Poesie d'Autore


Scritta da: Anna De Santis
in Poesie (Poesie d'Autore)

Pasqua

Dov'eri,
quando quest'uomo portava la sua croce?
Forse era la tua e non te ne sei accorto,
e lui senza un gemito continuava a camminare,
sapeva che di lì a poco sarebbe morto.
Eppure senza lamentarsi ha sopportato,
i nostri peccati,
pesavano tutti sulle sue spalle.
Il suo calvario abbiamo seguito
senza intervenire,
mentre lui andava a morire.
Non sono state alleviate le ferite,
il sangue scorreva sul suo viso,
siamo rimasti a guardare e lasciato fare,
ma lui era sereno,
perché presto sarebbe salito in paradiso.
Qualcuno ha tentato di pregare, di aiutare,
ma tutto già era stato stabilito.
Con grande sacrificio,
il padre ci lasciò suo figlio,
deciso a lasciarlo sacrificare,
sulla croce e sull'altare,
ogni giorno corpo e sangue,
pane e vino... dobbiamo ricordare,
nel nostro cuore, Il signore,
che ci ha salvato solo per un immenso amore.
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    Scritta da: Anna De Santis
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Primavera

    Saprò dal profumo del glicine,
    dal mio prato fiorito,
    da quel cielo di un blu infinito
    che l'inverno è passato,
    dalle rondini in volo,
    ma chi dividerà la mia gioia
    a chi aprirò il mio cuore,
    se ora sono da solo.
    Guardo dalla finestra,
    saluto con la mano,
    ma la gente passa e non resta,
    le parole non si dicono più,
    neppure gli occhi s'incontrano,
    tutto è accelerato,
    ed è inutile se l'inverno è passato...
    rimane freddo il mio cuore,
    un altro anno in fretta se ne è andato.
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      Scritta da: Anna De Santis
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Trema la terra

      Notte di stelle, dorme il paese,
      tra i lampioni qualcuno passeggia,
      tra quei vicoli antichi,
      la serena nottata e quel clima assai mite
      non si aveva da un mese.
      Ma ad un tratto quel cielo divenne pesante,
      quella notte di stelle un boato scuarciò....
      Non capire più niente,
      la pacifica gente nel suo sonno turbò.
      Fu l'inganno di un sogno, era dura realtà,
      quanta polvere si alzò,
      un momento e l'inferno,
      tutt'intorno d'improvviso crollò.
      Il risveglio non era per tutti,
      e la vita smise di andare,
      nella notte, troppi lutti,
      e la fretta di scappare e non pensare,
      ma girarsi verso amore,
      e ricordi perduti,
      rimane solo un immenso dolore.
      Non rendersi conto che la morte passava,
      in quella notte serena la terra tremava...
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        Scritta da: Anna De Santis
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Profumo di te

        Ancor caldo quel talamo,
        profumava d'amore,
        io seduta sul letto a guardarti,
        ne sentivo l'odore.
        Profumo di te, di lei,
        dei respiri il rumore,
        ancor piena la stanza,
        e sentivo il calore.
        Nei tuoi occhi, la voglia di me,
        continuavi a fissarmi,
        ma passavano l'ore,
        io vogliosa e tremante,
        situazione eccitante,
        scrutavo i tuoi gesti,
        diventavo l'amante...
        Poi una mano sul viso,
        un bacio e all'improvviso
        tutto viene normale,
        e sul letto abbracciati,
        non pensare più a niente.
        Non sentire la colpa,
        liberare la mente,
        né futuro, ne presente,
        solamente il mio cuore,
        accelerava i battiti,
        e di nuovo profumo di te e di me,
        nell'estasi d'amore.
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          Scritta da: Anna De Santis
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Un fiore appassito

