Anche il sole stamane è arrivato per tempo, anzi con un leggero anticipo. Anche io mi sento buono, più buono del solito. Siamo tutti un po angeli oggi mi pare quasi di volare leggero come sono. Esco di casa canticchiando, voglio bene a tutti. Distribuisco saluti a destra e a sinistra.
I cieli sono uguali. Azzurri, grigi, neri, si ripetono sopra l'arancio o la pietra: guardarli ci avvicina. Annullano le stelle, tanto sono lontane, le distanze del mondo. Se noi vogliamo unirci, non guardare mai avanti: tutto pieno di abissi, di date e di leghe. Abbandonati e galleggia sopra il mare o sull'erba, immobile, il viso al cielo. Ti sentirai calare lenta, verso l'alto, nella vita dell'aria. E ci incontreremo oltre le differenze invincibili, sabbie, rocce, anni, ormai soli, nuotatori celesti, naufraghi dei cieli.
Non ho bisogno di tempo per sapere come sei: conoscersi è luce improvvisa. Chi ti potrà conoscere là dove taci, o nelle parole con cui taci? Chi ti cerchi nella vita che stai vivendo, non sa di te che allusioni, pretesti in cui ti nascondi. E seguirti all'indietro in ciò che hai fatto, prima, sommare azione a sorriso, anni a nomi, sarà come perderti. Io no. Ti ho conosciuto nella tempesta. Ti ho conosciuto, improvvisa, in quello squarcio brutale di tenebra e luce, dove si rivela il fondo che sfugge al giorno e alla notte. Ti ho visto, mi hai visto, ed ora, nuda ormai dell'equivoco, della storia, del passato, tu, amazzone sulla folgore, palpitante di recente ed inatteso arrivo, sei così anticamente mia, da tanto tempo ti conosco, che nel tuo amore chiudo gli occhi, e procedo senza errare, alla cieca, senza chiedere nulla a quella luce lenta e sicura con cui si riconoscono lettere e forme e si fanno i conti e si crede di vedere chi tu sia, o mia invisibile.
Non sciogliermi ancora... Lascia che l'aria accarezzi la trama di ogni mia fibra La luce mi avvolge, violenta poi delicata Oscillo... al pensiero di esser legata... stretta, afferrata Vento che sleghi trascinami piano... sotto il suo sguardo che segue il mio andare... regalami un attimo da emozionare.
Cosa insinua di incerto l'amore nella speranza, il fiore quale scandalo nella sua erta oltranza? Dove sei, amando dove sei? Nell'altra stanza odi un canto, un passo strascicato di danza, e non ci vai, resti dubbioso. Sai che talvolta è meglio la distanza che inoltrarti in un ritmo che ascolti e che vuoi che rimanga nel suo enigma in cui molti significati, troppi forse, sono racchiusi nel suo stigma.
Muto nel mio dolore, con gli occhi chiusi per non sapere, ma intorno Angeli, che si danno da fare. Forse sono in Paradiso, è un sogno, non voglio pensare, sento la mia fronte fredda, una mano amica la viene a riscaldare, una carezza sul viso provato comunque ad alleviare una pena può aiutare, a credere che c'è ancora del buono intorno, e per quel tempo che sembra non passare, non è poi così lungo il giorno. Angeli che semplicemente aiutano, con dolci parole, angeli sottoposti ad estenuanti prove, mai stanchi, volano intorno, proteggono, sorreggono questi corpi stanchi, e ti tengono stretti e ti affidi alle loro mani. Ti addormenti sicuro, anche nel tuo dolore, c'è comunque quell'Angelo a vegliare il tuo sonno, lo senti vicino e la notte leste passano l'ore.