L'arpeggio del cuore, nello spartito degli eventi è un suono dolce per gli amanti... che vanno sgretolando montagne per aversi, che si vanno ingorgando di parole per dirsene una soltanto... respirandosi nel vento anche se sono lontani, continuando a cercarsi anche se sono vicini.
Distanze avvicinano lontani affetti sospiri spezzano silenzi perfetti parole pacate ad alleviare dolori pensieri disegnano forme e colori restano nell'ombra intense sensazioni vibrano nel corpo, profonde le emozioni e dal letargo si sveglia il cuore abbandonato nel suo torpore e nella vana speranza di tornare ad amare... si clonano sogni da regalare!
Non ti è mai riuscita bene, la crostata... Ma molte altre cose, si. La trovavo dura. Troppa farina Poco burro Poca marmellata Non ti è riuscita mai bene, la crostata... Ma il suo profumo ci radunava in cucina, ci radunava intorno a te. Tutti e quattro. Il fondo era sempre un po' bruciato... l'odore intenso, dolce... persiste ancora "Nel latte, si ammorbidisce", dicevi, "è più buona" Era una crostata per il latte. Era vero. Quando la faccio io, ora, nel latte si frantuma. La mia, non è adatta. Non è una crostata per il latte. Sapevi fare tante cose Sapevi fare tutto Ma non ti è mai riuscita bene, la crostata... Non so cosa darei... Per assaggiarla ancora, quella crostata... Mamma.
Amore Plettro delle mie parole Scritte col cuore Facile rima Dei mie pensieri Assensi Delle mie paure Inesistenti Amore Sparso nel dolore Dell'altro Amore e non vorrei Mai aver rivelato Amore Ora solo peccato.
Cosa farei se non ci fossi tu, a scaldare le mie notti gelide? Cosa farei se non ci fossi tu, a ritmare col tuo cuore i miei respiri? Cosa farei se non ci fossi tu, quando serve, ad asciugare le mie lacrime?
Cosa farò domani, senza la tua presenza? Senza il tuo sorriso? Senza le tue carezze? Senza i tuoi occhi? Senza i tuoi abbracci? Senza la tua anima? Senza di te?
Forse navigherò nel mare dei ricordi che sono sepolti nel mio cuore, bussando alla porta del tuo silenzio sperando di vederla aprire.
Oppure nel silenzio, vagherò nel giardino dei nostri momenti più belli, e pianterò un fiore, che bagnerò con una lacrima, ammirando il suo splendore, come oggi il nostro amore.
Sera, torno a casa la strada è lunga cammino lentamente, guardo in terra e la mia ombra non mi vuol seguire. È la voglia di perdersi e non tornare a volte solo per cambiare per trovare una ragione per continuare. Manca poco, sono quasi arrivata ma mi fermo a pensare torno sui miei passi cerco una scusa per fermarmi a pensare. Le stelle non mi aiutano stasera cosa mai potrò inventarmi per non salire... Sono stanca, annoiata da morire si, forse di questa vita e che non so mentire... si vedrà dal mio viso, si fa presto a capire poi dalla finestra mi sento chiamare: amore... non sali cosa stai a fare? Hai fatto tardi mi hai fatto preoccupare... Sali, non convinta ma è lì che devi stare.
Da una macchina in corsa un uomo getta una sigaretta, la cicca finisce sull'erba di un bosco provocando un incendio. L'odore assai acre del fumo si sparge, complice il vento, sul monte e sulla collina gli alberi, con tonfi assordanti si abbattono a terra bruciati. Il fuoco ormai tutto ha distrutto e la cenere cadendo copiosa ha coperto di grigio il bel prato. Degli orsi, dal loro rifugio riescono a far capolino tra fumi e detriti... che desolazione! Non rimangono che nudi monconi, del verde più niente rimane. Papà e mamma orsa coi loro due piccoli riescono a uscire dal bosco tra il groviglio di tronchi caduti, per cercare una nuova dimora. Gli orsetti impauriti aggrappati alla mamma lasciano con grande tristezza il luogo dov'erano nati e cresciuti. Percorrendo un sentiero che porta ad un ruscello si odono fiochi lamenti, due volpine nate da poco adagiate li in terra vicino alla mamma morente. Volgendosi agli orsi la volpe, incastrata tra i rovi, piangendo: salvate i miei figli... non sono capaci di stare da soli, io muoio e voglio esser tranquilla. Mamma orsa raccolse le piccole volpi ed il dolce musino bastò a farle accettare come figlie. Cammina e cammina, incontrano una mucca e tre gallinelle, scappate dal vecchio fienile e dalla la stalla distrutti dal fuoco. Si uniscono a loro e riescono a uscire da quel parapiglia diventando una strana famiglia, che lungo il cammino stringe un gran patto: collaborazione e rispetto. Le volpi ormai son cresciute ed i vecchi pollai non cercano più convivendo con le galline mangiando le uova, la frutta ed il latte di mucca. Gli orsi golosi di miele vengon su che è un piacere. Dopo tanto cammino, si trovano su un'alta collina è una grotta assai grande immersa nel verde. Finalmente abbiamo una casa! Esclamano in coro, qui faremo crescere questa nostra strana famiglia aperta a chiunque ne voglia far parte, venite orsù dunque, sono aperte le porte... Evitare con la convivenza tutto quello che può dar fastidio, niente più mangiarsi tra noi, pace fatta tra tutti, sia animali del bosco che della fattoria. Ci vuol così poco per andare d'accordo, basta avere tra tutti... sempre è stato detto... Collaborazione e rispetto.
Non te ne sei mai accorta presa dalla vita che correva, il tuo cuore, la tua mente dove era, eppure ci credeva... mentre tu andavi avanti, tutto il resto con lui si fermava. La passione dei primi anni pian piano come nebbia diradava, tutto quello che c'era da vedere riconsegnava lucidi ricordi, e logico presente occhi lucidi che qualche lacrima bagnava. Ora siamo soli, io sono cresciuta nel mio amore, per i miei figli, per la famiglia e con il cuore, ma ho trovato te addormentato, sei proprio come ti ho lasciato. Cosa posso fare per farti capire... scusa ma qualche volta mi pento per averti così tanto amato.
Con i miei sentimenti giocavi, ed io, stupida ero troppo coinvolta, per scoprire che mentivi ora forse, sei tu che speri, che tutto possa poi finire, così come era nato ieri. Ingenua nella mia folle passione, ti ho donato tutto, coinvolta da una strana sensazione, ho evitato di pensare, tanto era bello con te fare l'amore. Poi sei sparito, a tutti hai raccontato quello che tra noi c'era stato, eppure in quel momento ci ho creduto, non ho voluto sentire, ora son qui che cerco di capire... avrò la forza di dirti che è finita, e col senno di poi ti posso confermare: che non sono stata né stupida ne mi sono pentita, anch'io con te mi sono tanto divertita.
Sono la tua bambola puoi mettermi dove vuoi dove più ti piace darmi il tormento non ti darà mai pace. Mi trafiggerai con mille spilli non mi farai morire piuttosto ti divertirai ad infierire sul corpo mio dolente. Morbido, poi dolcissimo un bacio prima di finire nel tuo abbraccio avvolgente comincerò a godere di quello che c'è stato. Mi leccherai dappertutto le ferite dolce sarà far finta di soffrire così ti vedrò felice penserai alla tua preda conquistata ma non saprai mai per arrivare a te che strega sono stata.