Le migliori poesie inserite da Alessio Fabretti

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Scritta da: Alessio Fabretti

La notte

Ho ascoltato la tua voce
nel silenzio della notte.
Anche se la stanchezza del giorno
pervade le mie ossa e a nulla
vale la leggera brezza che
s'alza nell'ora più tarda,
misero refrigerio nel tormento
che s'appresta nelle pieghe
della mia anima.

Ho ascoltato la tua voce
nel silenzio della sera.

Mentre i pensieri lasciati liberi
nel fluttuare, vagare alla ricerca
di un posto, nelle braccia
di chi ti ama nel silenzio
percorrendo lo spazio infinito,
e come le nuvole spinte dal vento
unirsi, riformarsi e fondersi,
così i nostri pensieri.

Ho ascoltato la tua voce
nel silenzio della sera.

E, ascolto la tua voce
nel silenzio del giorno
che sta per nascere di la dal mare.
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    Scritta da: Alessio Fabretti

    Solitudine

    Solitudine
    Una lenta e malinconica tristezza
    attanaglia l'anima e la stritola.
    Grida nel silenzio
    nessuno ascolta.
    La voce è nulla
    in quest'arida landa
    battuta dal vento.
    La torre della solitudine
    s'innalza lugubre e lucente
    al chiarore lunare.
    Stormi di uccelli neri
    volteggiano nel cielo
    e la mia anima vaga nelle ombre.
    Alessio.
    Composta martedì 13 aprile 2010
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      Scritta da: Alessio Fabretti

      Quanto vorrei

      Quanto vorrei, vederti
      ed è sempre come
      un arcobaleno senza fine.

      Quanto vorrei, che il desiderarti
      è sempre come il primo istante
      quale fuoco inestinguibile.

      Quanto vorrei, carezzare
      i tuoi capelli sì da sentirne
      il tessuto rimanere impigliato
      tra le dita quale
      "sole nascente".

      Quanto vorrei, correrti incontro
      e abbracciandoti gridare al
      mondo intero "ti amo".

      Quanto vorrei, che
      il mio leggero bacio sulle tue
      labbra ti comunicasse
      il mio immenso amore.

      Quanto vorrei, sfiorare
      con le dita il tuo ovale e
      le labbra tue, così che il
      mio silenzio ed il mio sguardo
      parlassero per me.

      Quanto vorrei, che le mie braccia
      ti cingessero sì da sentire
      il tuo alito su di me.

      Quanto vorrei, che le mani tue
      accarezzassero il mio viso,
      e in un abbraccio sentire
      il calore ed il profumo
      della tua pelle.

      Quanto vorrei...
      che le parole tue dicessero
      Quanto vorrei...
      sì da sentirsi mancare il respiro
      amor mio.
      Composta venerdì 2 ottobre 2009
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        Scritta da: Alessio Fabretti
        Pensieri...
        Ogni volta che la sera s'avanza silenziosa
        e tra lo stormir delle fronde
        si posa strisciando nel silenzio,
        chiudo gli occhi
        e il volto tuo si insinua prepotente
        nei sogni miei.
        Il bacio tuo avverto
        dolce nel respiro e
        lieve il tuo calore avvolge,
        mentre un fremito percorre la mia pelle.
        Composta martedì 18 maggio 2010
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          Scritta da: Alessio Fabretti

          È Sera

          Cala la luce del giorno
          ed il nero mantello
          percorre velocemente
          le strade del mondo.

          È sera,
          ma i miei occhi stanchi
          vedono attraverso i tuoi.

          È sera,
          mentre trascorrono lenti
          i minuti che ci separano.

          È sera,
          e la solitudine alle volte
          sì cauta, si insinua
          nella mia mente.

          È sera.
          Tu non ci sei. Dove sei.
          Rispondi.

          È sera,
          e ti cerco continuamente
          per ogni angolo della Terra.

          È sera.
          Tutti nelle case. Si ode
          il tintinnio delle stoviglie,
          ma io son qui che aspetto.

          È sera.
          Ti aspetto come ogni sera che
          tu arrivi, col cuore in gola
          nell'attesa di rivederti e
          di riabbracciarti.

          È sera,
          e la notte è vicina.
          Ascolto il vento e
          le tue parole.

          È sera,
          quando dici
          "È Sera", desidererei
          viverla con te,
          la sera.
          Composta domenica 11 ottobre 2009
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            Scritta da: Alessio Fabretti

            Lassù

            Lassù nel palazzo antico
            dietro le finestre in alto,
            chiuse le imposte
            mentre dormi sonni agitati
            lentamente il tenue chiarore
            penetra dalle fessure.
            Rischiarando lambisce le tue mani
            il tuo viso ed i
            capelli sparsi sul cuscino.
            Allora un raggio di sole
            si fa largo e sfiora lievemente
            i tuoi occhi di un alone
            luminoso svegliandoti.
            Allorché pieno il chiarore ormai
            e di luce la tua stanza,
            sei
            Lassù,
            ove, sola con i tuoi pensieri
            soffri
            ancora nel silenzio
            mentre la notte trascorsa
            rigirandoti tra le lenzuola
            intrise del tuo profumo
            non hanno dato quel
            risultato in cui speravi
            di calma e serenità.
            Ferito il fisico e il Tuo Cuore
            volgi lo sguardo al cielo
            ed... una lacrima
            riga il Tuo bel viso
            allora penserai e...
            ricorderai.
            Composta mercoledì 14 gennaio 2009
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              Scritta da: Alessio Fabretti

