Sentirai la presenza, ovunque andrai, ti seguirò pensandoti e saprai che non sei da solo. La tua strada forse sarà impervia, ma saremo insieme, senza parole capirai di me, non vivrò che per te se lo vorrai. Non aver paura, tu cammina sicuro, con la tua mano nella mia, ti guiderò, sempre ci sarò. Non voltarti indietro, i tuoi errori ti faranno perdere, come salice affonderai i tuoi rami nell'acqua, per coprire lacrime, ma con me la forza troverai per continuare. Salirò con te, scalerò il dolore, e quando sarai stanco ti farò da cuscino, una mattino di sole capirai che ad un figlio non servono parole, ti guarderò negli occhi e tu li abbasserai, quando vedrai nei miei un immenso amore che ti ha seguito sempre e finalmente tu mi aiuterai. Mi darai la mano e proseguiremo insieme, quando sarò stanca, al termine del mio cammino, non servono parole.... Tu sarai certo il mio cuscino.
Se non puoi esser pino in cima la collina sii pruno nella valle - ma sii sempre il più bel cespuglietto accanto al ruscello; se non puoi esser albero, sii cespuglio.
Se non puoi esser cespuglio, sii dell'erba e abbellisci come puoi la strada maestra; se non puoi esser muschio, sii alga, ma l'alga più graziosa del laghetto.
Non possiamo far tutti il comandante, altrimenti la ciurma chi la fa?
C'è qualcosa da fare per tutti. Ci sono lavori grossi e altri meno e ciascuno deve scegliersi il più adatto.
Se non puoi esser strada, sii sentiero, se non puoi esser sole sii una stella; vincere o perdere non ha a che vedere con la grandezza Ma bisogna esser al meglio quello che si è.
Con la forza che avevi dentro il cuore, ed il sole d'aprile, volevi fiorire, ma ancor presto hai dischiuso corolla, quando ancora nessuna era bella. I tuoi petali eran rosso vermiglio, con la voglia di un figlio. Hai cercato chi rosa potesse curare, amare, e affrettando quel giorno hai sbagliato a capire, la farfalla che ha aperto le ali non potrà riposare, con quel freddo non potrà mai sbocciare, in quel piccolo fiore quel cuore farà presto a morire. Rosa che speri, rosa che aneli, rosa che ancora vorresti crescere ed amare, aspetta il sole, sarà senza veli, quella che ti coglierà, sarà incontro al vento e bacerà i tuoi petali, accetterà le spine, sarà contenta di farsi respirare, ti regalerà l'amore. Ma ora sul ramo una mano distratta ha posato, cogliendoti in boccio... la vita che ancora sognavi è svanita, e corolla è appassita. E lacrime vere di grande dolore, perduta la vita, ma salva in un colmo bicchiere, da mani pietose, che raccolgono il fiore, e l'acqua disseta la rosa che riprende sua vita, non era finita...
Se leggi questi versi dimentica la mano che li scrisse: t'amo a tal punto che non vorrei restar nei tuoi dolci pensieri, se il pensare a me ti facesse soffrire.
Anime in pena, che sentono il dolore, comune gaudio, comune stupore, angeli che piangono sulla miseria umana, vegliano e ignorano ogni cosa vana. L'importante è la vita in ogni creatura, e di questa che noi abbiamo cura, tutto passa, ma l'amore resta, e l'angelo che c'è in noi lesto s'appresta, dove c'è bisogno, dove infranto è un sogno, dove grida quel bimbo, dove una mamma piange, dove il sangue tinge. Ti porge la mano, a chi non è rimasto niente, ma noi angeli, tra l'indifferenza, non possiamo niente, un sorriso non basta, e scuotiamo la gente, con le nostre preghiere, che nessuno sente. Ma continuiamo a strillare, qualcuno sentirà... non così, non si può far finta di niente, c'è gente che continua a morire.
Il mio posto è qui, dove sento il mare, dove goccia a goccia il pianto si confonde. Il mio respiro con il vento e con le onde, parlo da sola, ma mi ascolta l'amore... mentre la mente vola. Penso a te, che ho sognato, che ho raggiunto, accarezzato e perduto, all'amore che ho infangato, umiliato e distrutto. Ora neanche il sole può asciugare gli occhi, ne scaldare l'anima e scenderà una lacrima, non riuscirà un gabbiano a farmi guardare il cielo, si amore... amore... te lo dicevo mille volte al giorno, bugiarda... ma era vero, ho tradito, ma con tutto il mio cuore ti ho amato, e tu per tanto tempo mi hai aspettato. Ora non ci sei più, mi rimane il mio mare, non so se ce la farò a continuare, se non mi perdoni .... finirò per affogare.
La mia poesia è alacre come il fuoco trascorre tre le mie dita come un rosario. Non prego perché sono un poeta della sventura che tace, a volte, le doglie di un parto dentro le ore, sono il poeta che grida e che gioca con le sue grida, sono il poeta che canta e non trova parole, sono la paglia arida sopra cui batte il suono, sono la ninnananna che fa piangere i figli, sono la vanagloria che si lascia cadere, il manto di metallo di una lunga preghiera del passato cordoglio che non vede la luce.
Non soffrire, vorrei dirmelo ancora ed ancora, ma nonostante tutto, rimane un rimpianto... ora Se avessi provato... se quel pianto avessi consolato, quando ho detto che ti avrei lasciato... La mia strada mi ha portato in diversa direzione, ma tu non c'eri ancora nei miei pensieri, è stato più forte di noi, ed ancora ieri, ci siamo innamorati, ed è una cosa vera, fatta di parole, di respiri, di carezze mancate, di confidenze, di pentimenti, di tanti buoni proponimenti ma uniti sempre nei sentimenti, in un bacio che non ha mai fine. Una storia seria, che purtroppo è fatta di rinunce, l'amore per chi ama come noi, non sempre vince, comunque serve, quella certezza che mi sei vicino, a nessuno abbiamo voluto fare male, come l'aria però, ti devo respirare, ti devo sentire, tanto è forte questo amore che la nostra sicurezza è che tu ci sei per me come io per te. Non posso costringere il cuore, ha bisogno di andare, sai che vorrei raggiungerti ma in un posto dove? So che mi aspetti sempre, perdonami amore, ma ci sarà finalmente un giorno, il modo per poterti amare.