Perdersi,
nell'immensità
di un bacio,
perdersi nei sensi,
per ritrovarsi
a respirare
anche l'anima,
un'anima che aspetta
solo te, per perdersi
nell'immensità
di un amore
mai vissuto.
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Perdersi,
nell'immensità
di un bacio,
perdersi nei sensi,
per ritrovarsi
a respirare
anche l'anima,
un'anima che aspetta
solo te, per perdersi
nell'immensità
di un amore
mai vissuto.
E mi tormenta l'anima,
questo amore,
amore senza senso,
che l'amore non ha
mai senso,
ed io non ho
potuto
amarti ieri,
e ne ho potuto oggi,
e forse domani potrò?
Non mi resta null'altro
che sperare,
mentre mi perdo
nel pensiero di te
amandoti.
Le tue mani
leggiadre come farfalle
planarono sui miei polsi
e le mie braccia
il mio petto
furono come attraversati
da impetuose scosse
che scorrevano
sottopelle.
Le tue mani calde
a custodirmi
dal vento della malinconia
a rifiorire in me sensi
ibernati nel freddo dell'ipocrisia!
In quel tepore trasmesso
in me, nell'anima mia,
ci fu letizia
un tripudio d'agio
e mi lasciavo abbandonare.
Le tue mani
compiutamente
sulle mie
a placare l'errare
di un amore in perdizione
per il rifiorir di un amore
senza condizione.
Quest'amore che era cucito nella tasca del cuore,
preme per venire fuori
e come una goccia sulla pietra
scava scava, fino a trovare la via
e piano piano conduce le parole
alle mie labbra che però restano serrate
e allora continua a scavare e
le porta agli occhi che in uno sguardo
ti gridano il mio amore.
Ti cercherò
dovunque tu sarai
ti troverò
seppure costerà,
e t'amerò
per sempre senza avere.
Ti porterò in eterno
nel mio cuore.
Non muterà il sentirti
dentro me
forte presenza
intensa bramosia.
E voleremo insieme
nel profondo,
dentro quel cielo
in cui sconfina
il mondo.
E ci ameremo sempre
e ancora più.
Oggi, mentre camminavo
e sentivo la pioggia
un po' sul viso
un po' sull'ombrello,
pensavo che sei tu,
il mio Tirolo
Stai nella roccia dolomitica
nell'abete annoso
nei sentieri erbosi
nel mugghio delle malghe
nelle acque che scrosciano
nel fuoco tonante
Nei ghiacci e nei crepacci
nella pioggia e nel sole
Nell'aria
fai parte degli uccelli
predatori
delle api e delle farfalle
Sei, nella lunga valle
Nei fiori
e in tutti i colori
che riempiono i tuoi occhi
e la tua vita.
Parlare ora è facile
nella stanza vuota
non ritorna che la mia voce
dove sedevi ci sono panni
una chitarra silenziosa
note spente su una pagina
il sole penetra di taglio
si scompone nel pulviscolo
mangio vecchie briciole
sogni e speranze si cozzano
un rumore silenzioso
una lacrima un ricordo.
Profumo di Puglia.
Si tramanda la tradizione dei sapori unici
di un vecchio passato,
la nonna alla madre, la madre alla figlia,
Tutta riunita la famiglia.
Orecchiette con le cime di rape,
le frittelle incantate,
frittelle vuote,
o frittelle dal sapore intenso ripiene di tonno e cipolle soffritte,
c'è chi ama ricotta forte e pomodorino, dal sapore sopraffino.
Tra un po' è l'ora della festa.
Tutti infuocati i falò, tutti riuniti a cantar canzoni.
È pronto il calzone focaccia ripiena con cipolle e baccalà.
Una grande tavolata, va avanti la tradizione,
si gioca a carte, tombola, burraco, mercante in fiera,
si gioca a tarda sera, a tarda notte,
chi invece torna a casa a prima mattina.
Rievocata la tradizione di quand'ero bambina.
Avessi un nome in testa
io lo darei a te,
perché tu lo portassi dentro.
Nascosto,
perché nessuno lo conoscesse.
Un nome segreto.
Perché nessuno ti potesse chiamare,
far voltare,
conoscere o riconoscere.
Avessi tasche ampie al mio mantello
tirerei fuori le mani e stringerei le tue
per accompagnarti.
Ti parlerei in una lingua
che solo tu ed io conosciamo
perché restino nostre le confidenze che ci facciamo.
Ho tutto questo,
ma ti osservo passare e taccio,
abbasso gli occhi,
e mi resti segreta.
Stanotte,
disteso
abbracciato alla novità della serata.
Lei che si fida e dorme,
io che resto sveglio
e quindi che mi fidi o no
non cambia niente.
E domattina invece
ad occhi chiusi
fingendo di dormire,
per lasciarla andare
senza doverla salutare.
Poi
con la sicurezza di esser solo
chiudere gli occhi per davvero
e provare un po' a dormire.