Le migliori poesie inserite da Andrew Ricooked

Questo utente ha inserito contributi anche in Frasi & Aforismi, in Frasi di Film, in Umorismo, in Racconti e in Frasi per ogni occasione.

Scritta da: Andrew Ricooked

Fuori posto

Brucia all'inferno
questa parte di me che non si trova bene in nessun posto
mentre le altre persone trovano cose
da fare
nel tempo che hanno
posti dove andare
insieme
cose da
dirsi.

Io sto
bruciando all'inferno
da qualche parte nel nord del Messico.
Qui i fiori non crescono.

Non sono come
gli altri
gli altri sono come
gli altri.

Si assomigliano tutti:
si riuniscano
si ritrovano
si accalcano
sono
allegri e soddisfatti
e io sto
bruciando all'inferno.

Il mio cuore ha mille anni.
Non sono come
gli altri.
Morirei nei loro prati da picnic
soffocato dalle loro bandiere
indebolito dalle loro canzoni
non amato dai loro soldati
trafitto dal loro umorismo
assassinato dalle loro preoccupazioni.

Non sono come
gli altri.
Io sto
bruciando all'inferno.

L'inferno di
me stesso.
Composta domenica 3 gennaio 2010
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    Scritta da: Andrew Ricooked

    Su due piedi

    Ci sono giorni
    in cui va tutto
    male.

    Sull'autostrada
    a casa
    al super-
    mercato
    e da qualsiasi altra
    parte

    assalti
    continui
    ininterrotti
    feroci
    accidentali
    a ciò
    che è rimasto del
    tuo
    equilibrio e della tua
    suscettibilità.

    Gli dei prima
    giocano con te
    e poi
    giocano
    contro
    di te.

    I tuoi nervi
    si tendono fino a
    spezzarsi.

    Nessuno scudo
    filosofico
    ti proteggerà,
    nessuna dose di saggezza è
    abbastanza.

    Sei allo scoperto
    facile preda
    dei
    cattivi e
    delle
    folle;
    la rottura
    del
    macchinario
    e della
    ragione
    è
    completa.

    Poi
    c'è sempre
    -all'improvviso-
    un volto gioioso
    sorridente
    dallo sguardo
    ottuso, qualche
    semi-sconosciuto
    che ti urla
    forte:
    "ehi, come ti
    va?"

    La sua faccia
    sempre troppo vicina,
    puoi vedere ogni
    macchia e
    poro della
    pelle,
    la bocca,
    aperta
    sembra una pesca
    spaccata
    marcia.

    Il tuo unico
    pensiero
    è:
    dovrei
    ucciderlo?

    Ma poi
    dici:
    "va tutto
    bene.
    E a te
    come va?"

    E
    prosegui,
    e la faccia-da-
    capra
    semi-sconosciuta
    è alle
    spalle
    mentre il sole
    filtra
    attraverso
    le nuvole
    acide.

    Vai
    avanti
    mentre gli dei
    ridono e
    ridono
    e
    ridono,
    metti un
    piede
    davanti
    all'altro,
    muovi le
    braccia
    mentre la comapana
    arrugginita
    non suona,
    e dentro la tua
    testa
    il sangue
    si trasforma in
    gelatina.

    Ma
    questo giorno finirà
    questa vita finirà
    gli avvoltoi
    voleranno
    finalmente
    via.

    Per favore
    in fretta, in fretta,
    in fretta.
    Composta domenica 3 gennaio 2010
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      Scritta da: Andrew Ricooked

      Dove ero finito?

      Non sapevo da dove venissi
      o dove stessi
      andando.
      Ero perso.
      Mi ritrovavo seduto
      in strani ingressi
      per ore,
      senza pensare
      semza muovermi
      finché mi chiedevano
      di andarmene.

      Non voglio dire che ero
      idiota o
      stupido.
      Quello che voglio dire è che
      ero senza
      interessi.

      Non me ne fregava niente se cercavate
      di uccidermi.
      Non vi avrei fermato.

      Stavo vivendo un esistenza che
      non significava niente per
      me.

      Trovavo posti dove stare.
      Stanzette in affitto. Bar. Prigioni.
      Sonno e indifferenza sembravano
      le uniche
      possibilità.
      Tutto il resto sembrava
      privo di senso.

