Resta
E tu soffiami un bacio
e tu raccontami di noi
e tu resta a sognare
con me
la felicità è l'unica
chiave del nostro amore.
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E tu soffiami un bacio
e tu raccontami di noi
e tu resta a sognare
con me
la felicità è l'unica
chiave del nostro amore.
Vivi ogni giorno come un nuovo inizio,
non avere mai paura di chi tu sei in realtà
ma sopra ogni cosa, credi nell'amore. E
sempre credere in qualcosa
vedrai
diventà realtà!
Ah! Quanto ammiro l'incredibile virtù della natura,
che da un minuscolo seme nasce un albero,
tante piccole gocce formano un lago
fiumi che si gettano nel mare,
e magnifici fiori che spuntano tra le fessure delle rocce
color azzurro, giallo, rosso,
cielo, sole, tramonto,
è l'immensità racchiusa in un fiorellino,
e l'intero cielo sta in una goccia di rugiada,
e l'io del poeta
che scaturisce
di questa incredibile
visione.
Amo dove poggio i miei piedi,
la terra mi da sicurezza,
mi dona i suoi frutti,
crescono gli alberi con il loro splendore,
i fiori sorridono sopra di she,
le acque scorrono impetuose,
i mari scintillano nell'abbraccio,
la terra è il gioiello dell'universo,
una bellezza inimitabile,
sconvolgente,
inspiegabile!
and noi viviamo qui!
che dono meraviglioso
abbiamo ricevuto!
La notte d'estate
solleva ogni spirito,
nel blu stellare irradia amore,
tra le stelle ti senti sollevare,
luce potente e benedetta,
piccoli noi siamo in questa galassia,
nell'immenso vuoto solitario,
piccole anime semplici,
sperdute in un immenso universo,
incomprensibile a noi.
Dio che rimani nascosto,
abbi cura di noi.
Ascolto i soavi rumori del cuore,
cuore forse cupo,
cuore forse matto,
rumori che rieccheggiano nel rumore di un sussurro,
rumori che urlano a squarciagola il tuo nome.
Rimango lì,
immobile
pensando a come fosse la mia vita senza quei rumori
e dopo vari tentativi mi rispondo
Vuota.
Io ero con voi
quando applaudivamo a parole
che si sono rivelate bugie.
Io ero con voi
quando parlavamo
con un plurale imposto da estranei.
Io ero con voi
quando credevamo
che un simbolo avesse un valore.
Io ero con voi
quando soffrivamo
per i compagni che si erano armati,
e persi,
e morti.
Io ero con voi
quando credevamo nel secondo plurale,
nel noi.
Adesso dove sono,
mentre voi continuate ad applaudire,
ad urlare
a pensare di essere insieme,
non per crescere
ma per non sentirvi soli,
per condividere un fallimento
senza rendervene conto,
ad ubriacarvi delle parole al plurale
dette dai terzi di allora,
imbonitori da piazza.
Io sono qui,
vicino a voi,
con un giaccone imbottito,
certo del mio far male
del mio sbagliare mira.
Tanti morti perché alla fine
forse voglio morire in compagnia.
Sono vicino a noi,
come allora,
stavolta per sempre.
Allungo il calvario
per allontanare il momento della croce
e nel frattempo penso
che prima sarò in cima
prima mi toglierò il pensiero.
Ma siccome non sono ne puro,
ne bravo come il mio antico predecessore,
mentre salgo penso a quanti ne vorrei vedere,
a buon diritto,
al posto mio,
ed a quanti di quelli che mi urlano
e sputano addosso
vorrei rispondere con qualche bomba a mano,
ma mi è andata male
non come meritavo
ma come hanno deciso quelli peggiori di me, mondo a rovescio.
Guardiamoci il viso,
l'uno dell'altro,
la differenza da ieri,
ma non nello stesso momento,
non incrociamo gli sguardi,
non intrecciamo i ricordi.
Evitiamo le rabbie.
Cancelliamo tutto,
ognuno il suo,
voltiamoci le spalle,
è solo un semplice addio,
l'addio di una coppia finita,
o mancata.
La magistratura tiene sotto scacco i politici.
La burocrazia,
che è serbatoio di voti
tiene sotto scacco i partiti.
I partiti tengono sotto scacco il paese,
il paese va per conto proprio,
anzi vorrebbe,
ma ha le ganasce fiscali
a ruote,
palle
e seni,
non può più muoversi.
E così tengono in ostaggio ciò che resta del paese,
il quasi niente.