
            l'aria fresca della sera
            strizzando l'occhio, civettuola,
            ai tuoi corteggiatori.
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              Scritta da: Giorgio De Luca
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              La sfida

              Condottiero implacabile,
              impavido difensore dei deboli,
              nel giorno più importante
              ha perso la battaglia della vita.

              L'esuberanza dei suoi vent'anni
              nulla ha potuto
              contro l'inesorabile potenza
              del cavaliere nero.

              L'Invincibile esulta!

              La sfida all'uomo delle tenebre
              continuerà nel Regno dei Vinti,
              laddove un giorno la luce,
              ora spenta,
              illuminerà per sempre
              l'eterna valle.
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                Scritta da: Giorgio De Luca
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                A mio fratello

                Amava la luce...
                Ora è lì,
                chiuso tra le fredde mura
                di una gelida stanza.

                I suoi occhi,
                due macchie nere
                sul fondo di un cratere spento.

                Il suo volto,
                una maschera di tristezza
                che copre l'allegria di un tempo.

                La sua vita,
                una pagina stracciata,
                un sogno infranto,
                il malinconico canto di un uccello
                che piange il suo dolore.
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                  Scritta da: Antonino Gatto
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Lacrime di cera...

                  Luci soffuse sulla china di un Poeta,
                  la ragione bussa alla porta,
                  ma la stanza tace, e l'ignora.

                  Una fiamma traballa,
                  ed unica testimone silente,
                  pare commossa d'un pianto di cera.

                  Come può fermarsi la mano,
                  di un cuor che cavalca
                  un'anima in tempesta?

                  Forse la fermerà il sonno,
                  che calerà profondo,
                  in una delle tante notti
                  che hanno fatto glorioso un uomo.
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