      Una volta rimasi tutta la notte a guardare
      il Mississipi.
      Non so perché.
      Il fiume scorreva lì accanto e
      l'unica cosa che ricordo è che
      puzzava.

      Mi sembrava sempre di essere
      su una corriera
      che attraversava il paese
      diretta
      da qualche parte.
      A guardare fuori da un finestrino
      sporco
      il nulla
      assoluto.

      Sapevo sempre esattamente quanti
      soldi avevo
      con me.
      Per esempio:
      un biglietto da cinque e due da uno
      nel portafoglio
      una moneta da venticinque, una da dieci e una
      da due centesimi nella tasca
      destra davanti.

      Non avevo voglia di parlare
      con nessuno e non volevo che nessuno
      mi parlasse.

      Ero considerato un
      disadattato e un tipo
      strambo.
      Mangiavo pochissimo ma
      ero incredibilmente
      forte.
      Una volta, quando lavoravo in una fabbrica
      dei ragazzotti giovani, strafottenti,
      stavano cercando di sollevare un pezzo
      di macchinario pesante
      dal pavimento.
      Non ci riusciva nessuno.

      "Ehi, Hank, provaci tu!" Dissero
      ridendo.

      Mi avvicinai, lo sollevai,
      lo rimisi a terra,
      tornai al
      lavoro.

      Mi valse il loro rispetto
      non so perché
      ma io non lo
      volevo.

      A volte abbassavo
      le tapparelle nella mia stanza
      e me ne stavo a letto per una
      settimana o più.

      Ero in uno strano viaggio
      ma era
      privo di senso.
      Non avevo idee.
      Non avevo progetti.
      Dormivo.
      Non facevo altro che dormire
      e aspettare.

      Non mi sentivo solo.
      Non soffrivo di vittimismo.
      Ero solo invecchiato in una
      vita nella quale
      non riuscivo a trovare alcun
      senso.

      Allora ero
      un giovanotto di
      mille anni.

      Adesso sono un vecchio
      che aspetta di rinascere.
      Composta domenica 3 gennaio 2010
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        Scritta da: Andrew Ricooked

        Un albero, una strada, un rospo

        Un tavolo da 7, tutti
        che ridono forte, senza smetter,
        in modo quasi assordante,
        ma non c'è gioia nella loro
        risata, sembra
        meccanica.
        Finzione e falsità
        avvelenano l'aria.
        Sembra che gli altri avventori non lo
        notino.
        Sono asfissiato dalle risate,
        le viscere, il cervello, la mia coscienza,
        mi vanno di traverso.
        Sogno di prendere una postola, di
        avvicinarmi al tavolo
        e di far saltare le loro teste,
        una dopo l'altra.
        Naturalmente, questo mi renderebbe
        ancora più colpevole di
        loro.
        Eppure, continuo a fantasticare e
        poi capisco che pretendo
        troppo.
        Avrei già dovuto capire
        da un pezzo che è così
        e basta:
        che dappertutto ci sono tavoli da 2,
        3,7, 10 o anche più
        con gente
        che ride senza motivo e
        senza gioia,
        che ride per niente senza
        trasporto,
        e che questa è una parte inevitabile
        di tutto,
        come un albero, una strada, un rospo.

        Ordino ancora da bere e
        decido di non ucciderli, nemmeno
        nella mia immaginazione.

        Decido, invece, che sono un
        uomo davvero fortunato:
        il tavolo è a 7 metri di distanza.
        Potrei essere a quel tavolo, seduto
        con loro,
        vicino alle loro bocche,
        vicino ai loro occhi e alle loro orecchie
        e alle loro mani,
        e sentire realmente la conversazione
        che provoca le loro risate
        senza gioia.
        Mi sono già trovato in molte situazioni simili
        ed è stata una dura croce,
        davvero.

        Così, mi accontento della mia buona sorte
        ma non posso fare a meno di chiedermi
        se al mondo sia rimasto un angolo
        con un tavolo da 7 dove
        si provano sentimenti autentici,
        dove c'è
        una bella risata vera.
        Spero di si.
        Devo sperare di si.
        Composta domenica 3 gennaio 2010
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          Scritta da: Andrew Ricooked

          Buddha Chinaski dice

          A volte
          devi
          indietreggiare
          di uno o
          due passi,
          ri-
          considerare

          staccare
          per un
          mese

          non
          fare niente
          non
          volere
          fare niente

          la pace è
          fondamentale
          il ritmo è
          fondamentale

          qualsiasi cosa
          tu voglia
          non
          l'avrai
          provandoci
          con troppa
          insistenza.