              Ricordi (2) - A te

              Il sole cala all'orizzonte in un barbaglio di luci multicolori incendiando il mare.
              Qui, ora, in questo istante, seduto sulla roccia, spuntone lavico freddo, ma tiepido della leggera calura serale, guardo lontano, percorrendo mille spazi e mille silenzi. Ora ascoltando la risacca che col suo lieve sciabordio lambisce i miei piedi stanchi del lungo cammino, ora rimirando gabbiani volteggiare alla ricerca di cibo e, come lasciarsi cullare dalle correnti ascensionali, che li reggono e li sospingono senza il battere delle ali.
              Lieve l'alito del vento accarezza il mio viso.
              Lieve è il sussurro che avverto nel silenzio immenso, eppure è lì vicino.
              Il mio sguardo perduto nel tempo, ascolto le parole e gli odori che mi parlano e mi portano lontano.
              Penso, in questa serata tiepida che mi avvolge, e sento il battito di un cuore che ha ripreso lentamente a pulsare. Lentamente, ma è vivo. Lontana una vela torna a riva, in un porto sicuro, i giorni lontani, tristi forse, volgono al termine. Il tempo è passato, ora è presente e osservo i calzari e il mio mantello. La sera avanza e la brezza del maestrale scioglie il tepore appena e, leggero, percorre un brivido la mia schiena, è tempo di andare. Sothis mi indica la via, ma non penso alla schauabti che racchiuderà i miei resti per sempre, ma penso che la terra un giorno raccoglierà le mie sembianze se mai.
              Ora tu sei presente, ti ho aspettato per tanto tempo. Tanto tempo è passato e, quando ti ho vista ho riconosciuto il tuo sguardo.
              I miei ricordi erano presenti. "La vedrai e la riconoscerai", mentre immensi spazi ci dividevano. Tu sei, ora e sempre. Le stelle occhieggiano lontane. Maat guida il mio pensiero, riprendo il bastone che ora mi sorregge vieppiù e, torno a bussare alla tua porta.
              Composta mercoledì 18 febbraio 2009
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                Scritta da: Alessio Fabretti

                Notte di settembre

                Un silenzio profondo a me intorno,
                mi avvolge e chiude gli occhi miei.
                Son qui che in questa quiete
                neppur sento il battito del cuore mio.

                Ora son qui vicino a te,
                a te che in questo istante
                hai sussurrato il nome mio
                e mi hai chiamato.

                Il tuo pensiero è
                come una nuvola celeste
                che lampeggia
                scompare e si dissolve in
                una miriade di frammenti,
                un pulviscolo brillante che
                come pioggia sembra inondarmi
                ed il mio cuore canta la tua musica,
                mentre dissolve poi la mia persona
                vola verso di te che a me tendi la
                tua mano.
                Composta venerdì 6 novembre 2009
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                  Scritta da: Alessio Fabretti

                  Ieri sera

                  La sera s'avanza
                  lenta, quando il sole
                  stanco si tuffa nell'oceano
                  lontano ad Ovest
                  in mille vapori fumanti.
                  Allora guardo la mia figura
                  riflessa nell'acqua,
                  i miei calzari
                  il mio mantello polveroso.
                  Tornando sui miei passi
                  lasciando il mare
                  il mio cuore trema
                  guardando una scritta

                  "Perché non sei qui stasera?"

                  E ti cerco per le strade
                  nei volti dei passanti.
                  Poggio la mano sorreggendomi,
                  il respiro mi manca,
                  chiudo gli occhi e...
                  vedo attraverso i tuoi.

                  Mani sollevano il capo,
                  pietose, ed il selciato tiepido
                  attraversa le mie ossa.
                  Chini i visi, lieve il bisbigliare.
                  Una mano accarezza
                  il mio volto rigato e stanco.
                  Cerco nella memoria.
                  Le Tue mani sfiorano lievi
                  i miei occhi tergendoli
                  allora... ti guardo
                  mentre una pace profonda mi prende,
                  m'invade.
                  La bocca arida sussurra
                  sei... tu...
                  ed una fresca rugiada
                  bagna le mie labbra
                  da tanto tempo inaridite
                  sei... tu...
                  mentre il respiro m'abbandona.
                  Composta domenica 10 febbraio 2008
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                    Scritta da: Alessio Fabretti

                    Ricordi

                    La villa quieta accoglie i mie passi
                    varcando i cancelli rugginosi del tempo.
                    Bambini corrono gioiosi sull'acciottolato.
                    Le anziane sulle panchine
                    seguono, lo sguardo festoso,
                    mentre le giovani mamme
                    rincorrono i fanciulli giù per la scesa
                    sino a una fontana asciutta d'età,
                    vociando "attento".
                    Scendo alcuni gradini antichi
                    consunti dai passi, delimitano
                    ai lati sassi,
                    e una balaustra sciupata dal tempo,
                    mi appoggio.
                    Passo lungo il viale, gli olmi e gli ontani
                    intrecciano i rami come colonne gotiche
                    di una cattedrale antica;
                    una cupola
                    atterrata, spazzata dal vento
                    e intemperie consuma.
                    Uno scoiattolo si arrampica
                    sul tronco, mobili gli occhi
                    lanciando uno sguardo, curioso squittisce,
                    fugge tra i rami.
                    Distante un laghetto,
                    le papere al largo giungono alla riva,
                    i piccoli in processione seguono.
                    Una panca di pietra mi alloggia.
                    Il liscio marmo racconta
                    tempi lontani e una scritta:
                    divus caesar ornavit.
                    Chiudo gli occhi e penso.
                    Odori di terre lontane:
                    sandalo e spezie giungono,
                    una vasta distesa sabbiosa,
                    e una palma abbracciano i miei pensieri.
                    Composta lunedì 23 novembre 2009
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