Poesie inserite da Andrea De Candia

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Scritta da: Andrea De Candia

Soffro d'abusi

Sento come un arco
che abbassa la parabola
nella morsa del cielo,
una cupa curva d'ombra
pronta a seppellire tutti
i pensieri insani dentro.

Porterò il peso dello schianto,
come una croce dentro,
sentirò lo sfregio lento
soffrire sull'asfalto.

Una spina fuor dal cuore
tornerà a pungermi ancora.
Capolavoro genio
amore amico artista...
su, ditemi quando, su,
ditemi ancora se l'hanno
tutti una vera conquista.
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    Scritta da: Andrea De Candia

    Vecchio e apatico

    Dell'alba e del tramonto
    non distinguo il colore...
    Apatia è il motore!

    Con sguardo perduto
    barcollo nel buio,
    nei passi cerco forza,
    ma un bastone non ho.

    Stanche son le palpebre,
    ma gli occhi non chiudo,
    un abbraccio rovente
    mi è tanto mancato!

    Troppi gradini
    le mie ginocchia han calcato
    spossate si vogliono schiudere
    come uova al primo mattino.

    Giovane appaio,
    ma vecchio mi struggo.
    la luna spegne questa pozza,
    dolci sorrisi non dono più.
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      Scritta da: Andrea De Candia

      Bosco d'autunno

      Evado dalla città,
      i passi come ombre
      non voglion far rumore,
      non svelano dolore.

      I respiri del vento
      risanano l'anima.
      L'ultimo sussulto
      di pelli putrefatte,
      lo scheletro di foglie
      che il suolo raccoglie.

      Uccelli si fiondano
      nello scuro ignoto.
      Il verde che trema
      il cuor mi sconvolge.

      Il cielo s'annebbia!
      Tra torbidi gonfiori
      il sole cerca spazio.
      Bagliori argentati,
      tenui fili di luce
      uno specchio risucchia.

      Infiniti prati verdi,
      duemila mondi diversi,
      orme appena sfiorate,
      facce neanche avvistate.

      Rami coprono scorci,
      sgradevoli realtà,
      aloni asfittici
      di fumi ribolliti.

      Panca nuda e sola
      il pensiero non consola
      di ritornare al prima.
      L'inquietudine!
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        Scritta da: Andrea De Candia

        La gatta

        Gelide pupille di serpente...
        D'ocra, il mondo risplende!
        Giocosa al sole si distende,
        il pelo si accende splendente!

        [Sul manto soffiano le stagioni...]

        Le brine il tocco non seccano,
        ma le dita pizzicano leali,
        come soffioni che volteggiano
        librati da venti invernali.

        Il grano riflette il rossore,
        del meriggio il biondo chiarore,
        dal sole assorbe il colore,
        non pare un estivo bruciore.

        Il buio avvolge il mistero...
        Uno sprazzo di bianco leggero!
        L'intruso nel fogliame nero
        rischiara l'inverno severo.

        Il dolore è solo la tosse!
        Zecche che pungono divertite...
        Un odore certo le ha mosse,
        sulla pelle saltano infinite!

        La morte lontano la carezza,
        quando ratto non vede sul ramo
        fuggire nella gelida brezza,
        del padrone non ode richiamo.
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          Scritta da: Andrea De Candia

          Il tramonto

          Le parole che tu pensi
          un tempo eran farfalle
          in un prato isolato,
          gemme rare e preziose
          nel mare inesplorato.

          Ora che il tesoro
          lo hanno divorato,
          non ti sembra più oro
          il verso rigettato.

          Cerchi l'alto mare
          prosciugato dal sole
          e non puoi più sognare
          abissi di parole.

          C'è solo una landa,
          deserta e spettrale,
          marrone è la ghianda
          ad altre sì uguale.

          Sulla spiaggia cammini...
          sparsi sono i tesori
          squarciati dagli uomini
          un tempo predatori.

          Nostalgia dello splendore
          che mai ti ha accecato!
          Tramonto è dolore,
          nulla abbiam creato.
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