          Stacca
          per
          dieci anni

          sarai
          più
          forte

          stacca
          per
          venti anni

          sarai
          amcora più
          forte.

          Non c'è niente in
          palio
          comunque

          e
          ricorda che
          la seconda cosa più bella
          del mondo
          è
          una notte di sonno
          tranquillo

          e
          la più bella:
          una morte
          serena.

          Nel frattempo
          paga la bolletta del
          gas
          se riesci
          e
          cerca di non
          litigare con tua
          moglie.
          Composta domenica 3 gennaio 2010
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            Scritta da: Andrew Ricooked

            Ahi ahi ahi

            Il tizio gestisce una libreria
            ci vado e autografo i miei libri per
            lui
            e lui mi impone sempre qualche libro
            qualcosa del genere declino-e-vita
            difficile
            ma questi libri sono scritti da
            opinionisti
            di giornali
            professori, nati-nella-bambagia,
            ecc.
            E questi hanno visto tanta vita reale
            da bassifondi
            quanto un parroco di campagna;
            le loro vite
            sono state tanto avventurose quanto
            una spolverata allo scaffale della
            libreria
            e nessuno di loro ha mai saltato un
            pasto.
            Questi libri sono ben scritti,
            a volte brillanti
            un filo
            arditi
            ma c'è una sensazione dominante
            di agiatezza
            nella scrittura e nella
            vita.
            I libri mi cadono dalle
            mani.
            Questo tizio della libreria deve
            cominciare a pensare a
            qualche altro tipo di
            compenso
            per me
            che gli autografo i miei libri
            perché leggere queste cagate
            deliziosamente
            stampate
            non fa che ricordarmi
            ancora una volta
            che sto gareggiando solo
            contro
            me stesso.
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              Scritta da: Andrew Ricooked

              Ricordatelo

              Credere a ciò che dicono o scrivono
              è
              pericoloso
              specialmente se dicono o scrivono
              cose esageratamente grandiose
              su di
              te

              e tu
              sei sciocco quanto basta per
              crederci.

              Poi saresti pronto a rompere la
              macchina fotografica quando qualcuno tenta di
              fotografarti in
              pubblico.

              O potresti ubriacarti
              a casa tua
              e sparare dalla finestra
              al tuo vicino
              con una 44 magnum.

              O potresti comperare un
              automobile costosissima
              per poi innervosirti
              con quelli meno ricchi
              sulle loro vecchie auto
              che frenano la tua corsa
              in
              autostrada.

              O potresti sposarti
              troppe volte
              o avere troppe
              fidanzate.

              O potresti andare in Europa
              troppo spesso
              o drogarti troppo
              spesso.

              Potresti
              maltrattare
              i camerieri.

              Respingere
              i cacciatori
              di autografi.

              Potresti perfino
              uccidere
              qualcuno.

              O
              in migliaia
              di altri modi
              potresti alla fine anche
              uccidere
              te stesso.

              Molti
              lo fanno.
              Composta domenica 3 gennaio 2010
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                Scritta da: Andrew Ricooked

                Racconto di un inglese

                Oggi ho trovato il bicchiere mezzo pieno.
                L'ho preso ed ho svuotato il suo contenuto nella fogna.
                Mi sono abbassato i pantaloni e c'ho pisciato dentro.
                Infine mi sono avvicinato al
                tavolo degli ottimisti.

                Erano li che si guardavano senza vedersi, con gli occhi vuoti, senza pronunciare nessuna parola... nessun suono.
                Fantocci di cartone bagnato fermi immobili.
                I loro sorrisi disegnati dal pittore cieco degli sciocchi.
                Al riparo dalle scomode verità e dall'orrore e dalla purezza dei sentimenti più splendenti.

                Ecco a voi.
                Accettate del rassicurante tè appena fatto.
                Tiepido e tranquillo.
                Assaggiate l'essenza dell'uomo cinico e sincero.

                Vi do il mio benvenuto nel nostro mondo.

                L'inferno di tutti.
                Composta martedì 18 febbraio 2014
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