Riprendo il segno, come ieri, fra le spiaggie del caricatore e il mediterraneo,
Appendo il respiro e gli occhi e gli odori di queste terre del Sud, Sud del Sud:
mi disse e, volli restare!
Mi piace guardare le infinite spiagge di Marza, deserte. A les epaules le dune di sabbia, la boscaglia e il vento che qui ci accoglie. Salvo il suono di un mare che possa ancora ricordare o ricordarmi.
Sotto la doccia, ed ancora senti l'odore, di quelle sporche mani, che ti hanno fatto male, fragile il tuo corpo, grande il tuo dolore, vittima di una violenza che non puoi dimenticare.
Gocce sul tuo viso, lacrime un po' amare, l'odore ancora addosso, e una vita da rifare.
Quel vicolo un po' buio, il silenzio sulla strada, trascinata in un rifugio trafitta da una spada.
Un altra doccia ancora, un corpo da lavare, per togliere uno sporco che non riesci a cancellare.
Non credere a quel che hai sentito. Non credere alle tradizioni solo perché si tramandano da generazioni. Non credere a nulla di cui si parli da molto tempo. Non credere ad affermazioni scritte solo perché provengono da un vecchio saggio. Non credere nelle ipotesi. Non credere nell'autorità dei maestri o degli anziani. Ma, dopo un'attenta osservazione e analisi, se ciò concorderà con la ragione e sarà di beneficio a tutti, allora accettalo e vivi in accordo con esso.
Gli occhi mi corsero dietro una bruna che passava.
Era di madreperla nera, era d'uva scura, e mi sferzò il sangue con la sua coda di fuoco.
Dietro tutte vado.
Passò una chiara bionda come una pianta d'oro dondolando i suoi doni. E la mia bocca andò come in un'onda scaricando sul suo seno lampi di sangue.
Dietro tutte vado.
Ma a te, senza muovermi, senza vederti, te distante, vanno il mio sangue e i miei baci, bruna e bionda mia, alta e piccola mia, ampia e sottile mia, mia brutta, mia bellezza, fatta di tutto l'oro e di tutto l'argento, fatta di tutto il frumento e di tutta la terra, fatta di tutta l'acqua delle onde marine, fatta per le mie braccia, fatta per i miei baci, fatta per l'anima mia.
Canzone del maschio e della femmina! Il frutto dei secoli che spreme il suo succo nelle nostre vene.
La mia anima che si diffonde nella tua carne distesa per uscire migliorata da te, il cuore che si disperde stirandosi come una pantera, e la mia vita, sbriciolata, che si annoda a te come la luce alle stelle!
Mi ricevi come il vento la vela.
Ti ricevo come il solco il seme.
Addormentati sui miei dolori se i miei dolori non ti bruciano, legati alle mie ali, forse le mie ali ti porteranno, dirigi i miei desideri, forse ti duole la loro lotta.
Tu sei l'unica che possiedo da quando persi la mia tristezza!
Lacerami come una spada o senti come un'antenna!
Baciami, mordimi, incendiami, che io vengo alla terra solo per il naufragio dei miei occhi di maschio nell'acqua infinita dei occhi di femmina!
Ora dammela tu Papà la mano, cammina, ti ricordi quando bambina mi portavi là, dove spunta il sole, e stringendomi al cuore m'insegnavi la vita. Hai sempre spiegato senza bugie, mi hai dato speranza e sicurezza, con una semplice carezza, mai illudersi amore, e ricorda che la verità te la dice il cuore, vedi, c'è una linea infinita oltre quel confine, dove finisce il mare, tu non la considerare, guarda oltre, lo puoi fare. Io ascoltavo le tue parole, sono andata oltre, senza affogare, ed ho avuto nella terra e nel tuo sorriso un punto fermo, dove riposare. Chiudi gli occhi e sogniamo ancora, ti stringo forte, non ti lascio ora, come sei stato attento nel mio crescere, ora son io che devo sollevare la tua testa sopra quel cuscino, mentre tu dormi, farò finta che ora... tu sei il mio bambino.
Quante volte son caduto, sono rimasto sempre muto, il mio dolore non l'han sentito e non ho chiesto aiuto. Quando più niente ti rimane, e non capisci che fai male, nonostante tutto l'amore, le delusioni sanno di sale. Renderti conto che è normale, solo non ce la puoi fare e continui poi a sbagliare, nonostante quel suo invito, ma tu ancora non hai capito... Un amico... devi ringraziare, forse è un angelo: tu ce la puoi fare, senza stare a giudicare, ti prende per la mano, ti salva da quel baratro, e crede sempre in te... Un amico, sempre tace e non riesce a darsi pace sente il grido di dolore, quando vede la tua vita che combatte col tuo cuore. Un amico... devi ringraziare, forse è un angelo: tu ce la puoi fare, senza stare a giudicare, ti prende per la mano, ti salva da quel baratro e crede ancora in te.
Che oggi regni la pace, che tu abbia fiducia in Dio che sa esattamente dove dovrebbe essere, che non dimentichi le infinite possibilità che nascono dalla fede. Che utilizzi quei doni che hai ricevuto e che condivida l'amore che ti è stato dato. Che tu sia contento di sapere che sei Figlio di Dio. Lascia che questa presenza si adagi nelle tue ossae permetta alla tua anima la libertà di cantare, ballare, pregare e amare. Esiste qui per tutti e per ognuno di noi!