          Ho visto quegli occhi,
          sembravano specchi,
          freddi e privi di umore,
          non poteva parlare,
          ne riusciva a reagire,
          voleva morire.
          Han toccato quel fiore,
          senza stare a pensare,
          e l'han fatto appassire
          senza urla, ne lacrime,
          non si è fatto sentire
          e continua a morire.
          Ma bastardo chi pena non sente,
          chi bacato ha la mente,
          chi ha perduto il controllo,
          chi appare e poi mente.
          Sarà dura curare quel fiore,
          per non non farlo appassire,
          far capire che il mostro
          non farà più paura.
          Ci vuol solo l'amore,
          pazienza e calore,
          questa è l'unica cura.
          Finalmente da quegli occhi
          scenderà quella lacrima
          per lavare il dolore.
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            Scritta da: Anna De Santis
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            La tua bocca

            Dove ora schiuderai le labbra,
            vita mi regalerai o mi farai morire,
            la tua bocca umida e calda,
            un dolce fremito e la voglia che in me cresce.
            Accarezzami tutta,
            i nostri corpi, come due tralci uniti,
            due acini al sole,
            succo che diventa mosto,
            e pigi ancora ed ancora, quel grappolo maturo,
            nel mio tino che pieno di vino impazzisce.
            Ma ogni cosa bella finisce,
            tu continua ancora,
            sento le tue labbra sfiorarmi,
            più giù, poi ancora su,
            hai ancora mosto da distribuire,
            ed io dolce nettare da gustare.
            Il sole al mattino ci troverà sfiniti,
            ma felici, perché sa amore che ti ritroverò
            e di nuovo a sera... ti avrò.
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              Scritta da: Fiorella Cappelli
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Abruzzo nel Cuore

              Alberi di meli in fiore
              Alte montagne innevate
              Straziato Abruzzo, nel cuore
              rovine e vite scavate...

              trema la terra per ore
              scosse per mesi, giornate
              ora è addosso il dolore
              di tante vite rubate...

              pochi secondi, il terrore
              umane case crollate
              polvere e sangue l'odore
              lacrime solo versate

              vivi, abbracciati a chi muore
              aiuti e mani allungate
              pazienza e tanto valore
              in giorni e insonni nottate

              ora è silenzio il rumore
              pianure verdi affollate
              attese e nuove dimore
              nuove speranze improntate.
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                Scritta da: Fiorella Cappelli
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Abruzzo Nel Cuore

                Alberi di mele in fiore
                Alte montagne innevate
                Straziato Abruzzo, nel cuore
                rovine e vite scavate...

                trema la terra per ore
                scosse per mesi, giornate
                ora è addosso il dolore
                di tante vite rubate...

                pochi secondi, il terrore
                umane case crollate
                polvere e sangue l'odore
                lacrime solo versate

                vivi, abbracciati a chi muore
                aiuti e mani allungate
                pazienza e tanto valore
                in giorni e insonni nottate

                ora è silenzio il rumore
                pianure verdi affollate
                attese e nuove dimore
                nuove speranze improntate.
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                  Scritta da: Sonia Rendina
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Sognando Charly Gaul

                  I politici hanno la camicia azzurra,
                  perché non spara,
                  bene avvitata al collo, e alloggiano
                  nella scatola a colori che li recita.
                  Hanno bei baffi e nasoni posticci
                  facce di cartapesta incipriate.
                  Fossero almeno un po' più stralunati,
                  fossero divi in ghignanti mascheroni:
                  di Zorro, Spilinberga o Frankenstein,
                  per un pubblico incerto
                  tra Buttiglione e Biscardi.
                  L'uomo, narcotizzato,
                  ha un soprassalto sul divano liso,
                  mentre la testa gli cade sulla moglie:
                  sogna un'antica scatola più opaca,
                  e Charly Gaul che usciva dalla nebbia,
                  dalla tormenta del Bondone nel '56,
                  batteva i denti, aveva gli occhi fissi,
                  e dentro la coperta
                  era un eroe della fatica sul traguardo.
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